LEIKA
Il suo respiro mi sfiora la fronte e le sue mani sono già su di me, prima delle sue labbra..
« Ho una cosa da proporti ».
I brividi s'impossessano del mio corpo che scosso si aggrappa a lui come se potesse sfuggirmi.
« Leika? ».
Quando sento il mio nome mi riscuoto e torno al presente sperando di non essere arrossita, mi sistemo meglio sulla sedia e punto lo sguardo su Anna.
« Mi dispiace, dicevi? ».
« Ho una proposta, per te. Sai, Max vorrebbe sentirti » dice cauta e furba.
« Ci risiamo » sbuffo osservandomi le unghie.
« Me lo dice ad ogni incontro, mi chiede come stai, e dice che ogni tanto va dai tuoi genitori ma non riesce mai a incontrarti » afferma come se fosse qualcosa di nuovo.
« Anna, dico sul serio, basta ».
« Devi lasciare andare Leika, non puoi continuare cosi. Posso darti mille esercizi da fare, possiamo vederci fino alla fine dei tuoi giorni ma se non cerchi di venirmi incontro non andremo da nessuna parte » mi rimprovera scoraggiata.
« Non so che farci, non posso sentirlo. Ogni volta che sento la sua voce, ricordo solo come gli urlava contro » ammetto mesta.
« Vuoi raccontarmelo Leika? »
« Non portarlo mai più in casa mia! »
La sua voce era graffiata dalla rabbia, il suo viso contorto e rosso, le mani chiuse a pugno mentre Alex gli stava di fronte.
« Papà è solo un mio amico. Perché? » chiede con vocina stridula un Alex spento.
« Non mi piace l'influenza che ha su di te, come si muove.. come parla.. » lo sbeffeggia il padre.
« Che vorresti dire? » ora chiede con rabbia.
Suo padre gli volta le spalle e termina il pranzo lasciato a raffreddare sul bancone.
« Sai una cosa papà? Proprio non ti capisco. E mi rifiuto di credere che tu non riesca ad accettare... »
« Accettare cosa Alex? Cosa dovrei accettare? » parla veloce il padre ancora contrariato senza mai guardarlo negli occhi.
« Niente » rinuncia.
Sento le scale scricchiolare e corro di nuovo in camera per non farmi vedere da lui.
La porta si apre e il suo viso mi appare ancora più fragile da vicino.
« Ei » .
« Non lo sopporto » sbotta stanco sfregandosi il viso.
Gli sorrido e spalanco le braccia « Vieni qui ».
E tutto passa.
O forse passa solo per me.
Non avevo mai dato peso a quelle scenate, a quelle litigate finché non è successo. E da allora tutto mi tormenta.
I litigi, i miei rimproveri, non l'ho capito abbastanza in fretta. Non ho fatto ciò che andava fatto.
Sono presto in strada, con un sole che mi peggiora l'umore per quanto brilla.
Mi rimprovero quando scesa dal bus mi rendo conto di aver sbagliato fermata e quindi mi tocca fare diversi isolati a piedi.
Cammino senza fretta sul marciapiede finché in lontananza non scorgo una figura famigliare, che non vedo da troppo tempo.
Darren?
Rallento, se possibile, ancora di più il mio passo mentre sento le urla di un uomo
« Torna in casa! »
Darren cammina a passo svelto attraverso il giardino e preoccupata lo chiamo
« Darren »
Probabilmente non mi sente perché noto il suo sguardo minaccioso posarsi sulla porta, dove ora finalmente scorgo il padre. Furente di rabbia.
« Non ti permetto di parlarmi cosi davanti a lei » lo rimprovera di nuovo.
« Volevo solo che tu aprissi gli occhi e invece cosa fai? Ancora una volta mi deludi. Deludi tutti lo sai papà? » risponde un Darren spezzato.
Per un secondo lo vedo. Darren diventa Alex, il mio cuore si stringe in una morsa dolorosa e prima che possa anche solo capire quello che sto per fare, agisco.
Vedo il padre scendere dai gradini e dirigersi verso di lui.
Senza pensarci comincio a urlare « No! ».
STAI LEGGENDO
La teoria dei due amori
Chick-LitQuando una persona è convinta di aver amato con tutta se stessa, fino a non avere più un briciolo d'amore dentro di sé, può tornare a provare quel sentimento? Ma soprattutto, che amore è, se il suo per sempre è già andato in frantumi? Leika ha amato...