CAPITOLO SEDICESIMO-Thestral

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Tina si fermò, incredula.
«Cosa…?»
«Ci dispiace, credo» cominciò Gladys, guardando altrove, con un'ombra di divertimento negli occhi.
«Siamo mortificate, signorina Goldstein» la corresse Katie a denti stretti, tirando una gomitata all'amica.
«Già, sottoscrivo» rimediò Gladys.
«Tornare indietro è troppo prematuro…» mormorò Melody, scuotendo la testa.
«Ma non serve!» fece una voce.
Tutte sfoderarono la bacchetta e si strinsero dandosi le spalle l'un l'altra, pronte ad attaccare.
La Lestrange chiuse per l'ennesima volta la levetta della valigia:
«Insomma, Dougal!» esclamò Melody.
«Bel nome! Che ne dici, Crinierafolta?»
«Dico che dovresti proprio metterlo al posto del tuo, Tenebroso. E tu che ne pensi, Piumato?»
«Penso che siete degli idioti. Non dobbiamo fare per forza un'entrata di scena, siamo qui per aiutarle!».
Melody mise la valigia a terra e la aprì, mettendosi bene in piedi e posizionando le mani sui fianchi, con un'espressione accigliata.
I Furfanti ne uscirono, con dei sorrisi divertiti che andavano da un orecchio all'altro.
Phineas ridacchiò:
«Buon Lewis! Tina e Melody sono uguali!».
Le due si guardarono: era vero. Stessa espressione e stessa postura formale. A entrambe venne da ridere, ma riuscirono a trattenersi.
«Non dovreste essere qui» li rimproverò Tina.
«Lo sappiamo» rispose Sebastian, sospirando.
«E non avreste dovuto origliare i nostri discorsi» disse Katie.
«Lo sappiamo!» esclamò Phineas «Legilimens?»
«Solo intuito» rispose lei.
«E, soprattutto, Newt non avrebbe gradito voi tre nella sua valigia da soli» disse Melody, fulminandoli con lo sguardo come solo lei sapeva fare.
«Oh, ciao Gladys!» esclamò Credence, rompendo il ritmo.
La Lestrange scosse la testa:
«Tornate indietro subito»
«Vedo che ti piace calcare sulle parole, Melodina!» la apostrofò Credence.
«Finiscila» disse Melody, liquidando l'affermazione con un gesto della mano.
«Non stavate dimenticando qualcosa a casuccia?» chiese Phineas.
«Impossibile» affermò Tina «Non avevamo nulla da portare».
«Nemmeno questi?» domandò Sebastian, tirando fuori dalla tasca due calzini.
L'Auror arrossì e prese il calzino con la lettera T.
«Grazie» mormorò Melody, prendendo l'altro.
«Tutto ciò suona come una lunga storia» commentò Gladys.
«E non credo che dovremmo stare ad ascoltarla. Stiamo perdendo tempo» puntualizzò Katie.
«Giusto» disse Tina, riassumendo la sua aria formale «Dovete tornare indietro».
«Oh!» fece Credence, mettendosi una mano sul petto con fare drammatico «Tutta questa fatica… per poi tornare indietro, donzelle! Non pensate di doverci ripagare?».
Melody alzò un sopracciglio, mentre Gladys cercava di trattenere le risate.
«Quello che il mio compare sta cercando di dire» cominciò Sebastian «è che Newt era nostro amico, ma se finiremo per combattere contro di lui… vogliamo aiutarvi. Non credo che ciò che abbiamo visto sia vero; tuttavia, potrebbe essere veritiero. Non vogliamo caricare tutto il peso su di voi. Lasciateci aiutare. Non è colpa di nessuno se lui si trova in una simile situazione».
Ci furono alcuni istanti di silenzio, in cui l'aria frizzante di quella sera di Berlino fece rabbrividire Phineas e arruffare i capelli di Katie.
«Hanno ragione» tagliò corto Melody «Loro due sono Animagus, e Credence sa controllare perfettamente il suo potere. In più, conoscono Skender. Credo sia la scelta migliore».
«Ma…» iniziò Katie.
«Jacob e Queenie hanno due figli. Non devono rischiare di lasciarli senza genitori» la anticipò Tina, capendo i pensieri della Lestrange.
Rimasero di nuovo in silenzio.
«Wow» fece Phineas a un certo punto «Anche quando sembra andarci male, poi alla fine ci va bene».

Silente stava leggendo l'ultima lettera di Melody quando sentì bussare alla porta del suo ufficio.
Chi diamine era a quell'ora? Erano le quattro del mattino!
«Chi è?» chiese.
«Adrian Hills, professore» rispose l'individuo.
Il mago tirò un sospiro di sollievo e andò ad aprire la porta.
«Cosa è successo?» chiese, spostandosi per lasciarlo entrare.
«Mel, Tina, Gladys e la sua amica Katie hanno Obliviato tutti. Dev'esserci stato un cambio nel piano che Melody aveva preparato» rispose lui, con il fiato corto.
«Già, Tina non era inclusa…» mormorò Silente «Probabilmente è successo tutto in fretta…».
«Le do ragione» replicò Adrian «La mi-ehm-Melody ha provato a Obliviare anche me, ma l'ho sentita. Ho riconosciuto il suo profumo nel sonno».
«Capacità sorprendente, mio caro signor Hills» commentò Silente «E ti ha detto di venire qui?».
Adrian annuì.
«Com'è andato il viaggio?» chiese ancora l'uomo.
«È stato abbastanza turbolento. Sa, di notte…»
«E così non lo sa nessuno?» domandò.
Il ragazzo scosse la testa:
«È strano… non so perché non me la senta di confessarlo» spiegò.
«Forse perché ti senti troppo diverso? Come Bames?»
«Bames è un Thestral, professor Silente. Solo il mio Thestral. E soltanto lei lo sa. Non si sente diverso» ribatté Adrian, scuotendo la testa e andando a vedere un quadro di qualcuno.
«O forse perché ti ricorda quando non hai fatto in tempo?» continuò il professore.
Adrian prese un respiro:
«Vi ho seguiti fino al porto. Avevo intenzione di chiederle perdono, perché sapevo di essere stato… “un idiota irrecuperabile”» spiegò, ripetendo le parole che la ragazza aveva usato quando lui l'aveva umiliata di fronte a tutti.
«E lei…?».
Adrian scosse di nuovo la testa:
«Lo ha scoperto solo qualche giorno fa. Avrei voluto dirglielo io, ma non ne ho avuto il coraggio. Sono solo un codardo» confessò, sedendosi sulla prima sedia che trovò.
«Era giusto che lei lo sapesse, figliolo, ma è andata così. E sono sicuro che ti perdonerà».
«Sempre se tornerà indietro, professore» gli fece notare il ragazzo.
Silente non rispose subito: non sapeva bene cosa dire.
«Ti ha sicuramente mandato qui per il gruppo di studenti che si sta ritrovando da qualche parte. Cominciamo con questo. Probabilmente, ha già un intero piano in testa. Hai il tuo calzino?».
Adrian annuì e tirò fuori la calza dalla tasca dei pantaloni.
«Sento che sta per succedere qualcosa di molto brutto, professore» mormorò, guardando il calzino.
«Anche l'ultima volta lo sentivamo» ribatté l'uomo.
«Lo sentiva anche quando era innamorato di lui?» chiese Adrian.
Silente fece qualche passo e si avvicinò alla finestra.
Adrian desiderò di non aver mai formulato quella domanda.
Vide Silente rigirarsi un bracciale che non gli aveva mai visto indosso.
A pensarci, non gli aveva nemmeno mai guardato il polso.
Non rispose, ma si girò e fece un debole sorriso.

~My space~
Sento odore di guai…
DOMANIIIIIIIIIIIII!
Camy❤

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