Capitolo 24

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-Luke-

Dopo essere atterrati in Irlanda, non c'è voluto molto per rallentare il trio in quella Range Rover. È bastata una chiamata a Owen Doyle da parte della Silfide per mettergli i bastoni tra le ruote. Gabriel non è una persona importante in fin dei conti, non usa mai il suo nome anche perché tutti lo credono morto, ma conosce molte persone che sono sempre disposte a dargli una mano quando fa una chiamata anonima al momento giusto. Tra l'altro, il suo umore non è dei migliori dopo che Harry Thompson ha soggiogato e legato Delice a una sedia. Almeno Gabriel non ha cominciato a distruggere oggetti per sfogare la rabbia, a differenza di qualcun altro con il mio ufficio. Dannato dampiro, tutti i miei libri e le mie invenzioni! Ci impiegherò settimane per mettere tutto a posto. Ringrazio Myles di avermi calmato dopo che ho letto quel bigliettino che mi ha lasciato Harry sul tavolo, altrimenti avrei portato a termine ciò che il riccio aveva iniziato per la rabbia. In questi momenti invidio l'imperturbabilità di Gabriel. Secondo me prende qualche pozione per mantenere la calma o fa yoga, o qualcosa del genere, perché davvero è impossibile che non si alteri mai. Al suo posto avrei preso a botte chiunque dopo aver saputo che Harry, il nostro unico vantaggio su Sharon e Jackson, era scappato. Sto tremando dalla paura, lo ammetto. L'obiettivo principale del dampiro, dopo Gabriel, sarò sicuramente io che ho passato ore a torturarlo e gli ho messo un microchip sotto pelle di cui è al corrente, tra l'altro. Non posso neanche arrabbiarmi con Delice per aver confessato tutto a Harry perché alla fine era soggiogata e non poteva fare granché. Fortuna che ho pensato a prendere delle precauzioni nei confronti del dampiro: ho qualcosa contro di lui se tenta di mettermi le mani addosso, e sapere che anche lui è spaventato da me e che l'idea del microchip lo perseguita è musica per le mie orecchie. Per una volta, sono più potente di Harry Thompson. È nelle mie mani. Un passo falso e me ne sbarazzo in modo definitivo, sebbene indirettamente. Non importa quanto non voglia macchiarmi le mani, lui non si è mai fatto problemi per sporcarsele e rendere la mia vita un inferno, perché dovrei preoccuparmene io?

Comunque, ora ci troviamo anche noi nel castello dal momento che la Silfide ha preso accordi con una creatura che abita qui, anche abbastanza pericolosa a quanto pare, e ciò contrasta con le nostre idee poiché anche noi evitiamo i mostri che potrebbero ucciderci. Inoltre, non ho mai sentito nominare questa creatura e Gabriel non ha neanche fatto cenno a cosa sia, senza darci un minimo d'informazioni al riguardo ma solo un nome inutile mentre saliamo le scale di una torre laterale. Il biondo cammina davanti a noi, seguito da Elya, Myles e infine me, senza alcuna intenzione di dirci qualcosa in più per almeno prepararci a cosa troveremo in cima alla torre. Sappiamo per certo che dall'altra parte del castello il trio si è diviso, nonostante non abbiamo nessuna idea riguardo al perché di questa scelta. Sicuramente Harry c'entra qualcosa. Ormai è a conoscenza di tutto il nostro piano ed è ovvio che si stia regolando di conseguenza. Ma facilitarci il lavoro affinché riusciamo a rapire Sharon senza troppi problemi? Questo davvero non me lo spiego. Conosco Harry, e non è un ragazzo stupido. È una mossa azzardata la sua, fin troppo. Forse anche la nostra di non aver cambiato il piano poiché appunto il dampiro lo conosce, ma fortunatamente Delice non sapeva del mostro nel castello, quindi abbiamo giocato su questo vantaggio che non ha potuto dire a Harry e lasciato il piano lo stesso. In ogni caso, ho una stretta allo stomaco, non so dire se per il nervosismo di star faccia a faccia con un mostro senza che questo provi a uccidermi, dato che non rientra nella categoria dei buoni, o per l'eccitazione che finalmente qualcosa stia andando per il verso giusto. Non so come la serata si concluderà per Harry e Jackson, ma sicuramente Sharon sarà nostra.

Una volta arrivati in cima alle scale, libero un sospiro di sollievo per non dover far altri gradini. Non pensavo ce ne fossero davvero così tanti. Non so se sono io a non essere abituato a camminare molto, poiché passo la mia giornata nel mio studio insieme alle mie invenzioni, oppure i miei compagni nascondono bene il fiatone con cui io sto invece combattendo. Osservo l'edificio e i corridoi mentre camminiamo, ma non so se a causa della fatica o del buio ho cominciato a vedere cose non vere. Infatti, il soffitto è stato oscurato maggiormente per un attimo da un'ombra che ha strisciato veloce al di sopra delle nostre teste, superandoci e finendo in una stanza non molto lontana, la stessa in cui ci stiamo dirigendo noi. Quando entriamo, il luogo interamente in pietra è abbastanza deludente: non c'è praticamente nulla se non un foglio di carta appeso al muro con alcune informazioni per i turisti e due finestre attraverso le quali vedere il panorama cosa che, almeno oggi, non ci interessa affatto.

Sharon: La Pietra Di BlarneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora