3. In cameretta

213 16 2
                                    

Finalmente, le valigie da portare in casa sono finite.
《Stuart, vatti a rinfrescare. Tra un po' è pronta la cena.》dice mia madre, raggiungendo il salotto dove sia io che mio padre, stiamo. Annuendo, salgo le scale per tornare al piano di sopra.
Mi faccio una doccia veloce per rilassarmi un po' poi, con un asciugamano legato in vita, vado in camera mia per vestirmi.
Appena raggiungo la porta della mia stanza, mi torna in mente che al suo interno c'è ancora Murdoc.
Apro lentamente l'uscio per non fare rumore e, una volta spalancata la porta, noto che Murdoc non è più sul mio letto. È in piedi davanti alla mia scrivania, sta osservando la mia libreria piena di vinili e di libri trattanti poesie. Sembra essere davvero interessato alla mia raccolta di libri antichi, ormai consumati dal tempo.
《Ti piace la poesia vedo...》dice il ragazzo, continuandomi a dare le spalle. 《Ehm, sì... è grazie a mio padre se adesso sono così ossessionato...》rispondo, andando verso il mio armadio per prendere un cambio.
Murdoc inizia ad osservare più da vicino i miei libri. 《Mh, interessante. Shakespeare, Wilde, Dickens, Wordsworth... Ti piacciono i classici vedo...》osserva il ragazzo, prendendo in mano uno dei miei preziosissimi libri. 《Già, adoro la poesia e la narrativa... adoro sognare mentre leggo i loro testi, ogni tanto...》dico, mentre mi infilo una maglietta, avvicinandomi al più grande. Appena arrivo di fianco a lui, inizio ad osservare il libro che tiene fra le mani. 《"Una donna senza importanza"... Sembra bello...》osserva Murdoc, iniziando a sfogliare velocemente le pagine del libro. 《Già, parla di un figlio illegittimo che è-》Non riesco a finire la frase, che la voce di mia madre, mi interrompe. 《È pronta la cena!》urla la donna, rimanendo al piano terra. 《Oh, finalmente... sto morendo di fame...》dice Murdoc, appoggiando il libro di Oscar Wilde sulla mia scrivania, scivolando sotto ai miei occhi, per raggiungere il piano inferiore. Io rimango qualche istante a fissare il libro, ripensando allo sguardo del ragazzo. Stava guardando quelle pagine con occhi curiosi, vogliosi di leggere.
《Stuart, è pronta la cena...》la voce di mio padre, mi coglie alla sprovvista. 《S-sì papà, arrivo...》dico, togliendo lo sguardo dal libro, puntandolo in direzione di mio padre, appoggiato con una spalla sul cornicione della porta della mia stanza.
L'uomo se ne va, una volta sentita la mia risposta. Io lascio la mia stanza qualche secondo dopo di lui, con l'immagine del viso di Murdoc, fissa bene in mente.

Appena entro in cucina, noto che il ragazzo, è seduto a capotavola, mio padre e mia madre sono seduti uno di fronte all'altra, mentre a me tocca l'altro posto a capotavola.
Lentamente, mi avvicino all sedia di legno, sedendomi poi su di quest'ultima.
《Bene, ringraziamo Dio per questa cena-》appena mia madre inizia la solita preghiera serale, Murdoc inizia a ridere leggermente. Io e i miei genitori ci voltiamo a guardarlo. Appena gli puntiamo gli occhi a dosso, il ragazzo diminuisce la sua risata. 《Ah-ehm... scusate... andate pure avanti...》dice portandosi una mano alla bocca, cercando di restare serio durante tutta la nostra preghiera.
《...per questo, ti ringraziamo. Amen.》conclude mia madre. 《Bene, ora possiamo mangiare, signora?》chiede Murdoc, con tono impaziente. 《S-sì, Murdoc. Serviti pure...》dice mia madre, con tono di voce timido. Appena le orecchie di Murdoc sentono le parole di mia madre, il ragazzo si butta a capo fitto sul suo piatto. In circa dieci minuti, Murdoc finisce la sua cena. 《Era tutto molto buono, signora Pot. Complimenti. Ora potrei andare in camera mia, ehm... sì, insomma, quella di Stuart...? Sono davvero stanco... Mi dovete scusare.》dice il ragazzo, facendo finta di sbadigliare. Mia madre continua a guardare il ragazzo con occhi sospettosi e, lentamente, annuisce col capo. Murdoc si alza di scatto dalla sua sedia e ci volta le spalle, tornando al piano di sopra. Così, io e i miei genitori rimaniamo in cucina a finire la nostra cena. 《Davvero strano questo ragazzo...》osserva mia madre, continuando a tagliare la sua fetta di carne che ha nel piatto. Mio padre, sbuffando, ribatte.《Stuart lo sa come si deve comportare con lui... vero, figliolo?》mi riprende l'uomo, aumentando il suo tono di voce. Ingoiando in fretta il boccone che sto masticando, gli rispondo:《sì, papà...》. Mia madre fa spallucce, tornando nel suo solito silenzio incomprensibile. Lei è una donna molto, troppo silenziosa. Adora stare nella quiete assoluta, e guai a chi le infrange quell'attimo di silenzio totale.
Quando ero piccolo, la infastidivo spesso, volevo sempre la sua attenzione su di me, ma un giorno lei perse la pazienza, urlandomi contro come una specie di mamma T-Rex che si arrabbia con chi gli sta rubando le uova dal nido. Da quel giorno, ho sempre lasciato che la donna si possa godere il suo silenzio. Non lo infrangerò più, per nessun motivo.

《Ho finito... vado in camera mia...》dico, alzandomi da tavola, lasciando un bacio soffice sulla guancia dei miei genitori.
In fretta, faccio le scale per tornare al piano di sopra. Appena arrivo davanti alla porta della mia camera, inizio a sentire uno strano odore. Con fare incerto, afferro la maniglia della mia porta per aprirla. Appena apro quest'ultima, vedo la figura di Murdoc contro luce, sdraiata sul mio letto, mentre del fumo denso biancastro, continua ad uscire dalla sua bocca. Velocemente, chiudo la porta alle mie spalle. 《Che stai facendo??》chiedo con voce strozzata, per non far insospettire i miei. Murdoc si alza sui gomiti, continuando a stare comodo sul mio letto. 《Tornando verso la tua camera, ho visto che lo stanzino di tuo padre era aperto, e la sua scrivania è piena di sigari di buona marca. Così, ho pensato che uno in meno non gli avrebbe fatto male.》mi risponde ridacchiando, sputandomi il fumo bianco in faccia. 《Uhg... va bene, ma la prossima volta chiedimelo...》dico, sedendomi di fianco a lui, sul materasso.
Murdoc continua ad aspirare il sigaro con non shalance, poi me ne offre un tiro. Io, facendo spallucce, decido di provarci, ma non va come secondo i piani. Aspirando forte il sigaro, butto giù il fumo, facendolo andare nei polmoni, ma il fumo del sigaro non va aspirato: va solamente trattenuto in bocca.
A causa del mio sbaglio, inizio a tossire, mentre Murdoc mi guarda, ridendo come un idiota.

Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// GorillazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora