CAPITOLO TRENTAQUATTRESIMO-Piumato

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Tina guidava il trio con la bacchetta sfoderata. Aveva un pessimo presentimento, uno strano sapore amaro in bocca, come se potesse prevedere quello che sarebbe successo poco dopo. Si girò verso Sebastian e Katie:
«Dunque, dobbiamo uscire da qui seguendo la strada che abbiamo percorso prima. Ve lo dico chiaramente: sento che non sarà una passeggiata. In caso dovessimo incontrare Grindelwald, per quanto allettanti siano le sue proposte non lasciatevi convincere. Avete visto ciò che hanno fatto a quegli uomini, i Pentiti: ha delle idee perverse» si raccomandò, quasi in tono di supplica.
«Chiaro» rispose subito Katie.
«Cristallino» sottoscrisse Sebastian, annuendo.
Tina mormorò un «grazie» sottovoce.
Non la ascoltavano spesso, al MACUSA. E nemmeno al Ministero della Magia. E quando qualcuno lo faceva, si accendeva in lei una strana sensazione. Qualcosa che partiva dal battito accelerato del cuore ed emanava calore. Tutto questo si riversava sulle sue gote, che si dipingevano di un rosso lieve. In realtà odiava arrossire: pensava che fosse simbolo di vergogna, debolezza, goffaggine. Credeva che la facesse sembrare vulnerabile e fragile. Una preda semplice. Si ripeteva sempre che non lo era, che doveva essere forte per avere una carriera da Auror. In ogni caso, cercava di guardare sempre le persone negli occhi, forse per far capire loro che non era per nulla facile persuaderla o farle cambiare idea, ma anche per mostrare di non essere intimorita da nessuno. Tuttavia, le riusciva più semplice quando erano gli occhi della persona in questione per primi a parlare. Ad invitarla a continuare a guardarli, come se stessero sfidando a capire appieno l'anima che si celava dietro di essi. Con Newt era così. A volte, quegli occhi verdi le facevano provare invidia verso Queenie: desiderava di avere il suo potere e di scoprire cosa passasse per la testa di quel Magizoologo.

Decise di lasciare i ricordi da parte e si avvicinò alla porta che li avrebbe condotti nel lungo corridoio. Era ancora piuttosto macabro, con tutti quei piccoli quadri raffiguranti genocidi di No-Mag, ma, per qualche ragione, appariva meno triste e colmo di tensione. Forse era dato dal fatto che non era la prima volta che lo attraversavano.
«Pronti?» chiese, con il cuore in gola.
«Pronti» risposero all'unisono Katie e Sebastian, stringendo le loro bacchette.
Sistemò l'impugnatura sulla sua e mosse il primo passo. Nessun rumore. A pensarci, non riusciva a sopportare quel tipo di silenzio: la straziava, le congelava il sangue nelle vene. Le faceva lo stesso effetto della risata di Grindelwald: probabilmente era qualcosa di intenzionale, dato che quel posto era chiaramente sotto suo possesso.
«Ehm... proseguiamo?» chiese Katie, alzando le sopracciglia.
«Certo» rispose Tina. Era stranamente attratta da quel luogo che sapeva di mistero e terrore allo stesso tempo.
Cominciò ad avanzare con più sicurezza, lanciando occhiate nervose al banco: Travis Senior non c'era più, ed ebbe la tremenda sensazione che fosse andato a Nurmengard.
Calpestarono il lungo tappeto rosso e arrivarono al portone. Strano che non fosse successo nulla.
«Beh, Newt aveva ragione» commentò Sebastian «Preoccupati e soffri...»
«Sono loro!»
«...due volte. Già, c'è anche la seconda volta» completò l'uomo.
«Deve essere un tipo simpatico» aggiunse di fretta Katie, girandosi verso la voce.
Tina abbassò la maniglia: la porta era chiusa a chiave. Come aspettarsi altrimenti, dopotutto? Decise di voltarsi anche lei.
Si trattava del donnone che li aveva fermati all'entrata, che si era bevuta l'interpretazione di Melody. Sembrava parecchio arrabbiata, ma anche imbarazzata per essere stata chiaramente presa in giro.
Era accompagnata da altri due uomini parecchio alti. Erano vestiti con la solita elegante divisa dell'Armata, una tunica nera lunga fino a toccare terra e una maschera bianca che copriva soltanto la parte alta del volto. Sfoderaromo tutti e tre le bacchette e le puntarono contro il trio.
«Flipendo!» li precedette Tina, scaraventando all'indietro il donnone. Se prima era riuscita a darle della "Giunone", in quel momento non avrebbe più potuto. Ne aveva abbastanza di divinità greche e romane. Una volta a casa, avrebbe nascosto volentieri l'Iliade e l'Odissea. Parò una Fattura appena in tempo. "Mai distrarsi durante uno scontro" ricordò a se stessa. Prima doveva pensarci ad arrivare, a casa.
«Beh, se permette, ha dei riflessi abbastanza lenti, signora Burks» si lasciò sfuggire Sebastian, mentre la donna si faceva aiutare da uno dei due uomini a rialzarsi.
«Come fate a sapere tutti il mio nome, oggi?» domandò lei, abbandonandosi alla curiosità.
«È scritto sul cartellino, signora» le fece notare lui.
«E lei come fa a vederlo da lì?» chiese di nuovo la Burks, confusa.
In tutta risposta, Sebastian si trasformò in un'aquila e si fiondò addosso all'uomo che aveva cercato di colpire Tina, graffiandolo con gli artigli.
Tornò normale e gli puntò la bacchetta alla gola.
Tina e Katie approfittarono del momento per colpire gli altri due e immobilizzarli.
«Beh, è stato facile» commentò Katie, alzando le spalle, mentre Sebastian Pietrificava anche il secondo seguace.
Una decina di altri uomini spuntarono da dietro il banco di Travis.
«Sembra che entrambi non avrete la vostra frase d'effetto, oggi» disse Tina.
Avrebbe voluto fermarsi e combattere, ma Sebastian l'aveva già presa per un braccio borbottando qualcosa come «Sono troppi» e stavano correndo tutti e tre verso l'uscita. Katie si occupò di parare le Maledizioni: per qualche ragione, i suoi Incantesimi di Protezione erano parecchio efficaci e resistenti, tanto che alcuni fasci di luce rimbalzavano e tornavano al mittente. Persino la ragazza era stupita di se stessa.
«Alohomora» mormorò Tina, e la porta si aprì. Uscirono finalmente all'aria aperta e la richiusero per guadagnare tempo.
L'Auror prese la mano di Katie e si Smaterializzarono ad Alexanderplatz.
«Che stiamo facendo?» chiese in fretta Sebastian.
«Grindelwald non è qui» rispose a denti stretti Tina, toccando la Passaporta a forma di vaso di fiori-grazie al cielo nessuno era stato tanto gentile da romperlo-e, dopo un forte strappo all'ombelico, si Materializzarono a Notting Hill.
«Come fa a dirlo?» domandò Katie, con il fiatone.
«Ve lo spiegherò dopo» replicò lei «Torniamo a casa».

«Il piano è cambiato, lo sai bene» disse Grindelwald.
«No, non lo so» rispose la ragazza.
«Non è più una parte secondaria: devi sedurlo, farlo innamorare di te. Non sarà difficile» spiegò il Mago Oscuro, guardando la seguace negli occhi.
«Certo» rispose lei, facendo un inchino e aspettando che Grindelwald aprisse il Portale.
«Schneider? Non mi deludere» si raccomandò Grindelwald.
«Non lo farò» rispose lei, secca.

~My space~
Aspetto i vostri "L'AVEVO DETTO!" "BRUTTA BEFANA!".
Ehhhhh, Newt dovrà stare attento. Che dite, è pericoloso che lui abbia l'anello con sé in presenza di Adna? Aspetto vostre teorie!
Diciamo che questo capitolo è stato un parto assurdo, dal momento che il mio cellulare sta andando in tilt (povero Wiko giurassico) e ho dovuto scrivere dal tablet. Peccato che questo non avesse le virgolette per i dialoghi. Così ho installato la tastiera, ma è enorme e mi sto abituando.
Comunque, dedico questo capitolo a Una___potterhead (Katie prende ispirazione da lei hihi) che mi ha fatto i complimenti (esagerata obv) e si lamenta perché non le arrivano le notifiche! 😂😂
Camy ❤🎶

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