Capitolo 47

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DOMINIC

Le sue dita non smettono di accarezzarmi per un secondo, nemmeno mentre la stuzzico stringendole il fianco e minacciandola di ricominciare tutto da capo. Da parte sua sento solo una leggera protesta, e forse in fondo non le dispiacerebbe affatto ricominciare.

« Hai promesso » le ricordo dolcemente senza lasciarla andare dal nostro intreccio.

Lei s'irrigidisce leggermente fra le mie braccia ma dopo un mio leggero pizzico ride e tutto torna come prima.

« Ho iniziato subito dopo il suo funerale » mi racconta senza emozioni «Volevo capire perché l'aveva fatto. Cosa provava. Così iniziai a fare tutto quello che si faceva lui. Del male ».

« Leika.. » la chiamo ricordandole che ciò che ho visto non risale a tre anni fa. Affatto.

« Se prima non lo capivo, dopo le prime volte, cominciai a capirlo e a punirmi per un piacere personale. Come se fosse una punizione per tutto ciò che non avevo fatto. Per lui. Solo dopo che la situazione mi sfuggì di mano, decisi di frequentare una psicologa. Mi aiutò molto, smisi completamente. O quasi.. ».

La strinsi più forte « La tua psicologa sa che hai ricominciato? ».

« No e non ho ricominciato. È stato un caso.. una volta sola ».

« Leika, devi dirglielo. È la cosa giusta. E sono contento che tu me ne abbia parlato. Davvero sai? ».

« Grazie Dom, mi hai fatto riflettere » mormora lei distratta.

« Solo? Non ti ho fatta anche godere? Devo preoccuparmi? » ironizzo ricominciando ad accarezzarle il seno scoperto.

« Sei incontenibile » mormora girandosi sul fianco per stringersi a me e guardarmi.

« Dominic » mi chiama come se non la stessi già guardando in quegli occhi da cerbiatta che si ritrova.

« Ho bisogno di dirti una cosa » ora sono io quello che s'irrigidisce preoccupato.

Annuisco pronto e lei tentenna prima di spiegarmi « Sai, sempre la mia psicologa mi aveva invitata a delle sedute di auto aiuto che non ho mai voluto frequentare. Ma un giorno ci sono andata » si ferma per riprendere fiato e giocare con i miei capelli « Questi incontri sono aperti a chiunque. Anche solo ai famigliari o amici di chi ha avuto problemi di dipendenze. Di qualunque tipo » ci tiene a specificare.

Mi sta forse invitando ad andarci con lei?

Mi domando un po' reticente, ma non parlo subito.

« L'unica volta che ci sono andata, ho visto tuo padre Dom » finalmente sputa il rospo.

« Mio padre? » domando incredulo scostandomi leggermente da lei.

« Si. Diceva di essere pulito da diversi anni e di voler essere un padre migliore. E ecco.. avendolo visto all'incontro e poi fuori casa con Darren, ho pensato subito male. Ma non volevo. Mi dispiace tanto. Perché non sta a me giudicare né dubitare di una persona che non conosco. Solo ora mi rendo conto davvero di aver sbagliato e di essermi comportata come una pazza ».

« Leika io.. » non faccio in tempo a terminare che il telefono mi squilla.

Entrambi osserviamo il mio schermo e ci rendiamo conto di essere in ritardo per il turno al locale.

Goffamente ci alziamo e decido di sacrificare secondi importanti della mia preparazione per osservare in tutta la sua bellezza Leika che saltella e si riveste imprecando.

Lei si volta svelta arrossendo e mi domanda isterica « Sei ancora nudo! Vestiti! » prima di gettarmi addosso il mio mucchietto di panni stropicciati.

Le lancio un sorriso soddisfatto prima che si chiuda in bagno sbattendo ovunque.

Osservo il letto sfatto, e solo adesso ho il tempo di pensare a quello che abbiamo fatto.

A ciò che ho iniziato.

E stranamente, per la prima volta, non ne sono terrorizzato.

Ho voglia di conoscerla, di vivermela. Ho voglia di lei.

Il tarlo che resta però nella mia testa è:

Leika è pronta e desidera tutto questo?

La teoria dei due amoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora