Capitolo 31

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-Jackson-

- Che cosa intendi con "non c'è rimedio"? - Chiedo scettico dopo le parole di mia nonna Sally, che rimane seduta sulla poltrona a guardarmi in maniera tranquilla e sorseggiare il suo tè al limone. Le ho raccontato della chiacchierata con quello spettro al castello di Blarney e subito mi ha riempito di domande, sul fantasma ovviamente, non su cosa m'interessi, ovvero una soluzione per mia cugina. È brava a cambiare discorso, devo ammetterlo. Sa porre le domande giuste per sviarlo, e tutti qui sanno che se cominciano a farmi domande storiche, starei anche ore a discutere delle risposte. E stava quasi riuscendo a distarmi.

- Che non c'è rimedio. - Insiste dopo la seconda volta che le ho posto la stessa domanda per rabbia e confusione. Per tutto questo tempo ci ha fatto credere che ci fosse una soluzione, quando invece non era così. Poi mia madre dice che devo rispettarla e che non devo urlarle contro. Sono suo nipote, non m'importa se è una strega o meno, è comunque mia nonna e dovrebbe importarle qualcosa della nostra famiglia. Ha ragione a dire di volerne star fuori dopo tutte le cose che sono successe, dalla storia di Gabriel a quella di Sharon, i vari problemi di zia Diana e altri ancora, ma non abbiamo mai voluto noi tutte queste cose. Non abbiamo chiesto nulla di tutto questo. Beh, a parte la faccenda di zia Taylor, ma lì è stata una sua decisione egoistica e nonna non avrebbe dovuto dissociarsi da tutta la famiglia. Sa che neanche a noi piace ciò che è accaduto e sta ancora accadendo, perché illuderci di avere una possibilità per rimediare ad almeno un problema? Forse non dovrei neanche domandarmelo perché la conosco: è superba. Non vede un evento del genere, divertente ai suoi occhi, da anni. Perché rovinarsi subito il divertimento dicendoci la verità? Aveva ragione lo spettro di quell'uomo umile al castello, Muircheartach. Non è una novità che mia nonna menta, ma come ha potuto farlo anche su questo? Posso capire i suoi soliti scherzi per spaventarci (sedie che si spostano, piatti che cadono...), ma ora si sta prendendo gioco della vita di una persona, membro della sua famiglia tra l'altro.

- E cosa dovremmo fare? – Sbotto. In quello stesso istante lei schiocca le dita e tutte le mie imprecazioni sono bloccate nella mia bocca in una serie di mugolii rabbiosi. Mi ha incollato le labbra. Odio quando usa la magia su di me. Preferivo quando ero piccolo e per fare anche un semplice gesto come questo le occorreva qualche secondo prima di pronunciare la formula, così avevo il tempo di scappare. Le streghe e le maghe dovrebbero gioire sapendo che durante la vecchiaia migliorano, a differenza dei semplici umani.

- Sei sempre stato testardo, Jackson. - Allontana di poco la tazza dalle sue labbra carnose e piccole. - Devi capire che c'è un momento in cui bisogna smettere di cercare di salvare tutti, perché non lo sono. Per lei non c'è via d'uscita. Due sono le opzioni: o si trasforma o muore. - Indico con un gesto rabbioso la mia bocca per incitarla a separarmi le labbra affinché possa parlare. Lei sospira e protrae la mano verso di me. - Sēpăra. - Comanda in latino per permettermi di dire la mia, anche se sa benissimo come la penso ormai.

- Sono testardo perché è mia cugina, le voglio bene, e non voglio che muoia. - Mia nonna fa un verso di scherno, poi soffia sul tè caldo. Naturalmente a lei non importa nulla. Da quando mio nonno, Lawrence Mitchell, è morto, sembra non curarsi più di niente e nessuno, neanche di Ronald e Diana che sono i suoi stessi figli. Pensa solo a se stessa e alle sue pozioni e incantesimi e libri pieni zeppi di segreti antichi che prima o poi le ruberò.

- Non puoi cambiare il suo passato, non puoi cambiare il suo futuro, ma puoi cambiare il presente, ritardando solo l'avvenire. - Mi guarda negli occhi in modo serio e deciso, non avendo sicuramente voglia di continuare la discussione. - Forse anni, o magari qualche mese. Chi può dirlo. Sharon morirà, o vivrà di nuovo, ma ciò che diventerà nella sua prossima vita non ti piacerà per nulla. - Si alza dalla poltrona a fatica per poggiare la tazza sul tavolino. Sebbene sia una strega, non ha comunque il fisico che aveva una volta. Se mia cugina si trasformasse in un mostro, ovviamente morirà. Non fisicamente, ma tutto ciò che lei è sarà disintegrato. E ora, ad avere l'immagine della sua anima che viene mangiucchiata poco a poco da quella del padre, sento crescere un dolore immenso sul petto. Non voglio che tutto questo succeda, e soprattutto non ho intenzione di far rivivere ciò che è successo con mio zio Harvey ai miei, a zia Taylor, a nonna. Zia Diana e Avery sono le uniche che si sono risparmiate ciò che accadde con zio, poiché in quegli anni vivevano a Watlington. Specialmente, non voglio far star male mio padre: sarebbe un brutto colpo. È sempre stato affezionato a Sharon in modo quasi paterno e non ho intenzione di vederlo soffrire di nuovo. È molto legato alla famiglia e non vuole mai che capiti qualcosa di brutto ai propri membri. Già il suo umore non cambiò per mesi quando Gabriel scappò di casa: sempre angosciato, amareggiato, sentendosi in colpa per mio fratello. Per Sharon, poi, starebbe anche peggio se dovesse scoprire che il suo futuro è segnato. Ha solo diciotto anni, degli amici e delle ambizioni, se non sono state già distrutte dall'idea di non poter aver successo contro la sua altra parte: dovrebbe cominciare l'università e trasferirsi, rendere la sua vita almeno un po' normale come abbiamo fatto tutti in un modo o nell'altro, non star a far nulla il giorno e aspettare la sua ora.

Sharon: La Pietra Di BlarneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora