CAPITOLO TRENTASETTESIMO-"Le avventure di Newt Scamander"

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Lo avrebbe potuto giurare: non aveva idea di come le labbra della signorina Schneider si fossero posate sulle sue. Era successo tutto così in fretta, senza un minimo di atmosfera. Come se la donna avesse scelto un momento totalmente casuale per baciarlo.
Skender si era appena girato per trovare qualcosa da mangiare - non pensava di poter sopportare ancora i suoi brontolii di stomaco, né le sue lamentele su quanto avrebbe potuto ingoiare anche un verme - e lei gli aveva afferrato il colletto della camicia. Che diamine aveva in mente? Si erano scambiati sì e no due parole, e lui non era nemmeno sicuro di ricordarsi bene il suo nome!
Eppure quella donna lo guardava con un'espressione penetrante, come se sapesse già tutto della sua vita, ogni singolo istante che aveva passato. Sembrava che avesse fretta di compiere quell'atto - di - eccessivo - affetto, come lo chiamava lui.
Cercò di muoversi e scappare - avrebbe preferito cercare vermi con Skender che farsi baciare da lei - ma Adna fu più veloce: gli mise le braccia intorno al collo e gli sfiorò le labbra.
Merlino, era la seconda volta che una donna che non amava faceva quell'orribile - grande - passo. E tutte e due le volte le ragazze non avevano la minima intenzione di staccarsi, nonostante lui ci provasse con tutte le forze. Nessun bacio con Tina era mai durato così tanto, e si ritrovò a sognarlo inevitabilmente. Come sperò che questo equivoco non venisse riportato da qualche parte.
Intanto, Adna Schneider stava approfondendo la situazione sempre di più, così come aumentarono i tentativi di Newt di togliersela di dosso.
Si ritrovò a terra, senza sapere bene come - non era sicuro di volerlo scoprire - con la schiena contro il freddo terreno asfaltato del tunnel.
Stava iniziando a pensare al peggio quando…
«Monsieur Scamandér! Pensavo che avesse un amour alla maison!».

Non era mai stato così felice di vedere l'ex-direttore del circo in tutta quella avventura.
Adna Schneider si staccò immediatamente, alzandosi in piedi e fissando Skender negli occhi. Aveva un'espressione furente, il bel volto giovane segnato dalla rabbia cieca che la stava persuadendo a fare qualcosa di terribile.
Questa volta prese lui per il colletto:
«Non mi ha proprio mai vista arrabbiata, direttore da quattro soldi» sibilò, con una voce che fece accapponare la pelle a tutti e due. Era fredda, crudele, bassa, così diversa da quella melodiosa che aveva di solito.
Con una forza disumana, spinse Skender nella corrente. Spruzzi di acqua nera schizzarono dappertutto bagnando Newt da capo a piedi.
Il direttore cominciò ad agitare le braccia, sbarrando gli occhi dal terrore e chiudendoli all'istante non appena incontrava un'onda improvvisa di quell'acqua scura.
«MONSIEUR SCAMANDÉR!» cercò di gridare, prima che la sostanza nera gli entrasse in bocca.
«Per la Barba di Merlino, non sa nuotare» mormorò Newt, iniziando a correre dietro al corpo di Skender che si allontanava, spinto dalla corrente forte e burrascosa come un mare in tempesta.
«Aspetta! Abbiamo qualcosa in sospeso!» esclamò la Schneider, qualche metro più indietro.
«Lei è pazza, signorina, se crede che io non abbia capito che è una seguace, dopo quello che ha fatto!» ribatté lui, con una sicurezza che non sapeva di avere.
La donna assunse di nuovo quella voce agghiacciante di prima, è un ghigno si dipinse sul suo volto:
«Corri, Scamander, corri. Il tempo sta finendo».
Newt rabbrividì.
I suoi modi erano stati strani sin dall'inizio: faceva tutto in fretta e all'improvviso, come se stesse seguendo un copione in cui aveva  una battuta in ogni singolo secondo. Era tutto così programmato da essere impossibile da descrivere. Per fortuna non aveva mai valutato l'idea di scrivere un'autobiografia.
Cacciò via l'immagine di Le avventure di Newt Scamander e si concentrò su Skender, che cercava di urlare aiuto.
Il Magizoologo corse più veloce che poté, con il cuore che gli batteva all'impazzata nel petto dalla paura. Quando lo raggiunse, provò ad ordinargli:
«Afferri la mia mano! Sono qui!».
Skender rispose qualcosa che suonò come:
«Bloblllbllllllll!».
Newt lo interpretò come un «Non ci arrivo, razza di idiota!» anche se sapeva benissimo che il direttore non avrebbe mai osato dire una cosa del genere.
Decise di passare al Piano B. Senza smettere di inseguire la corrente, si slacciò i bottoni della camicia e la lasciò a terra.
Non aveva valutato quanto potesse fare freddo senza di essa, ma pensò che fosse meglio soffrire una bassa temperatura che essere rallentati dal peso di un indumento in acqua, soprattutto quando si trattava di Skender. Insomma, Skender. Non era la persona più facile da riportare a terra.
Si tuffò e nuotò freneticamente lungo la poca distanza che li separava. Entrare in quel corso era sempre parecchio doloroso e freddo. Aveva quasi l'effetto di due Dissennatori sommato a quello di quel tunnel in generale: praticamente la fine.
Riuscì ad afferrare il braccio del direttore («Bllllllllo!»), lottando contro gli schiaffi procurati dal forte impatto tra i getti d'acqua e il suo petto. Come aveva immaginato - nonostante, a detta di Melody, la forza di gravità agisse in maniera diversa in acqua - Skender era piuttosto pesante (lo avrebbe rinfacciato a Mel per tutta la vita, in caso l'avrebbe mai rivista).
«Deve darmi una mano, Monsieur!» esclamò il Magizoologo, realizzando il francesismo solo dopo averlo pronunciato. Sperò di non adottare mai il gergo di Skender.
In tutta risposta, il direttore fece salire a galla qualche bolla.
«Muova le gambe e-ahia! Non addosso a me, ma davanti a lei!» rispose lui, sperando di aver capito quello che Skender aveva cercato di dire.
Per fortuna, l'uomo sembrò afferrare il concetto («Bllllllloooooo!») e iniziò ad alternare il movimento delle gambe ad una velocità assurda, schizzando tutto il tunnel.
Newt riuscì ad infilargli le braccia sotto le ascelle e a tornare velocemente a riva.
Il direttore si aggrappò con un gemito al bordo e si tirò su barcollando.
«You ha salvato ma vita per la tercera volta!» esclamò, con voce rauca. Si sdraiò a terra, supino, con le braccia aperte come in croce, e perse i sensi.
Il Magizoologo risalì a riva e si sedette. Prese un respiro profondo ed espirò lentamente. Chiuse gli occhi e mise la faccia tra le mani, il battito del cuore ancora estremamente veloce.
«La camicia» fece la voce di Adna.
Newt non alzò nemmeno lo sguardo. Prese l'indumento bofonchiando un «Grazie» e la indossò.
«Il tempo sta finendo» ripeté la donna.
Qualcosa, nel suo tono, fece girare verso di lei il volto del Magizoologo, che pensava a quanto avrebbe voluto arrestarla come faceva Tina. Ma, senza magia, era tutto inutile.
Il suo cuore cominciò a rallentare il battito quando vide i capelli rossi della donna diventare sempre più scuri, il suo bel volto assumere dei tratti orientali e la sua statura aumentare. Poi, veloce come un lampo, la ragazza diventò un serpente. Newt era troppo sorpreso per muovere qualsiasi muscolo.
«Nagini…» riuscì soltanto a dire, prima che la bocca del rettile si chiudesse sulla sua caviglia.

~My space~
_AresInVeins_, Una___potterhead ora fatemi riposare 😂😂
Camy❤🎶

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