Capitolo 25

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LEIKA

Saluto frettolosamente i due fratelli con la scusa che "stare troppo con voi potrebbe farmi venire la voglia di trasferirmi ", entrambi accettano la mia battuta. Soprattutto Darren che conoscendomi, sa quanto abbia bisogno dei miei spazi, della mia comfort zone, che mi è stata negata da troppe ore.

Quando la mia porta si chiude, l'aria di casa mi riempie le narici, solo allora, permetto al mio corpo e alla mia mente di lasciarsi andare.

Chiudo gli occhi e cerco di ritrovare il mio respiro

« Ti ho visto Alex »

« Non succederà più Leika, è stato uno sbaglio. Te lo giuro »

 « Uno sbaglio? È stato uno sbaglio baciarlo? » urlo mentre lacrime calde mi scorrono sul viso cadaverico.

« Leika ti prego »

 « Mio Dio Alex, cosa dovrei pensare? Sono mesi che non mi tocchi. Come se ti facessi schifo » gli dico frustrata tirandomi i capelli indietro, affannosa.

 « Non riesco a crederci » continuo a ripete mentre aumento il passo e mi allontano da casa sua. Con lui alle calcagna.

« No Leika, non pensarlo minimamente. Non è come pensi »

 « Non è come penso? Non ho appena visto il mio ragazzo, il mio migliore amico .. » dico interrotta dai singhiozzi mentre le immagini ancora scorrono nella mia mente « Baciare il suo cazzo di vicino di casa. Eh Alex? Non ho forse visto questo? »

 Lui non risponde. Mi fermo e vedo il suo sguardo pieno di dolore ma anche pieno di altro.

 È forse amore? Ma per chi? Per me o per lui?

Non riesco a controllare il respiro, appena mi accorgo che su di me incombe un attacco di panico cammino a tentoni fino alla mensola accanto ai fornelli, per cercare le gocce.

Devono essere qui. Non le ho più usate ma dovrebbero essere rimaste no? Non le avevo finite. Non può essere.

Le mie mani tremano mentre cerco inesorabile nei cassetti e ovunque. Per sbaglio faccio cadere anche l'unico bicchiere che stava sul tavolo mandandolo in mille pezzi sul pavimento.

Quando capisco che non ci sono le gocce, inizio a sentire il sudore imperlarmi la fronte.

Cerco di spogliarmi per incamerare più aria inutilmente mentre corro in bagno.

Torno da lui e mi ci fermo di fronte, mentre i miei occhi annebbiati dalle lacrime lo vedono sfocato. Come una sagoma senza vita.

« Alex.. perché? »

Lui alza lo sguardo ormai in lacrime anche lui « Non lo so, io non lo so.. »

« Ci siamo amati, pensavo mi amassi »

 « Ma io ti amo Leika, te lo giuro » grida stringendomi le braccia « Ma sono sbagliato, cazzo. Ho qualcosa di sbagliato nella testa » scrolla la testa come un bambino mentre continua a ripete queste parole.

Incredula non riesco a rispondergli. Resto li. Come una bambola inanimata. Ferita, rotta, usata.

Sento le ginocchia che tremano, cosi mi allontano dalla sua stretta e corro. Comincio a correre senza sapere dove andare.

Non posso farlo.

Mi ripeto nella testa mentre sono già seduta a terra, senza vestiti, con il solo intimo che mi copre.

I capelli spettinati dalle mie mani sudate, le mie mani che stringono le mie cosce.

Sotto le dita sento quelle vecchie ferite inferte senza un senso ben preciso. Ma solo con uno scopo. Il dolore.

Nelle orecchie sento il rombo del mio cuore che non si calma. I miei ansiti non li sento più.

E succede.

Tutto accade in pochi secondi. Pochi secondi che sono serviti a portare via una vita, pochi secondi mi sono bastati per provare dolore una, due, tre volte. E pochi secondi, bastano anche oggi, per far uscire da me il dolore.

Il respiro riprende delle sembianze normali. le mie dita abbandonano la lama gettandola il più lontano possibile da me.

Appoggio la testa contro le mattonelle fredde del bagno e riapro gli occhi.

Finalmente l'aria, finalmente la vita. Il dolore che scorre come il sangue, il panico che si scioglie. I ricordi che si bloccano.

Abbasso lo sguardo tra le mie gambe e premo il palmo della mano contro le ferite dell'interno coscia.

Come prima, mi bastano pochi secondi, per pentirmi di ciò che ho fatto.

Mi rialzo meccanicamente, mi lavo e disinfetto le ferite. Le copro con una fascia trovata nel bagno e torno alla normalità come se nulla fosse.

Come se la vita per un attimo non mi sia scivolata fra le dita.

Come se non avessi commesso l'ennesimo sbaglio.

Mi fermo davanti alla finestra aperta, e mi ricordo solo dopo dei mille pezzi di vetro a terra. Comincio a raccoglierlo. Solo dopo poco mi arriva il solito promemoria, quasi come se sapesse.

– l'incontro per il gruppo di auto aiuto sarà spostato alle 15:00 questo mercoledì. Se vorrai venire, ci sarà sempre posto per te
Anna –

La teoria dei due amoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora