Capitolo 46

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LEIKA

Era la prima volta che parlavo di Alex, e non era Anna la persona che mi aveva ascoltata, consolata e che ora mi stringeva fra le braccia.

Sento le gambe troppo rannicchiate eppure non sono mai stata più in pace e a mio agio di come lo sono ora.

Alzo il viso per guardare gli occhi sinceri e dispiaciuti di Dominic che mi scruta come un falco pronto a tutto.

Con una mano gli accarezzo grata il viso e lui ne approfitta per baciarmi il palmo, il polso, prosegue poi a baciarmi lentamente con le labbra morbide.

Il mio corpo ricomincia a tremare, ma questa volta non è per le lacrime né per il dolore.

Il piacere

Mi siedo meglio sulle sue gambe inarcando la schiena, prima lo scruto cercando nei suoi occhi la tranquillità che mi manca. Appena la ritroviamo entrambi le sua mani mi afferrano i fianchi con decisione per spostarmi sul letto e stendermi con poca grazia.

Mi ritrovo il suo viso a pochi millimetri dal mio, il calore del suo corpo mi avvolge e il leggero peso che sento sopra di me mi fa sentire al sicuro.

E finalmente ci ritroviamo l'uno dentro l'altro.

Le mani ricominciano frenetiche ad alzare la sua maglia, vogliose di toccarlo ovunque. Di sentirlo.

Ma a quanto pare è decisamente più svelto lui perché in pochi secondi mi ritrovo nuda dalla cintola in su.

« Dio » ansima lui prima di spostare le tue labbra tumide sul mio collo, il mio petto, stappandomi gemiti di gola quasi animaleschi quando al posto della dolcezza, usa i suoi denti per assaggiarmi.

« Dominic » ansimo quando la sua bocca scende inesorabile sul mio addome affondando il viso e le mani.

Tra le gambe il fuoco divampa mentre lui continua a parlare « Se dici il mio nome ancora e ancora in quel modo, non mi fermerò mai Leika ».

Con una mano mi tocco la fronte intimidita da tutte le sensazioni e il calore che provo, come se avessi la febbre più bella del mondo. Con l'altra mano mi aggrappo alla sua spalla stritolandola quando sento le sue dita che mi sfilano i pantaloni e le mutande.

No

Strizzo gli occhi ricordandomi solo ora di ciò che vedrà.

No no

E accade. Si ferma. Il suo respiro rimane irregolare, le sua mani si staccano dalla mia pelle e toccano quelle ferite vecchie e nuove.

« Leika? » chiede.

Tutte le domande racchiusa in una. Lo guardo inclinando il viso e cercando di coprirmi e spostarmi.

« Aspetta » mi prega « Promettimi che me ne parlerai » mormora sofferente.

Annuisco emozionata « Mi dispiace Dominic ».

Ricomincia ad ignorarmi per baciarmi li dove sono più calda, li dove nessuno è mai stato, li dove il mio corpo vuole sentire la sua bocca, le sue dita. Lui.

Il mio corpo non risponde più ai miei comandi e si apre senza remore sotto il tocco sensuale di Dominic.

« No Dom.. voglio toccarti » dico sovreccitata mentre le sua labbra ormai baciano la carne bagnata per lui.

« Oh arriverà il tuo turno Leika. Ora taci »

Sento solo il mio urlo pochi secondi dopo e poi più nulla.

I muscoli si sciolgono, le mani smettono di graffiare le spalle di Dom, e le gambe si adagiano sul materasso, mosse ancora da qualche spasmo.

Con una mano mi tengo al letto come se tutto si muovesse.

Una mano risale dal mio centro, al seno, fino al viso.

« Sei ancora con me, vero bellezza? ».

Mugugno non capendo.

« Pensi che abbia finito? » mi canzona un Dominic più bello che mai con il mio sapore ancora sulle labbra.

Non mi trattengo e lo bacio prima che possa parlare ancora.

Prendo coraggio e senza istruzioni o paure mi stendo su di lui chiedendogli aiuto per spogliarlo proprio come lui ha fatto con me.

« Piano Leika » mi prega al limite vedendo come osservo la sua eccitazione, affascinata stupita e anche un pochino intimorita.

Mi legge lo sguardo e mi attira su di lui. finalmente senza barriere. Finalmente uguali.

« Baciami » mi ordina.

Ed è forse la prima volta che faccio ciò che mi dice con piacere.

La teoria dei due amoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora