Capitolo 32

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LEIKA

Osservo l'ambiente che mi circonda e incrocio le braccia mentre combatto una guerra nella mia testa.

Entrare o non entrare? Questo è il dilemma

Noto qualche macchina parcheggiata nello spiazzo accanto a me, mentre sento il bus che mi ha accompagnata fino a qua che se ne va.

Ormai è fatta, se anche volessi tornare indietro dovrei farmi i chilometri a piedi. Meglio di no. Ho già dato con la mia corsa mattutina.

Mi stringo le braccia nervosa e avanzo lentamente. Ci sono due donne fuori che fumano l'ultima sigaretta del condannato prima di entrare.

Sono già le due del pomeriggio, a minuti inizieranno.

Mi avvicino al palazzo che sembra più un condominio, ma Anna mi aveva avvisato.

" è un posto tranquillo, qui negli studi non c'era spazio, cosi abbiamo affittato per un periodo il piano terra di un palazzo poco fuori dal centro "

Ed effettivamente la porta che spingo si apre con difficoltà cigolando.

Mi accoglie subito un foglio attaccato al muro di fianco, con tanto di freccia "sala riservata".

Trovo la porta incriminata e qui il foglietto è più chiaro "incontri di auto aiuto a cura di Anna Menghini".

Mi prendo ancora qualche secondo prima di entrare, il vociare che proviene da dentro mi fa capire che non è ancora iniziato nulla.

Lo voglio fare davvero?

 Il problema è che non ho più scelta.

Entro coraggiosa e noto una specie di loft ampio e dai colori accesi. C'è anche un piccolo buffet ancora intonso, in fondo alla sala.

Ciò che mi fa rabbrividire sono le sedute. Predisposte a cerchio, come nei film dell'orrore durante una seduta spiritica.

Ottimo

Mi avvicino ostentando sicurezza, finché una ragazza, forse più piccola di me non mi si avvicina sorridente.

« Ciao, sei nuova? ».

Bisogna essere gentile con le persone qui dentro no? Ho il terrore dei danni che potrei fare con una singola parola.

E se fosse un alcolista? Un autolesionista? O tutte e due insieme? O se fosse bipolare? No.. non dovrebbero essere in questo gruppo quei casi. Ma non mi sono informata abbastanza.

« Stai tranquilla » mi dice, forse capendo i miei crucci mentali.

« Scusami, si sono nuova ».

« Ottimo! Siediti vicino a me, sono sicura che sarà una bella seduta. Oggi sono venuti in tanti » mormora sempre allegra.

Che problemi ha? Forse sulla sua cartella c'è scritto "eccesso di allegria"? magari è sotto psicofarmaci..

Mi guardo attorno e noto persone adulte, persone della mia età, uomini, donne. Siamo un bel mix.

Non scorgo tutte le facce perché all'incirca saremo una ventina, e in pochi secondi scende il silenzio perché Anna entra e saluta tutti.

Mi accomodo sulla sedia rossa accanto a mrs allegria e fisso il mio sguardo su Anna.

« Ciao a tutti, per me è un piacere vedervi cosi numerosi oggi. Sono contenta che questo gruppo stia crescendo e penso che voi possiate dare molto a tutti noi. Direi di cominciare a chiacchierare come facciamo sempre, per far capire ai nuovi arrivati come funziona. Dopo di che, chi se la sente, può intervenire e parlare. Tutto chiaro? ».

Delle teste annuiscono, qualcuno esclama si. Altri borbottano.

Io sono fra chi borbotta.

« Stefi come stai oggi? » chiede raggiante Anna alla mia vicina.

Merda. Proprio la prima della classe dovevo avere di fianco?

« Alla grande Anna, alla grande. Ieri sono riuscita a trascorrere una giornata intera con mia madre. Sai, è la prima volta che le danno il permesso di uscire dallo stabilimento dov'è andata per guarire. È stato fantastico ».

« È una splendida notizia, e noi siamo contenti per te ».

Qualcuno risponde facendo i complimenti a "Stefi" o dandole di gomito con complicità, un ragazzo le schiaccia il cinque e io annuisco poco convinta.

Mentre proseguono le domande capisco che l'incontro non è riservato a sole persone con problemi, ma anche ai famigliari di essi. Come nel caso di Stefi.

I miei occhi non si scollano da Stefi e Anna finché la discussione fra loro non finisce. Ed è solo allora che noto due persone presenti, che conosco.

Trattengo il respiro, in imbarazzo, continuo a fissarli inesorabile. Prima uno e poi l'altro.

Mi sembra tutto uno scherzo, ma oltre all'imbarazzo, mi permetto di scoccare un'occhiata piena di tradimento ad Anna, che non afferra la mia occhiata e passa oltre.

Mi chiudo in me stessa e non ascolto più nessuno, non posso scappare perché venti paia d'occhi seguirebbero la mia fuga.

Guardo fisso a terra finché non interviene la voce che ho sentito urlare per anni, la stessa voce che ho sentito demolire la persona che amavo giorno dopo giorno.

« È un piacere essere qui, come ogni volta. Questo gruppo mi fa bene ».

« Per noi è un piacere ritrovarla qui Max, come sta? ».

« Oggi sto bene perché sento dentro di me di potercela fare, sono venuto qui con energie positive. Ma sono sincero Anna, ho passato una settimana d'inferno. Ho ricordato momenti.. ».

Energie positive? Non ci credo che parla di questa roba. Che persona è diventata?

Ma chi voglio prendere in giro? Forse anche lui è riuscito ad andare avanti a differenza tua Leika.

 Mi rimprovero mentre inizio a sentire le mie gote e le mie orecchie scaldarsi a dismisura ricoperta da rabbia e imbarazzo, determinata a finire questa dannata seduta.

Alzo lo sguardo solo quando il piede di Stefi batte contro il mio. Continua a sorridermi dandomi ai nervi mentre mima con la bocca

" tutto ok? "

Alzo un pollice e decido di guardare la porta ora, tanto per cambiare obbiettivo.

La teoria dei due amoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora