CAPITOLO QUARANTASEIESIMO - Tuono Alato

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Newt si strinse a Frank, guardando in basso. Baker Street stava diventando sempre più piccola, finché non svanì del tutto ai suoi occhi.
L'aria della notte era fredda, a quella quota. Il cielo era nero come il carbone. Grindelwald era ancora a piede libero. Era riuscito a sfuggire. Ma in quel momento non gli importava, no.
Era sul dorso del suo Tuono Alato. Quello sì che era importante.
«Come stai, eh, Frank?» chiese, accarezzandolo, prestando attenzione a non stringegli le piume o a distrarlo durante il suo volo.
La Creatura rispose con un verso stridulo, e aumentò la velocità.
«Mi sei mancato tantissimo».
Frank si alzò ancora più in alto nel firmamento e fece una capriola.
Newt rise, quasi commosso.
«Non farlo mai più» fu il commento di Jacob, dietro di lui.
Il Magizoologo si girò ridacchiando: il Babbano aveva un colore verdastro, e aveva azzerato la visibilità del collo avvicinandolo al petto. Se prima sembrava un bombolone alla crema, ora pareva un ranocchio paffuto.
Tina cercava di rimetterlo in sesto al suo fianco, ma il fatto che anche lei si stesse mordendo il labbro, significava che le veniva da ridere.
Era proprio carina, quando si mordeva il labbro.
"No, non è il momento" tornò alla realtà Newt, ricordandosi della presenza  di Jacob e girandosi verso il capo del Tuono Alato.
Il vento gli scompigliava incredibilmente i capelli e la camicia, tanto che cominciò a rimpiangere di non aver indossato il suo cappotto blu.
Beh, le persone di solito evitano di coprirsi così tanto, ad agosto.
A metà agosto.
Per Merlino, il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di Tina.
Ma lei era arrabbiata con lui, e aveva ragione. Era tutta colpa di Grindelwald. Perché era così malvagio? Aveva anche lui il cuore a sinistra?
Avrebbe voluto odiarlo per quello che aveva provocato a lui e a quella che era ormai la sua famiglia. Ma non ci riusciva, perché l'odio era un sentimento che non poteva provare.
«Dove stiamo andando?» domandò Tina, curiosa e impaziente allo stesso tempo.
Non lo sapeva. Non avevano detto nulla. Dove dovevano andare?
«Ah, ehm... lo sa Frank. Vero?» fece Newt, evitando di incrociare lo sguardo della donna e rivolgendosi alla Creatura, che emise qualcosa di simile a uno sbuffo.
Il Magizoologo si avvicinò di più alla testa del Tuono Alato:
«Conosci Melody, non è così?» chiese.
Frank strillò in segno di conferma.
«Sai rintracciarla?».
La Creatura rispose di nuovo con un verso che pareva affermativo, ma nella sua voce c'era qualcosa di simile a un Non sono il tuo cane, Scamander.

Il cielo sembrava tutto uguale. Intorno a loro c'era solo quella strana oscurità.
E Tina si sentiva terribilmente in colpa per tutto: non era riuscita ad arrestare i criminali; non aveva lasciato parlare Newt; e, soprattutto, non aveva protetto Jacob.
Aveva promesso a Queenie di farlo, quando si erano salutare in fretta nell'ufficio di Silente. E, invece, era toccato a Melody proteggerlo. Tutto per colpa della sua sbadataggine.
Avrebbe protetto tutta la loro famiglia, da quel momento. Era pronta a sigillare un Voto Infrangibile, ne era certa. Non avrebbe sbagliato un'altra volta.
Improvvisamente, Frank iniziò a scendere in picchiata a una velocità indescrivibile.
L'unico suono, oltre a quello del forte vento che le entrava nelle orecchie, erano le urla di Jacob:
«AVEVO DETTO DI NON FARLO PIÙÙÙÙÙÙÙ!».
Il Tuono Alato arrivò a pochissimi centimetri dal terreno. Poi, quando ormai era certo che si sarebbero schiantati, si raddrizzò e appoggiò le zampe a terra.
«Sei stato eccezionale, Frank» mormorò Newt, scendendo sulla terraferma e iniziando ad accarezzarlo.
Si trovavano in una strada vuota e silenziosa. Quelli che avevano vicini non sembravano case, bensì negozi. Il terreno era lastricato di piastrelle.
«Siamo a Diagon Alley» disse Tina, riconoscendo il Ghirigoro e Ollivander poco piu in là. Scese dal dorso del Tuono Alato e fece per appoggiare una mano sulla Creatura per ringraziarla, ma Jacob la fermò:
«Se è quello di New York, sta' attenta: è sensibile agli estranei».
Il No-Mag stava ancora riprendendo fiato dal trauma di qualche istante prima, ma il colore verdognolo stava cominciando a sparire. Tina lo aiutò a toccare la terraferma:
«Chiedo umilmente scusa, allora. Dovrei sapere le caratteristiche di questa Creatura in particolare» mormorò l'Auror, pentendosi troppo tardi di avere pronunciato quelle parole anziché limitarsi a pensarle.
«Perché eri nei Tuono Alato a Ilvermorny?» domandò Newt, girandosi verso di lei.
Ecco, appunto.
La donna fece finta di non sentirlo.
«Beh, non è un totale difetto, essere sensibili agli estranei» osservò il Magizoologo «E queste Creature sono anche avventurose, coraggiose, brillanti. Hanno anche dei difetti, ma tutti li abbiamo: ad esempio, non vogliono mai veramente ferire gravemente qualcuno, nemmeno se sono in grave pericolo e...». 
Tina strinse le labbra e guardò altrove. Aveva capito.
«C'è qualcosa che non mi...?» iniziò il Magizoologo, corrugando la fronte, ma lo squittio decisamente poco masculino di Jacob sembrò interromperlo:
«Amore!» urlò, infatti, il No-Mag, correndo verso il Paiolo Magico. L'ombra di Queenie era a malapena visibile.
«Vado a prendere la sua valigia. Resti qui, signor Scamander» ordinò Tina, cercando di sfuggire all'argomento che Newt era riuscito a sfiorare.
Si diresse a passo spedito verso la locanda, finché non sentì le braccia della sorella avvolgerla in un abbraccio. Provò a chiudere la mente, per non permetterle di sentire quello che aveva fatto. Anzi, quello che non aveva fatto.
Come al solito, però, non ci riuscì.
«Va bene così» le sussurrò tuttavia all'orecchio Queenie «Non farne una tragedia».
«Altair e Diana?» chiese l'Auror, per non farle dire altro.
Queenie indicò i due bambini in braccio a Jacob, che giocavano contenti con il naso del padre.
Le scappò un sorriso sincero, a quella vista.
«La valigia, certo» la precedette Queenie, tornando all'interno del locale e uscendone con l'oggetto che le serviva.
«Torno subito» disse Tina in tono di ringraziamento.
Fece qualche passo e si girò di nuovo:
«Non provare a dire che prima o poi lo dovrà sapere» ordinò alla sorella.

~My space~
OK. Scusate se questi ultimi capitoli fanno più schifo del solito. Davvero, mi dispiace, ma cerco di fare il possibile.
Il prossimo sarà MOOOOLTO più utile, perché si spiegherà il motivo del Photoshop di questa storia! (Per chi non avesse capito, parlo di come Grindelwald è riuscito a modificare a suo piacimento tutti gli eventi del nostro caro vecchio Newt).
VOGLIO TANTE TEORIE SU QUESTO E SUL SEGRETO DI TINA, MI RACCOMANDO!
Ve se ama,
Camy ❤🎶

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