Capitolo 17

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LEIKA

« Cara, vieni qui e dimmi se anche tu vedi quello che vedo io » annuncia la voce roca di mio padre appena mi apre la porta di casa.

Alzo gli occhi al cielo e continuo ad aspettare che mi faccia entrare.

Mia madre arriva dicendo dal corridoio « Se vuoi farmi vedere ancora come hai tagliato l'erba, giuro che .. » s'interrompe non appena mi vede e poi sta al suo gioco « E no, non penso di vedere bene, aspetta » si frega gli occhi e li riapre.

« La smettete voi due? Non potete almeno fingere di essere normali? » sentenzio facendomi spazio fra quei due mentre continuano.

« Eh no, penso sia proprio lei. Se fosse stata un miraggio non mi avrebbe lasciato tutte le sue dannate impronte per casa. Leika! Togli quelle scarpe. » dice mia mamma, smettendo di giocare.

Mio padre mi si avvicina « Qual buon vento bella straniera la porta qui? E per di più con una torta. Possibile che sia per noi? »

Gli schiaffeggio la mano che stava per prendere la torta e lo avverto con il dito minacciosa « No papà, non è per voi. È il compleanno del figlio della signora Amelia, vi ricordate di lei? Abita qualche via più in là, giusto? »

Interviene subito mamma « Ma certo! Amelia. L'ho vista proprio Sabato mentre faceva spesa per la festa del piccolo Darren, che poi cosi piccolo non è.. come passano gli anni » dice con malinconia.

« Oddio mamma » rido mentre anche a papà scappa un risolino mentre mamma ricomincia a ripulire l'ingresso ricoperta dalle mie impronte fangose.

Appena sono uscita di casa ha iniziato a piovere e non ha smesso per tutto il viaggio fin qui. Logicamente io non ero pronta al mal tempo, tanto che le mie scarpe da ginnastica, da bianche sono diventate marroncine e i miei capelli sono diventati identici alla lana delle pecore.

Grazie umidità di esistere.

Mi siedo davanti alla stufetta in salone mentre mamma porta la mia torta in cucina « Papà non toccarla! » non fidandomi di lui mai, quando si tratta di dolci.

Mamma arriva da me e comincia il terzo grado.

« Dunque il figlio di Amelia eh? » afferma sospettosa

« Mamma ha tredici anni. Fai sul serio? » replico orripilata

« Leika per chi mi hai presa? Chiedevo soltanto. E poi da oggi ne ha quattordici di anni. E da quanto so, Amelia non ha solo un figlio. Ma ha anche Dominic. Te lo ricordi vero? »

« Ah ah » annuisco svogliata mentre trattengo vari epiteti che si meriterebbe quel ragazzo.

« Quindi prima di domani riesci a dirmi come mai hai fatto una torta per Amelia o devo andare avanti con le domande? » mi chiede una mamma fin troppo sorridente.

Alzo un sopracciglio diffidente « Dominic abita nel mio palazzo, e ogni tanto Darren quanto sta da lui, passa da me per rubarmi tutto il cibo che cerco di racimolare nel mio frigo. E poco tempo fa mi ha lasciato un messaggio subliminale sul calendario dicendomi che era il suo compleanno, proprio oggi. Ciò significa che mi ha costretta a fare quella torta » mi giustifico e mi congratulo con me stessa per non aver fatto capire nient'altro a mia mamma. Come l'odio che provo per Dominic o la paura che Darren sia arrabbiato con me o peggio, deluso dal mio comportamento.

« Capisco, ma la festa di Darren era ieri a casa. Ha invitato qualche suo amico di scuola. Non pensi di essere in ritardo? »

No mamma, sono in perfetto orario invece. Tutto secondo i piani.

« Ma no, non importa. Il compleanno è oggi e la torta gli arriva oggi » me la cavo dicendole mentre mi assale un dubbio « Mamma puoi andare a controllare che papà non abbia già mangiato tutta la torta? È preoccupante quando non lo sento » chiedo sincera.

Lei corre in cucina e mi avvisa « È salva! »

Mi sfilo la felpa riscaldandomi per bene mentre mi sfugge un pensiero.

Potrei diventare un investigatrice o un architetto. Qualcosa che comunque coinvolga i piani.

Mamma mi ha solo aiutato dandomi tutte queste informazioni: la festa di Darren si è svolta ieri, quindi non rischio di trovarlo in casa e con qualche suo amico brufoloso. E soprattutto ora ho la certezza che era a casa con Dominic e di sua spontanea volontà non è passato da me. La domanda rimane la medesima: perché?

Cerco di scrollarmi di dosso il dispiacere e mi convinco da sola: io la mia parte l'ho fatta, la torta gliela porto. Poi se vuole perdonarmi bene, sennò meglio per me. Insomma chi ha bisogno di quel ragazzino? In fin dei conti è lui che si è insinuato in casa mia. Io gli ho solo dato ospitalità. A differenza del fratello pessimo che si ritrova.

« Perché quella faccia tutta corrucciata tesoro? » mi si avvicina papà accendendosi una sigaretta

« Smettila di fumare in salotto! » gli urla la mamma dalla cucina.

Grazie mamma, mi aiuti sempre senza saperlo

Lo prendo in giro dicendogli « Ti fai ancora comandare dalla tua donna sergente? » cito un famoso film visto insieme a papà. Lui ride e mi spettina ancora di più i capelli.

Pochi minuti dopo arriva mamma già vestita « Andiamo? » mi chiede.

« Dove scusa? » chiedo sinceramente senza capire.

« Da Amelia. Le devo ridare il piatto che mi aveva prestato a Natale, ne approfitto per venire con te ».

« Posso ridarle io il tuo piatto » dico spaventata a morte all'idea che mia mamma venga a casa di Amelia. La conosco fin troppo bene, so che ha un secondo fine. Il problema è scoprire quale.

« Oh no Leika. E poi voglio fare gli auguri anche io a Darren, saranno settimane che non lo vedo! » dice allegra mentre si sistema il mantello pesante e prende il piatto incriminato.

Mi rassegno all'idea che voglia venire anche lei. Non si può dire di no a quella donna.

Guardo papà supplicandolo, ma lui alza le spalle come a dire " non posso farci niente "

« Ma magari Darren oggi non c'è » provo a dirle, sicura che non ci sia visto che è Domenica e io so che è sempre da suo fratello nei weekend.

« Caro tu vieni con noi? » chiede a mio papà ignorandomi.

Papà imita un rantolo di tosse e afferma « No, non vorrei ammalarmi con questo tempaccio. Resto a casa. Solo soletto ».

Mamma gli scocca un occhiataccia ma lo lascia stare. Mi giro verso papà e con le labbra lo accuso – traditore –

« Ah e caro? » dice mamma ormai già con tutte e due i piedi fuori dalla porta di casa « Se fumi in salotto, lo sento lo stesso l'odore quando torno ».

Penso sia più una minaccia che un avviso.


La teoria dei due amoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora