6. 70 sterline

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《Stuart! È pronta la colazione!》
La voce di mia madre raggiunge il piano di sopra, riportandomi coi piedi per terra.
Sposto le coperte dal mio corpo per scendere dal letto.
Vado in bagno, mi lavo la faccia, mi asciugo il viso e, una volta tolto l'asciugamano dal mio volto, mi ritrovo davanti Murdoc. Appena lo vedo, sobbalzo per lo spavento. 《Oh... sei tu...》dico mettendo una mano sul petto, sentendo che ho il cuore ai mille.
Murdoc mi sorride. 《Dormito bene, fiorellino? Ieri notte mi hai lasciato proprio sul più bello, la fine del libro non la so ancora... ti piace lasciarmi con la suspance, per caso?》mi chiede, ridacchiando. 《A-ah beh... ero un po' stanco, scusami... se vuoi sta sera possiamo continuare...》dico allontanandomi dal ragazzo. Murdoc va verso il water e, dandomi le spalle, inizia a fare i suoi bisogni primordiali. 《Ottima idea, Stuart! Non vedo l'ora di sapere come andrà a finire.》dice, continuando a darmi le spalle.
Poi, un attimo di pausa, contornato da un silenzio imbarazzante.

《Intendo la storia...》conclude il ragazzo, tirando lo sciacquone. Io alzo lo sguardo per guardarlo in viso e, senza che me ne accorga, il mio volto inizia a colorarsi di rosso.
《Andiamo a fare colazione?》mi chiede lui, passandomi di fianco, sfiorandomi una spalla.
《S-sì...》dico con voce insicura, seguendo Murdoc fuori dalla stanza.

Entrambi iniziamo a scendere le scale.
Appena arriviamo al piano inferiore, un buonissimo odore ci coglie alla sprovvista. Nella cucina c'è mia madre alle prese con varie pentole e padelle che sono riposte sui fornelli. Sul tavolo della stanza, ci sono numerosi piatti colmi di deliziose leccornie: pancakes, waffle, torta di mele e muffin in abbondanza. Non ho mai visto una tavola così imbandita in casa mia, nemmeno per il cenone di Natale accade una cosa simile.

《M-Mamma...?》dico iniziando ad entrare in cucina con passo titubante.
《Ma è magnifico, signora Pot!》dice Murdoc, andandosi a sedere a tavola.
Mio padre continua a sorseggiare il suo caffè contenuto nella solita tazza color giallo pastello con su scritto "I need a coffee", che adora tanto.
L'uomo, senza distogliere lo sguardo dal giornale che tiene fra le mani, saluta sia me che Murdoc con un semplicissimo cenno col capo.
Mia madre cerca di staccarsi dai fornelli ma un coperchio di una pentola inizia a traballare, così la donna ritorna alla sua postazione. 《C-che succede mamma..? Come mai ci hai preparato una colazione così abbondante..?》chiedo sottovoce a mia madre, avvicinandomi a lei, giocherellando con le dita per l'insicurezza. Mia madre, sorridendo, risponde:《oh, Stuart caro... siccome non conosco i gusti di Murdoc, ho cercato di fare del mio meglio per soddisfare la sua fame... immagino che dopo quello che gli è successo, non abbia mai visto una tavola così prosperosa, giusto Murdoc?》conclude la donna, rivolgendosi al ragazzo, ormai intento nel mettersi in bocca tanti pancakes quanti ce ne possano stare all'interno delle sue fauci.
Murdoc, con la bocca stra colma di pancakes imbevuti nel sciroppo d'acero, annuisce socchiudendo gli occhi in gesto di approvazione.
《E-ehm... ok mamma...》dico, avvicinandomi al tavolo per sedermi.
Dopo il bruttissimo incubo che ho fatto questa notte, purtroppo non riesco più a guardare Murdoc con gli stessi occhi di prima.

Dopo la nostra "lussuosissima" colazione, decido di andarmi  a vestire in camera da letto. Murdoc, invece, rimane in cucina a chiacchierare con i miei.

Salgo velocemente le scale, entro nella mia stanza, prendo una maglia a maniche lunghe, un maglione color nocciola, un paio di pantaloni neri e i miei stivali Dottor Martins rigorosamente neri. Prima di uscire dalla stanza, prendo il mio giubbotto pesante, in quanto fuori fa abbastanza freddo. Ho voglia di andare a farmi un giro fuori, ho bisogno di cambiare aria per un po'.

Non appena ritorno al piano inferiore, la voce di mia madre mi trattiene.《Stuart! Aspetta. Murdoc ha bisogno di vestiti nuovi, perché non lo accompagni a fare compere?》mi chiede la donna, restando in cucina. Io, sbucando da dietro il montante della porta della stanza, le rispondo:《m-mh, va bene... ce li hai i soldi?》concludo puntando gli occhi in direzione di Murdoc. Quest'ultimo abbassando lo sguardo, non mi risponde. 《Tranquillo, caro Murdoc. Tom, dai qualche sterlina al povero ragazzo.》dice mia madre voltandosi in direzione di mio padre. L'uomo, abbassando leggermente il giornale, guarda prima la donna e poi Murdoc. 《Avanti Tom, non fare il tirchio. Murdoc è stato sfrattato di casa, lo dobbiamo aiutare.》ribadisce mia madre, parlando con una specie di espressione tirata sul viso, continuando a tenere stretti i denti. Mio padre, sospirando per l'esasperazione, prende fuori dalla tasca dei suoi pantaloni, il suo portafoglio di pelle marrone, regalando a Murdoc due banconote: una da 20 e una da 50 sterline.
《Penso che 70 sterline ti possano bastare...》ringhia mio padre, arricciando la bocca formando una specie di sorriso. Mia madre sorride ad entrambi, tenendo stretto fra le mani il guanto da cucina a pois rossi e bianchi, mezzo bruciacchiato.
Murdoc, afferrando i soldi in un nano secondo, ringrazia i miei genitori con un semplice sorriso a trentadue denti, andando poi al piano di sopra per vestirsi. E io lo seguo.
Appena raggiungo il piano superiore, vedo Murdoc che si lancia nella mia stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Non si è accorto della mia presenza così, rimango ad origliare dalla porta. Sento dei passi, borbottii e delle risatine, poi sento delle parole: 《Se riesco a guadagnarmi la fiducia della donna, il gioco è fatto! Ahah...》. Appena le mie orecchie sentono tutto ciò, mi torna in mente il sogno terribile che ho fatto questa notte. Ma poi, sento i passi pesanti del ragazzo che si avvicinano alla porta, aprendola. Velocemente, scivolo dentro il bagno, chiudendomici dentro. Ho il cuore ai mille, non so a cosa pensare e ho paura che il mio bruttissimo incubo non sia stato solo un incubo, ma anche un sogno premonitore.

Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// GorillazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora