CAPITOLO QUARTO-Melodia

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«È stato un piacere averla come Preside, professor Dippet» disse Melody, porgendo la mano all'uomo.
«Lei è veramente un idiota!» esclamò Credence, pronunciando poi l'indirizzo di Jacob e Queenie e usando la Metropolvere.
«Signorin-»
«Aggiungo che mi stupisco molto del fatto che lei sia diventato Preside» disse Phineas, imitando l'amico.
«Ehm ehm, signorina Lest-»
«E ci tengo a dirle, oltre a porgerle i miei ossequi, che dovrebbe tenere il suo naso mostruosamente lungo fuori dagli affari altrui» completò Sebastian, prima di imitarlo.
Tutti ridacchiarono: il Corvonero era stato insegnante di Incantesimi per qualche anno, ma Dippet lo aveva licenziato perché sospettava che si stesse "affezionando particolarmente" alla nuova professoressa di Astronomia, la signorina Holmes, dando un esempio non adatto agli studenti.
«Beh, un modo mica male di riprendersi da uno scontro» commentò Tina, prendendo della polvere e sparendo nel camino.
«Stavo dicendo, signorina Lestrange, che il piacere è stato tutto tuo» dichiarò Dippet.
Melody sorrise e sparì come gli altri nel camino.
Il Magizoologo cominciò a preparare la polvere.
«Quanto a te, Neil Sumpter...» lo interruppe Dippet.
«...Newt Scamander...»
«...io l'avevo sempre detto che saresti finito male. E, infatti, ora siamo in mezzo a una nuova guerra. Come l'ultima volta» disse il Preside.
Newt si morse il labbro: la notizia aveva già fatto un lungo giro, a quanto pare.
«Prometto che aiut-»
«Cosa? Chi aiuterà? Silente? Non basta. Il Presidente del MACUSA Bolton ha già parlato con il Ministro e con Sy, il Ministro francese. Grindelwald è ufficialmente scappato, e sembra avere in mente qualcosa di ancora peggiore dell'ultima volta.
«Ascoltami, Scamander. Smettila di giocare e fare finta di stare calmo. E non fare nemmeno l'eroe. Quello che devi sapere, ragazzo, è che se c'è qualcuno che si deve sacrificare tra gli angeli che ti porti dietro, quello sei proprio tu» concluse, andando dietro la sua scrivania e indicandogli il petto con un dito bitorzoluto.
Newt stava mordendo talmente tanto il labbro inferiore che per poco non iniziò a sanguinare. Lo sapeva. Lo aveva sempre detto, lo aveva sempre pensato che sarebbe dovuto essere lui il primo a sacrificarsi per le persone che avevano deciso di seguire lui. Che non avevano fatto nulla di male.
«Non capisco» disse a un tratto «Prima mi ha detto di non fare l'eroe e poi di essere il primo a sacrificarmi. Come collega queste due affermazioni?»
Dippet lo guardò con gli occhi ridotti a fessure e le nocche che stavano diventando bianche a furia di stringere il bordo della scrivania.
«Intendo dire» spiegò «che non devi avere sete di fama. Non devi agire per quella, Scamander. Tutto questo non è già una pagliacciata per te?» domandò, indicando il libro del mago sullo scaffale.
«Io non ho mai agito per la fama» disse lui, guardando la copertina blu del suo scritto «Non ho mai voluto essere riconosciuto per le mie azioni. L'ultima volta sono intervenuto per il bene di quegli angeli-come li ha chiamati anche lei-che sono venuti con me. E anche per tutti voi. Avrei potuto evitare di schierarmi e starmene a Londra. Lasciare che se ne occupasse qualcun'altro. E invece sono andato a Parigi perché volevo che il Mondo Magico fosse libero. E per loro. Niente di più» ribatté Newt, guardandolo negli occhi.
Dippet ricambiò l'occhiataccia e commentò:
«Commovente. Puoi andare. Anzi, vattene, Scamander» disse, sedendosi e mettendo una mano sulla testa.
Newt prese un po' di polvere e si infilò nel camino. Fece per usarla, ma si bloccò:
«Signore…ha detto il mio nome nel modo giusto» disse.
«Assolutamente no, Neal Simpson. Sparisci».

«È tornato!» esclamò incredula Queenie, mettendo i bambini in braccio a Jacob e correndo ad abbracciare Tina.
«Sì. Sì, ma lo fermeremo anche questa volta» affermò l'altra, stringendo a sé la sorella.
La minore si staccò di colpo da lei e mise una mano davanti alla bocca, incredula:
«Non puoi pensarlo davvero!» tuonò, scuotendo la testa.
«Queen, hai appena avuto dei bambini! Non puoi…»
«…lasciare che rimangano senza madre, sì, lo so. Me lo hai detto durante lo scontro» la fermò Queenie, alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia.
«Il concetto è sempre lo stesso» replicò la maggiore, mettendole una mano sulla spalla.
«Teen ha ragione» disse Jacob, avvicinandosi a lei, con in braccio i due gemelli «Hanno bisogno di te».
Diana allungò le sue piccole braccia verso la madre, iniziando a piangere.
Questo gesto sembrò impietosire Queenie, perché la prese in braccio dandole un bacio sulla fronte:
«È vero. Scusate. Ma nemmeno tu, Jacob, ci andrai» disse, determinata.
«Cosa? Ma non…» iniziò lui.
«Vuoi lasciare i tuoi figli senza padre? Mi fido di te, Jacob, lo sai. Ma ti ho già lasciato combattere da solo una volta. Non voglio che succeda di nuovo. Hanno bisogno di te. Ho bisogno di te» disse.
«C'è una semplice soluzione» si aggiunse Melody, timidamente, e iniziò a frugare nel suo baule «A Hogwarts mi è venuta un'idea… al quinto anno… ma non ho mai avuto-eccoli!-occasione di usarli…»
«Usare che cosa, di grazia?» fece Adrian.
Melody lo guardò scandalizzata:
«Te ne ho parlato al quinto anno!»
«E che stavo facendo? Dormivo?»
«Mi stavi guardando negli occhi! Le opzioni sono due, Adrian Hills: o mi stavi ammirando o stavi dormendo dentro. E io credo che la seconda sia la più realistica» disse.

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