CAPITOLO QUARANTATREESIMO - Si ricorda di te

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Melody corse più veloce che poté. Sperò con tutto il cuore di non fare incontri sgradevoli nella Foresta Proibita come le era successo al quarto anno con un Molliccio, ma si rese conto che nemmeno quello sarebbe riuscito a fermarla.
Preparare quell'Antidoto era stato facile come bere un bicchier d'acqua: era bastato utilizzare un Antidoto all'Amortentia già pronto all'uso nell'Aula di Pozioni e mischiarci dei semi di Buniade, un'erba che poteva crescere fino ad ottanta centimetri, la quale era un'efficace risposta ai veleni.
Ora mancava la parte difficile: fermare Newt e fargli bere da quella fiala. Non sapeva bene cosa avrebbe detto, ma ad Astronomia le avevano insegnato che il segno del Leone aveva particolari doti nell'improvvisazione. Ce la poteva fare, insomma.

Eccoli: Newt e Nagini (perché doveva sempre cambiare nome, quello stupido rettile?) si stavano tenendo per mano. Ciò la infastidiva parecchio: era Tina la donna giusta. Non lei. Che fosse Adna, Gimina o Nagini, quella ragazza rimaneva un pericolo: si era avvicinata al gruppo prima grazie a Credence e poi grazie a Newt. Cioè, al suo morso. Merlino, la situazione stava andando via via complicandosi.
Maschi! Così complicati!
Quando fu abbastanza vicina alla coppia, prese il braccio del Magizoologo, fermando la sua camminata. L'uomo si girò e la guardò, con un'espressione di disprezzo che, ne era sicura, non aveva mai fatto con lei. Anzi, non aveva mai guardato nessuno a quel modo. Nemmeno Grindelwald.
Sapeva che, pur non essendo completamente in sé, provava dei sentimenti normali. Il veleno lo rendeva sicuro di avere ragione, ma provava ciò che avrebbe sentito normalmente. Diamine.
«Ascoltami…» iniziò «Prima che tu parta, volevamo brindare al matrimonio tra Credence e Gladys, ragazza che tu non conosci. Mancavi tu, però».
Aveva detto la prima cosa che le era venuta in mente. Insomma, era un dato di fatto che quei due sarebbero finiti insieme, quindi che problema c'era se usava i loro nomi per una buona causa?
Newt sembrò non afferrare al volo la proposta.
“Beh, non che abbia tutti i torti…” pensò, mantenendo uno sguardo alto e fiero per evitare di ingannarsi da sola facendogli capire la trovata.
«Mel…» cominciò il Magizoologo.
Sembrava volerle confessare qualcosa, magari chiederle scusa, ma la ragazza non lo scoprì mai. Gli portò la fiala alla bocca costringendolo a bere la Pozione.
Adna-Nagini imprecò afferrando il concetto e le prese il braccio, cercando di fermarla. Ormai era troppo tardi: Newt aveva trangugiato l'Antidoto.
Melody buttò a terra la fiala di vetro, che si frantumò all'istante, sfoderò la bacchetta e la puntò contro Adna-Nagini:
«Stupef
La donna si trasformò in serpente in meno di un secondo e si lanciò dritta verso la ragazza, che, in assenza di idee abbastanza brillanti, saltò un attimo prima di essere aggredita, atterrando sul dorso del rettile, che emanò un verso stridulo e perse i sensi.

Si avvicinò a Newt, attaccato a un albero con un braccio, la fronte imperlata di sudore e il fiato corto. Doveva stare veramente male. Forse avrebbe dovuto bere l'Antidoto più lentamente.
Appoggiò il braccio sinistro del Magizoologo sulle sue spalle e cercò di sorreggerlo, nonostante fosse quasi a peso morto.
Non proprio una piuma, dunque.
«Scusami, è colpa mia» mormorò «Dovevo fare in fretta».
A terra, Nagini - ancora sotto forma di serpente - stava perdendo uno strano liquido viola dalla bocca. Doveva averle schiacciato per bene l'intestino. Le sue squame stavano perdendo il solito colore blu-violastro, lasciando posto a un grigio scuro. Le puntò la bacchetta contro con il braccio libero e la legò, per poi farla Evanescere facendola Materializzare all'Ufficio del Controllo delle Creature Magiche al Ministero. Sperò che andasse tutto bene.
«Forza, tirati su» tornò a spronare Newt.
Il mago aveva gli occhi chiusi, ma il respiro era rallentato. Non sembrava nelle condizioni di camminare, comunque.
La Lestrange si concentrò e si Materializzò al Lago Nero. Cercò di mettere Newt a sedere sull'erba, ma capì che sarebbe stato meglio farlo sdraiare: gli effetti collaterali che Silente le aveva velocemente elencato si stavano verificando e, nonostante avessero una breve durata, il poveretto necessitava di riposo.
Riuscì, un po' goffamente, ad appoggiarlo a terra, e tentò di stenderlo nella maniera più delicata possibile.
Quando ebbe compiuta la sua impresa, si sedette di fianco a lui, con le ginocchia al petto, ad osservare il Lago Nero.

Quel posto era capace di donarle la pace dei sensi, di farle trovare le idee migliori, di ascoltare il magnifico suono del silenzio. Ogni volta, aveva un pensiero diverso, che spesso rientrava nelle trovate per migliorare il Mondo Magico.
Quel giorno, pensò alla Smaterializzazione: forse era prematuro lasciare che chiunque potesse Materializzarsi nei confini di Hogwarts. Grindelwald stesso avrebbe potuto avere la malvagia idea di attaccare la Scuola di Magia più prestigiosa del mondo. Magari, attuando delle misure di sicurezza, avrebbe potuto garantire un minimo di protezione a tutti quelli che vi passavano gran parte della loro vita. Possibile che nessuno, prima di allora, ci avesse pensato?
Stranamente, un altro pensiero le passò per la mente: veloce, fugace, ma sul quale decise di soffermarsi. Nagini era un segno. Doveva esserlo. Segno che Grindelwald li avrebbe presto attaccati di nuovo. Stava succedendo di nuovo, ed era molto peggio della prima volta.
Si rese conto di quante persone avessero perso fiducia in lei: prima Credence, quando l'aveva accusata di essere una codarda che non sopportava il fatto di aver lasciato cadere Newt in quel Portale; poi Silente, che le aveva intimato di andarsene perché gli ricordava Grindelwald; infine, proprio Newt. L'aveva guardata con uno sguardo colmo di delusione, nonostante fosse sotto l'effetto di un Veleno. E se anche tutti gli altri avessero cominciato a non fidarsi più a causa della reputazione della sua famiglia? L'unico che non avrebbe mai potuto puntarle il dito contro era… era Grindelwald.
La voleva ancora nel suo Esercito, lo sapeva, o l'avrebbe torturata e uccisa mentre era a Nurmengard.
E se la scelta giusta fosse stata quella di schierarsi davvero con lui?

Rabbrividì: che cosa stava pensando? Che le stava succedendo?
Si girò di scatto verso Newt, che ancora giaceva a terra. No, era dalla sua parte che doveva combattere. Le idee del Mago Oscuro non erano totalmente sbagliate, ma un mondo dominato dalla magia avrebbe potuto essere disastroso.
Il Magizoologo iniziò a muovere la testa lentamente. Poi si alzò seduto, strofinandosi gli occhi. Melody lo guardò con la testa inclinata di lato, come una bambina guarda curiosa ciò che la circonda:
«Come ti senti?» gli chiese, senza muovere un muscolo.
«Abbastanza bene, credo» rispose lui, con gli occhi ridotti a fessure, probabilmente cercando di focalizzare il luogo dove si trovava. Poi spalancò gli occhi, come se si fosse appena ricordato di qualcosa:
«Tina! E la valigia!».
«Beh, lei ti ha tirato un bel pugno, ma non è questo il punto. È nel castello, da qualche parte. Ti converrà raggiungerla al più presto. Quanto alla valigia, quella che ti ho dato è vuota. Era soltanto un esperimento per verificare la mia ipotesi: eri talmente confuso dall'Amortentia che lasciavi in secondo piano ogni altro tipo d'amore» spiegò, sperando che afferrasse il concetto.
Il Magizoologo fece una sorta di smorfia e la guardò:
«Cos'è il Corso dei Sospiri?» domandò.
«Per esserti appena svegliato, ti sei ripreso bene» commentò lei «Il Corso dei Sospiri non è altro che il tunnel dove sei rimasto per circa un mese. Venne chiamato così da un gruppo di rifugiati della Grande Guerra. È una storia lunga» spiegò, facendo un gesto con la mano e liquidando l'argomento.
«Credence si sta davvero per sposare?!» chiese il Magizoologo, soffocando una risata.
Lei scosse la testa ridacchiando:
«Non le ha chiesto nulla, ma è già più officiale del tuo matrimonio».
«Sei davvero la ragazza di Adrian?».
La Lestrange arrossì e si morse il labbro, tornando improvvisamente a guardare il Lago Nero:
«Potremmo dire così. Ci sono state varie complicazioni, ma… e-ehi, da quando ti interessano questi intrecci di…»
«Melody…»
«Sai, mi erano mancati i tuoi interrogatori»
«…grazie».

La ragazza si girò di nuovo verso di lui e sorrise:
«Non ho fatto nulla. Prima che tu vada dalla tua amata, ricordati: la Bacchetta di Sambuco si ricorda di te. È per questo che si è creato un Prior Incantatio, l'ultima volta. Si ricorda di tutti i suoi Padroni» spiegò.
Lui la guardò confuso:
«E a cosa mi s…».
Feather passò velocissima sopra le loro teste e lasciò cadere una lettera tra le mani di Melody. Poi, come se fosse spaventata, volò dritta nella Guferia.
La ragazza aprì in fretta la busta:

Bene. Siamo fritti.
Anche Phineas lo dice, e sai com'è lui.
Krall, Travis, Moriamy, sono solo alcuni nomi.
E ci stanno venendo a prendere, li sento.
Ringhiano dal piano di sotto.

Sono qui.
Temo che siano gli ultimi istanti in cui io possa scriverti.
Riesco a sentire i loro insulti, la loro rabbia.
E sono sicura che ci porteranno via.
E che dovremo combattere.
Temo non possiate fare nulla, se non raggiungerci: segui l'indirizzo.

Katie Moonlight

«A questo» replicò Melody, facendo passare il dito sopra tutte le prima lettere delle prime parole di ogni frase: Baker Street.

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