CAPITOLO CINQUANTADUESIMO - Una dolce ragazzina

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«DOVETE MORIRE!» urlò a pieni polmoni Adrian, avventandosi sul padre di Melody con una furia che nessuno gli aveva mai visto addosso.
Tina lo imitò, stordendolo con un movimento deciso della bacchetta e avvicinandosi a lui per tirargli un pugno.
Queenie gli infilò praticamente un tacco delle scarpe nell'addome, seguita da Jacob che lo afferrò per il bavero e lo buttò a terra. Credence riuscì a mantenere il controllo e non uccise l'uomo, ma decise comunque di saltargli addosso e tirargli una forte gomitata. Gladys e Sebastian si trasformarono nei loro Animagi e afferrarono la madre della ragazza per le spalle con i loro becchi, mentre Phineas, sotto forma di leone, correva sotto di lei ruggendo.
Newt non capiva nulla. Non riusciva a muovere muscolo, tutto sembrava girare così velocemente da non lasciargli scampo.
Era colpa sua. Non avrebbe dovuto avvicinarsi.
Si inginocchiò vicino al corpo immobile di Melody e la mise sulle sue gambe. Le lacrime gli scorrevano velocissime lungo le guance, ma lui non se ne accorgeva. La carnagione della giovane strega era pallidissima, il petto immobile.
«Signor Scamander! Mi deve ascoltare!».
Katie stava urlando agitando le braccia davanti al suo viso. Il Magizoologo la guardò con sguardo interrogativo.
«Ha un qualsiasi rimedio per i veleni? Henry dice che questo tipo non ha un effetto immediato!» chiese, con una punta di speranza nel tono, mentre Travis, vicino a lei, annusava il calice vuoto.
Newt non sapeva cosa dire:
«Non ce la faccio» mormorò.
Katie gli tirò uno schiaffo sulla guancia:
«La pianti! Deve trovare un rimedio, lei è esperto di Pozioni!» lo riprese.
Aveva ragione. Anche Melody glielo avrebbe detto. E forse avrebbe parlato ancora, se lui avesse scovato un antidoto.
Tina gli corse accanto:
«La tengo io. Li arresterò, promesso. Risolverò il caso, ma tu salva la sua vita» ordinò, guardandolo negli occhi.
Newt le osservò il viso per un secondo. Poi, in un momento di disperazione e fretta allo stesso tempo, disse:
«Ti amo».
L'Auror lo guardò colpita, per poi mormorare:
«Anch'io ti amo. Ma ora va', idiota, muoviti!».
Tina prese Melody tra le braccia e Newt corse ad afferrare la valigia.

Nagini impallidì, guardando ciò che stava succedendo nella sfera di cristallo sul piccolo tavolo nella Sala di Nurmengard. Si girò lentamente verso il Mago Oscuro, chiudendo la mente il più possibile ed evitando un qualsiasi contatto visivo:
«Mio signore, c'è…»
«Il veleno è stato bevuto?» chiese Grindelwald, seduto su una sedia dallo schienale altissimo, le mani congiunte come in preghiera e il viso appoggiato su esse. I suoi occhi erano chiusi, come se stesse elaborando un pensiero o aspettando pazientemente qualcosa.
La Maledictus spostò il peso da un piede all'altro, mordendosi il labbro a disagio:
«Bevuto sì, ma… non dalla persona giusta, ecco» balbettò, stringendo le labbra e aspettando l'improvvisa furia del Mago Oscuro.
«Poco male. Ci riproveremo. E da chi?» domandò, calmo.
«…da Melody Lestrange, signore» rispose, con voce tremante dalla paura.
Grindelwald non mosse un muscolo, ma sibilò:
«Esci, Nagini».
La ragazza si inchinò e camminò a passo svelto per evitare un qualsiasi ripensamento da parte del suo signore.
Una volta solo, Gellert si alzò dalla sedia e corse a vedere la sfera:
«IDIOTI!» gridò.
Non avrebbe dovuto fidarsi di quei due Babbani. Erano dei buoni a nulla. Era riuscito a farli scappare dalla prigione e loro avevano finto totale rispetto nei suoi confronti con voci mielate e discorsi insensati, come la stupida idea di tenere sempre con sé un braccialetto il cui ciondolo raffigurava i Doni della Morte. Era palese che prima o poi qualcuno - e quel qualcuno era stato sicuramente Melody Lestrange - li avrebbe scoperti. Che incapaci. Perché non li aveva uccisi subito, quando ne aveva la possibilità? Oh, avrebbero sofferto! Avrebbero sofferto per aver fatto del male a quella dolce ragazzina.
Ecco, l'aveva pensato.
Ma ovviamente non era così. Assolutamente no, lui li odiava tutti, compresa lei.
Mise una mano sulla sfera e chiuse di nuovo gli occhi, cercando di concentrarsi il più possibile.

«Il Bezoar» spiegò Newt, riemergendo dalla valigia «è un rimedio assai poco noto, ma è efficace per tutti i veleni e…»
«Muoviti» ribatté Jacob, frettoloso.
Il Magizoologo si avvicinò a Melody e le aprì la bocca, per poi metterci dentro il Bezoar con mano ferma e stando attento a non soffocarla.

Grindelwald strinse le palpebre corrugando la fronte e iniziando a tremare:
«Forza!».

«Deve funzionare!» esclamò Newt, mentre il silenzio regnava ormai nella stanza. Tina gli mise una mano dietro al collo, senza dire nulla.

«Deve funzionare!» urlò Grindelwald, mentre improvvisamente sentiva che qualcosa - probabilmente il Bezoar - gli stava facilitando il lavoro. Mancava solo un piccolo sforzo…

Nessuno osava parlare.
«Per i Denti di Merlino, ragazzi! Questo è un matrimonio, mica un funerale!».
La voce di Melody fece alzare il viso a tutti: la ragazza li guardava, con un sorriso raggiante dipinto sul volto ancora esausto dall'effetto prossimo del veleno. I suoi occhi blu erano tornati a brillare.
Newt non resistette e la prese tra le braccia per abbracciarla stretta.
«Wow» sospirò lei, stupita «Dovrei morire più spesso».
«Mi fai sempre prendere un colpo, alla fine delle peripezie. Perché lo hai fatto?» chiese lui, cercando di non dare a vedere che stava piangendo.
«Te lo dovevo. Ero in debito con te. E poi, ti avevo promesso che niente e nessuno avrebbe potuto rovinare il giorno del tuo matrimonio» replicò lei, ricambiando l'abbraccio.
«Ora mi puoi quindi promettere che non farai più qualcosa del genere?» domandò il Magizoologo, decidendo che era la cosa migliore da dire, dal momento che parlare di debiti con la Lestrange era una partita persa.
«Spero che non ce ne sia la necessità» ribatté lei, sorridendo ancora di più.
«Tu. Tu mi hai fatto perdere quarantatré anni di vita» commentò Adrian alle spalle della ragazza, che si alzò in piedi e corse, con le poche forze che aveva, a dargli un breve bacio sulle labbra.
Quando si staccò, il ragazzo era rosso quasi quanto il cappotto invernale di Melody, e mormorò:
«Ok, credo di averli appena recuperati».
Tutti scoppiarono a ridere, più per il sollievo che per il commento di Adrian, e uno per uno abbracciarono la ragazza, leggeri come piume.

Grindelwald si accasciò a terra per lo sforzo. Doveva ammettere che senza il Bezoar di Scamander non ce l'avrebbe mai fatta.
Tenne soltanto una mano sulla superficie della sfera. Per una volta, sentiva di aver fatto veramente qualcosa di giusto.
Sorrise, mentre una lacrima di gioia gli percorreva per la prima volta la guancia.

~My space~
Albus sarebbe fiero di te, Grindie 😏😏😏
E NADA, lunedì ho una verifica di vocaboli di russo, perciò vado a finire Aska is the wor(l)d e ci vediamo settimana prossima!
Camy ❤🎶

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