CAPITOLO TERZO-Come l'ultima volta

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A Tina girava la testa. Sua sorella era dentro da un'eternità e tutto ciò che si era sentito era qualche urlo. Quegli urli l'avevano straziata: era troppo difficile, per lei, sentire la persona a cui teneva di più al mondo urlare.
Newt era lì con lei, che le teneva la mano. A ogni urlo, l'Auror stringeva la presa e chiudeva gli occhi, tanto che a un certo punto la lasciò andare arrossendo. Lui, però, le prese di nuovo la mano, come per dirle di continuare.
Dopo quelli che parvero secoli, dalla porta dell'Infermeria uscì l'Infermiera, che guardò tutti con un sorriso a trentadue denti:
«Due gemelli!» esclamò.
Prima che potesse dire altro, Tina entrò nella stanza. Sua sorella piangeva di gioia tra le braccia di Jacob. Due bambini stavano piangendo in braccio a lei:
«Queenie…»
Vedendo quella scena, anche gli occhi di Tina si riempirono di lacrime di commozione e si avvicinò di più al lettino.
«Teen! Sono due! Un maschio e una femmina!».
Probabilmente in un giorno qualunque, la minore le avrebbe semplicemente letto il pensiero, capendo che lei sapeva dei gemelli. Ma quella volta no, quella volta era troppo contenta e immersa nei suoi di pensieri per accorgersi di quelli degli altri. Tina si unì al loro abbraccio.
«Altair e Diana» disse a bassa voce Queenie, immensamente felice.
«Sono bellissimi» commentò la maggiore, dando un bacio sulla testa alla Legilimens.
«Complimenti» fece Newt, avvicinandosi e sentendosi come un incomodo. Jacob lo prese per un braccio e lo avvicinò di più, fino a far unire all'abbraccio anche lui.
Quando si sciolsero, Melody buttò le braccia al collo di entrambi:
«Sono fantastici. Sei stata bravissima, Queen!» esclamò, guardando i due piccoli.
«Grazie, Mel»
«Queenie! In caso dovessi avere qualche difficoltà potresti far badare a noi queste due giovani stelle!» fece Credence, avvicinandosi pure lui.
«Esatto! Siamo completamente affidabili!» confermò Phineas, urtando un ripiano pieno di boccette che per poco non caddero a terra.
«Lo terrò presente» disse Queenie, ridendo.
«Mademoiselle, non deve badare ai miei compagni…» si intromise Sebastian.
«Compagni un corno!» fecero in coro Credence e Phineas.
«…ma tutti sanno che io sono il più-»
Un tonfo.
Tutti si girarono con sguardo interrogativo verso la porta. Melody, Newt e Tina sfoderarono la bacchetta.
Un altro tonfo.
La porta si ruppe.
Ciò che ne entrò fece accapponare la pelle a Newt: una quindicina di maghi, vestiti in eleganti abiti neri e con delle maschere bianche che coprivano la prima metà del viso, cominciarono a lanciare Maledizioni: i seguaci di Grindelwald. L'Armata.
Chiunque fosse predisposto nella stanza iniziò a parare i numerosi fasci di luce che sfrecciavano verso di loro per segnare la fine.
Il Magizoologo era stato il primo obiettivo di Grindelwald, ma cercò di non permettere agli altri di proteggerlo: non voleva che morissero per lui.
«Newt!» gridò Melody «Non vogliono te! Vogliono i bambini!».
Il mago li guardò: aveva ragione. Era troppo facile, rispetto all'ultima volta. C'erano pochi fasci di luce che cercavano di arrivare a lui. Piuttosto, si avvicinavano a Melody e Tina, le due più vicine ai bambini.
«Queenie! Devi andare via da qui!» urlò Tina.
«Voglio combattere!» ribatté la Legilimens, cercando di alzarsi dal lettino.
«Metti al sicuro i bambini, Queenie! Non puoi lasciare che rischino di crescere senza madre!» ordinò la maggiore, parando una Maledizione particolarmente potente.
La Legilimens chiuse gli occhi: non voleva lasciarli. Nonostante ciò, prese il braccio di Jacob e si Smaterializzò insieme ai due piccoli gemelli, che piangevano come se stessero capendo cosa stesse succedendo.

Furenti, i seguaci puntarono più bacchette contro Newt.
Era così, allora: era ancora il bersaglio principale.
Mentre lottava, si chiese cosa avesse fatto per essere lì a combattere: perché proprio lui? In fondo, era solo andato a New York per poi liberare un Tuono Alato che non sopportava più di stare in una valigia portata di qua e di là in giro per il mondo. Non aveva mai voluto essere famoso, anzi, aveva sempre preferito lasciare che fossero gli altri ad essere ammirati. Non aveva mai voluto nemmeno combattere. Avrebbe sicuramente privilegiato il suo lavoro di prendersi cura delle Creature, come aveva fatto durante la Grande Guerra. E invece era lì, a parare Maledizioni, perché se c'era qualcosa che Newt Scamander aveva sempre voluto fare era vivere. Non lasciarsi sfuggire questa opportunità meravigliosa tra le dita. Viaggiare, essere in pericolo, stare con le sue amate Creature, esplorare nidi e caverne… e stare con Tina. Dopo Leta, si era quasi ripromesso di non innamorarsi più. Ma quando la conobbe, non riuscì più a mantenere quella semi-promessa.
Una bellissima successione di note entrò nelle sue orecchie: riconobbe il suono del flauto di Pan. Phineas lo stava suonando.
I seguaci si misero le mani sulle orecchie e fecero per correre via, ma vennero legati da vari Incarceramus da parte di Newt, Tina, Melody, Adrian e Sebastian.
Credence si trasformò in Obscurus, spaventando gli ultimi seguaci che cercavano di tenere duro, e lasciò che imprigionassero anche loro.
«State tutti bene?» chiese Silente, entrato nella stanza, avvicinandosi a Newt e Tina.
«Suppongo di sì» disse l'Auror, sistemandosi la camicia.
Il Magizoologo notò che anche il professore aveva in mano un flauto di Pan, come Phineas. Li aveva aiutati.
L'ultima volta era rimasto a casa del circense, dato che Grindelwald era riuscito a localizzarlo ed era riuscito a bloccarlo.
«Che diamine volevano?» chiese Sebastian, confuso.
«Può essere solo per vendetta dato che Queenie ha fatto il doppio gioco?» propose Credence, con gli occhi socchiusi.
«È un'ipotesi» commentò Tina «ma mi sembra strano che fossero qui solo per questo. Il loro obiettivo principale è sempre stato Newt, perciò perché avrebbero dovuto mirare ai bambini quando ce l'avevano sotto il naso?».
«Siamo sicuri di una cosa, però» Melody si avvicinò alla finestra «Grindelwald è scappato di nuovo, a quanto pare».
«Perché aspettare tanto? Sono passati quattro anni, in fondo» osservò Adrian, avvicinandosi a lei.
«Forse per entrare all'improvviso e fare un colpo di scena» disse Phineas.
«E i seguaci non sono cambiati…» mormorò Newt, vedendo sul davanzale della finestra due squame blu: Nagini.
«È ancora in possesso della Bacchetta di Sambuco?» domandò Credence.
Newt annuì.
«Dobbiamo fermarlo» dissero Tina e Melody all'unisono.
Newt guardò la donna che amava e poi abbassò lo sguardo:
«Credo che non sarà facile come l'ultima volta…» mormorò.
«Come se l'ultima volta fosse stata facile» commentò Sebastian.

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