Capitolo 19

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-Sharon-

- Sei un bambino! Hai ventun anni e fai ancora queste cose! - Sussulto di poco nel mio sacco a pelo non appena sento Jackson inveire, sicuramente contro Harry. Ancora con la guancia schiacciata sul cuscino e alcune ciocche di capelli davanti al volto, giro la testa per guardare mio cugino: ancora steso, si passa istericamente le mani tra il ciuffo biondo, abbastanza bagnato, mentre Harry ride a crepapelle vicino a lui con una bottiglia di acqua in mano, reggendosi lo stomaco con l'altra e con il naso arricciato. Anche la sua felpa blu è ancora un po' bagnata, mentre Harry ancora indossa quella maglia nera che gli delinea le spalle abbastanza larghe. Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio nel frattempo mentre quei due continuano con le loro dispute mattutine.

Per la prima volta dopo giorni, stranamente non ho fatto incubi o vari sogni strambi, cosa che mi rasserena e in particolar modo rilassa. Non dico di essermi abituata a quello che sono, tantomeno di aver cambiato ciò che penso, ma le parole di Harry mi hanno un po' aiutato, anche se quel bacio non l'ha fatto per nulla. Sono solo più confusa, dato che non ne capisco il motivo. Ma per ora quel bacio davvero è l'ultimo dei miei problemi, dato che ne ho altri peggiori. Non che non sia importante, non so sinceramente, ma ho altre priorità, ad esempio evitare di diventare una spietata assassina a causa del Bhuta. Per fortuna Harry non mi ha prestato attenzione, troppo impegnato a sghignazzare. Solo Jackson mi ha lanciato un'occhiata rapida quando mi ha sentito muovere, sbuffando e alzando gli occhi al cielo ancora infastidito per il modo in cui il dampiro lo ha svegliato. Infine si tira su e gli dà una piccola spinta, facendo retrocede Harry di poco senza che lui smetta di ridere. Mi alzo anch'io e non posso far a meno di sorridere per quella scena. Sembra solo un weekend fuori tra amici, anche se è una bella illusione, sapendo cosa ci attende. Lancio uno sguardo al cerchio formato con dei rametti con cui abbiamo acceso il fuoco per riscaldarci, anche se ora è rimasta solo la cenere, poi all'albero caduto che ancora giace lì immobile e che lì resterà, credo. Ringrazio che il tempo qui sia nuvoloso: ho ancora gli occhi deboli per riuscire ad affrontare la luce del giorno, essendo ancora assonnata.

- Quante storie per un po' d'acqua, pensavo fosse il tuo secondo elemento preferito. - Sogghigna ancora mentre Jackson sta cercando di fulminarlo con lo sguardo, ma per quanto si concentri, non lo vaporizzerà. Il dampiro lo guarda per un misero secondo, trattenendosi dal ridere, per poi bere dalla bottiglietta mentre mio cugino comincia a sistemare i sacchi a pelo, dopodiché li pone nello zaino. - Comunque, mentre voi due dormivate, ho fatto delle ricerche sulla pietra e, non per infrangere i vostri sogni... - Quando si gira a guardarmi negli occhi mi sento andare a fuoco le guance dall'imbarazzo. Si sarà già dimenticato di stanotte e mi sono fatta problemi inutili prima di addormentarmi, anche se non posso saperlo con esattezza. È giusto che anche lui pensi ad altro ora che abbiamo del lavoro da svolgere. Quanto vorrei leggere nella mente delle persone a volte. - ... ma mi dispiace informarvi che è solo una leggenda. Essendo metà irlandese conosco bene quel posto. È la stessa zona dove sono cresciuto e non ho mai sentito di qualcuno che l'ha utilizzata per davvero. -

- Ma provare non costa nulla. - Insiste Jackson mentre quei due si guardano negli occhi come se stessero discutendo per mezzo di essi. Mi ricorda la prima volta che incontrai Harry e Jackson in quel parcheggio. Ora capisco quegli sguardi: mio cugino si stava assicurando che il dampiro non aprisse bocca su quello che sapeva su di me, anche se adesso non stanno di certo parlando di qualcosa del genere. Infatti Jackson sembra confuso dalle parole dell'altro. Sappiamo entrambi che Harry sarebbe stato il primo a voler provare ad andare comunque al castello ma ora no.

- Ed io dico che è pericoloso andarci. Dovremmo lasciar stare e cercare un altro modo. - Controbatte Harry, assumendo un'espressione più seria.

- Non c'è un altro modo. - Taglia corto Jackson mentre finisce di sistemare i sacchi a pelo e lo zaino.

Sharon: La Pietra Di BlarneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora