CAPITOLO CINQUANTESIMO - Dimenticarsi di respirare

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Un anno dopo…

«CALMO!»
«NON POSSO!»
«DEVI RESPIRARE!»
«COME FACCIO A RESPIRARE?»
«ERI QUELLO CHE NON SI PREOCCUPAVA!»
«BENE, LO SONO ECCOME!».
La risposta di Jacob fu frenata da un cuscino che lo colpì in pieno viso.
«Giuro che il primo che osa urlare di nuovo verrà giustiziato subito dopo la fine della cerimonia» sentenziò Melody, con aria accigliata «E poi, dovrei essere insieme a Queenie ad aiutare Tina. Perché mi avete chiamata voi?».
«Questo Magozò è insopportabile. Pensavo che lo avresti messo in riga».
Erano tutti e tre nella stanza da letto di Newt, uno spazio piccolo con una stretta amaca appesa al soffitto. Le pareti erano color indaco, ed era probabilmente la sala più disordinata del mondo: sul pavimento erano sparsi sonagli dalla forma strana e altri giocattoli di questo tipo, probabilmente per le Creature. La scrivania sulla sinistra era peggio di quella che era contenuta nella valigia: piena di fiale e cianfrusaglie ammassate. Si sapeva che Newt non era per nulla capace di lavorare nell'ordine. Una sola finestra illuminava perfettamente la stanza in ogni momento della giornata.
«Ok, questa volta è davvero impossibile restare calmi. Voglio dire, Jacob! Anche tu eri così al tuo m…ma…mat…».
Melody gli tirò uno schiaffo sulla guancia.
«Ahia» mormorò il Magizoologo, massaggiandola.
«Ascolta, Newton. Va tutto bene. D'accordo? Va tutto bene. Sarà una giornata stupenda e non permetterò a nessuno di rovinarla. Promesso» disse la ragazza, con il tono più amabile che trovò.
Newt la guardò e annuì, per poi prendere un respiro profondo e domandare:
«Come mi devo vestire?».
A Melody e Jacob caddero le braccia.
«Non hai un vestito pronto?» chiese il Babbano, massaggiandosi la fronte.
«Sì, ma è troppo Theseusico per me» spiegò il mago, guardandosi le punte delle scarpe.
«Vuoi dire che stai riciclando l'abito di tuo fratello?» lo interrogò la Lestrange, mettendo le mani sui fianchi.
Newt annuì lentamente.

Jacob si buttò sull'amaca per esprimere il suo dissenso.

«Allora» iniziò Melody, lanciandogli un'occhiataccia che sapeva molto di “Grazie per l'aiuto, Kowalski” e mettendo le mani sulle spalle de Magizoologo «È molto tenero da parte tua, sul serio. Ma… ehm… avevi una storia complicata con la persona che tuo fratello doveva sposare, no? Non pensi che sia leggermente inappropriato?».
«Volevo…»
«HO CAPITO» gemette Jacob, dondolandosi sull'amaca «Ma non va per niente bene».
«Beh, e… che dovrei fare?» domandò il Magizoologo, abbandonandosi in balia dei due.
«Dimmi che non esiste un Incantesimo Crea-Vestiti o qualcosa del genere e non ti crederò» disse l'altro, rivolgendosi a Melody.
La ragazza si strinse nelle spalle:
«Non posso fare comparire una stoffa dal nulla, ma… so come Transfigurare una coperta in un…».
In un batter d'occhio, Jacob era uscito dalla stanza ed era rientrato con un lenzuolo come la pece:
«A meno che il nostro signor Scamander non si voglia vestire da Vampiro ad Halloween, possiamo riciclare questo tessuto funebre» commentò, guardando annoiato il triste colore della stoffa.
«Va bene, vedrò cosa riesco a fare…» mormorò Melody, trattenendo una risata e puntando la bacchetta contro il telo
«Filum».
Da lenzuolo, il telo diventò più leggero e adatto a un abito. La ragazza continuò il suo lavoro:
«Consuo».
Il tessuto iniziò ad elaborarsi secondo l'immaginazione della Lestrange, fino a che non diventò un vero e proprio smoking.
«Credo tu abbia abbastanza camicie bianche» disse Melody, rivolgendosi al Magizoologo, che annuì in risposta.
«Tutto qui?!» fece Jacob incredulo «Ci abbiamo messo due minuti! Certe volte vi vorrei proprio vedere al posto di noi Non-Magi, cari».
«Jacob, ti prego, non ti ci mettere anche tu» lo implorò Melody, e il Babbano fece segno di cucirsi la bocca.
«Grazie, Mel» mormorò Newt, accennando un sorriso.
«Di niente. E ora evapora» comandò lei, consegnandogli in mano l'abito nuovo e incrociando le braccia.
«Vado» disse distrattamente lui, acchiappando la camicia meno spiegazzata che trovò nel piccolo armadio di quercia e correndo fuori dalla stanza.

«Andrà tutto male!» esclamò la voce di Tina dalla sua camera da letto. Queenie roteò gli occhi:
«Suvvia, Teen! Sai che non è così, piantala di lamentarti! Avanti, Altair, di' quella cosa bella alla zia Tina!» replicò, incitando il figlio con un sorriso dolce.
«Ti volio tanto bene!» rise il piccolo, mentre la sorella gemella, evidentemente gelosa, gli metteva una minuscola mano sulla faccia.
L'Auror sembrò intenerirsi:
«Anch'io, caro!» rispose, per poi pensare “Se mi immagino tra qualche anno nella tua stessa condizione… buon Lewis, non ce la farò mai!”.
«Non dire così» sbuffò la sorella minore, esasperata «Aspettavi questo momento da secoli, perché non te lo godi? È normale che tu sia agitata, lo sono stata anch'io! Ma non permettere all'eccessiva ansia di rovinarti il momento. Al futuro ci penserai domani. È meglio non pensarci mai, effettivamente, al futuro: arriva così presto!».
«Bellissimo discorso, Queen, davvero. Ma - ah, maledetta gonna! - purtroppo sono troppo complicata per esserne rassicurata».
«La cosa divertente di essere Legilimens è che conosci tutti meglio di chiunque altro. E quindi posso garantirti che anche il tuo neo-sposo è agitato quanto te» rise l'altra, cercando di alleggerire il peso del discorso.
«Ti prego! Stai peggiorando la situazione!» esclamò, abbassando la maniglia e uscendo dalla stanza.
Questa volta, toccò a Queenie rimanere senza fiato: la figura snella e slanciata della sorella sembrava molto più dolce del solito. Le spalle erano scoperte, le maniche bianche quasi trasparenti partivano appena sotto di esse. Per il resto, il vestito era di un bianco candido come la neve, sebbene fosse giugno e quindi l'aria abbastanza calda.

«Teen, sei uno splendore!» fu tutto quello che riuscì a dire Queenie, mentre la sorella si mordeva il labbro, sistemandosi delle imperfezioni invisibili alla gonna

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«Teen, sei uno splendore!» fu tutto quello che riuscì a dire Queenie, mentre la sorella si mordeva il labbro, sistemandosi delle imperfezioni invisibili alla gonna.
«Nom credo proprio» disse lei, il bel viso segnato dall'ansia «E se dovessi cadere?».
«Non lo farai» la rassicurò Queenie.
«E se qualcuno dovesse opporsi?».
«Non succederà».
«E se dovesse dire di no?».
«Non lo farebbe mai. E poi, ricordati che ci sono io con te! Andrà tutto a meraviglia, me lo sento» promise Queenie, prendendo tra le sue le mani fredde della sorella.
«Grazie, Queen» sussurrò lei, avvolgendo la minore in un abbraccio.

~My space~
MA HEHEHEHEHEHEHEYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY COME VOLA EL TIEMPO!
Già sto pensando a diecimila extra, perciò BE PREPARED.
Non è finita, ovviamente.





















































































E, no, non sono nemmeno finite le peripezie.
Ora taggo la Eda perché non aggiorna da secoli e volevo sgridarla per bene EdaMadda.
Metto anche le mie due SALAMANDERSSSSS _AresInVeins_ e Una___potterhead perché mi odieranno dal momento che non ci sono né Gladys né Katie now e… basta.
Aaaaalla prossima settimana!
Camy ❤🎶

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