《Non mi dire! Ahah, sarà stata contentissima tua madre!》
《Certo! Le sono venuti i capelli bianchi per lo spavento! Sapessi la faccia che ha fatto quando mi ha visto cadere da quel ramo, ahah!》Ormai è passato più di un mese da quando ho detto a Caley quella "cosa". Non gli da fastidio essere mio amico, nonostante questa mia particolarità. A scuola per ora, non lo sa ancora nessuno per fortuna. Sapevo che mi potevo fidare ciecamente di lui.
《Ehy, Caley. Posso usare il telefono? Devo chiamare... ehm, mia madre per dirle che rimango qui a mangiare sta sera. Sai, non vorrei che si preoccupasse non vedendomi tornare a casa.》dico, inventandomi una scusa per usare il telefono. Ormai è da una settimana che non vedo, non parlo e non bacio Murdoc. Mi manca tanto, tantissimo.
Il mio amico annuendo, mi apre la porta della sua stanza facendomi piombare nel corridoio di casa sua. Camminando lentamente sulla moquette del secondo piano di casa, arrivo allo studiolo del padre di Caley. Aprendo lentamente la porta di legno cigolante della stanza, passo dopo passo, arrivo alla poltrona di pelle bordeaux posizionata di fianco ad un piccolo tavolino di legno, con sopra appoggiato il telefono fisso color senape. Impugnando la cornetta, inizio a digitare il numero di casa Niccals. Lo so a memoria per eventuali emergenze.Squilla. Sento l'ansia che inizia a risalire lungo il mio esofago, impedendomi di respirare normalmente.
Dopo altri due squilli, finalmente il mittente decide di rispondere alla chiamata.《P-pronto..? Chi parla?》
Ad un tratto, una voce roca e impastata oltrepassa i miei timpani.
《Murdoc, sono io. Stuart.》sussurro per non farmi sentire da Caley. Ad un tratto, dall'altra parte del telefono, inizio a sentire dei rumori strani, quasi come se avessero ribaltato un'intera cassetta di lattine sul suolo. 《Tutto bene?》chiedo mezzo preoccupato.《S-Stuart! S-sei tu! Voglio dire... ciao.》ad un tratto, la voce del più grande cambia tono, diventando più malinconica e triste.
《Ciao... come stai?》chiedo intrecciando il dito indice nel filo arricciato del telefono.
《Bene, cioè... potrebbe andare meglio, ma sto comunque bene... tu, invece? Con la scuola?》
《Bene, è difficile ma sto comunque cercando di tenere una buona media.》ad un tratto, ci ritroviamo senza argomenti, quasi come se fossimo diventati di colpo due estranei.
《Senti, è colpa della scuola se non riusciamo più a vederci come facevamo prima. Ma... non puoi capire quanto io ne risenta, sto impazzendo. Con la scuola, con i miei genitori che vogliono sempre di più da me e con i professori che non smettono di pretendere da noi studenti, il massimo del nostro impegno... Murdoc, ti prego... capisci la situazione, vero?》chiedo al più grande, esplodendo come una bomba ad orologeria. È da troppo tempo che non parlo con lui e sentire nuovamente la sua voce, mi fa battere forte il cuore.
《Certo che ti capisco... manca anche a me passare del tempo con te...》ma Murdoc non sembra essere convinto delle sue parole. 《Cosa hai fatto in questi giorni in cui non ci siamo visti?》chiedo smorzando il discorso. 《Alla mattina faccio il solito turno di servizi sociali e poi al pomeriggio di solito mi scolo in media, otto lattine di birra senza darmi un contegno. Mi manchi Stuart, non riesco a stare senza di te per così tanto tempo. Mi avevi promesso che, durante questi mesi non ti saresti dimenticato di me ma invece... lo hai fatto...》ad un tratto, le sue parole mi straziano il cuore. Come una lama affilata, quelle semplici parole mi uccidono in meno di un secondo.《N-no! Murdoc, non dire così! Non è vero! Io ti penso ogni ora, minuto e secondo di questa mia merdosa vita da studente liceale che faccio! Non ti ho dimenticato, e non lo farò mai!》alzo la voce contro il più grande, cercando di fargli cambiare idea. Murdoc esitando qualche secondo prima di rispondermi, sento che sospira.《Stuart, io ti penso qualsiasi volta la mia mente sia lucida per farlo ma... in questo periodo di tua assenza, faccio fatica a rimanere lucido. L'altro giorno alle due di notte, dopo essermi scolato qualche bottiglia di rum, sono uscito di casa urlando il tuo nome al cielo, mentre pioveva a dirotto! Ma grazie alle gocce di pioggia, le mie lacrime si sono mascherate per bene... In questo momento, sto soffrendo Stuart... non possiamo rimanere in questa condizione...》poi, finendo quel suo discorso straziante, qualche attimo di assordante silenzio si intromette fra le labbra di ognuno.《Pensaci, rifletti su di noi, Stu. Pensaci e dammi una risposta al più presto. Ora devo andare, ciao.》
《No, Murdoc! Aspetta!》senza darmi il tempo di ribattere, il più grande decide di terminare la chiamata. Quel rumore pulsante profondo emesso dalla cornetta del telefono che indica la fine della nostra conversazione, mi spezza il fiato. Mi sembra di essere appena stato lasciato cadere da un aereo in volo, facendomi schiantare al suolo come un misero e insignificante moscerino fa sul parabrezza di un auto in corsa.Riponendo nella conca del telefono la cornetta, mi alzo velocemente dalla poltrona. Esco dalla stanza e con passo spedito, vado verso la porta d'ingresso.《Ehy, aspetta! Stuart! Ma dove vai?》ad un tratto, la voce di Caley mi ferma proprio quando sto per girare la maniglia del portone. 《Devo andare da lui.》dico con voce profonda, guardando Caley negli occhi. Il ragazzo sembra capirmi e così, mi lascia andare con un semplice sorriso compiaciuto prima di imbattermi con l'aria gelida caratteristica di metà gennaio.
Uscendo dal giardino della casa, prendo la mia bicicletta. Mi metto in marcia, iniziando a pedalare in modo frenetico. Ad un tratto, il cielo inizia a tuonare, ogni lampo che si vede illumina la strada. Poi, delle grosse gocce di pioggia iniziano a cadere in modo discontinuo infine, una pioggia scrosciante inizia a bagnare tutti i miei vestiti, i capelli e le scarpe. Ma continuo a pedalare.
Arrivando sul vialetto di casa Niccals, noto che una luce è accesa: quella della camera di Murdoc. Appoggiando la bicicletta sul muro della casa, mi dirigo sotto quell'unica finestra con la luce accesa. Per attirare l'attenzione del più grande, raccolgo qualche sassolino da terra e inizio a lanciarli contro il vetro del battente. Nel mentre, la pioggia non decide di fermarsi un secondo, continuandomi a bagnare sempre di più.
Dopo il terzo tentativo, finalmente Murdoc decide di affacciarsi alla finestra. E non appena mi vede, i suoi occhi si spalancano.《Stuart...》sussurra aprendo la finestra. Sorridendogli leggermente, lo guardo dal basso verso l'alto, facendo fatica a tenere gli occhi aperti per le gocce pesanti di pioggia che non vogliono rallentare la loro caduta. Poi, con un gesto veloce, il ragazzo chiude la finestra, spegne la luce di camera sua e sparisce nel buio. Ad un tratto, sento la porta principale aprirsi e dei passi pesanti che si avvicinano svelti. Voltandomi verso quel rumore sempre più prossimo, intravedo la sagoma del più grande. Con passi incerti, mi inizio ad avvicinare a lui. Murdoc fa lo stesso, iniziandosi a bagnare completamente a causa della pioggia. I nostri capelli sono fradici, come i vestiti e le scarpe ma poco importa. Vederlo mi fa scoppiare il cuore.
《Oh Murdoc...》e con un gesto veloce, i nostri corpi si uniscono in un abbraccio stretto, talmente forte da togliere quel poco fiato che mi è rimasto in gola. Le me braccia attorno al suo collo mentre le sue, avvinghiate al mio bacino.《Oh Stuart...》sussurra il più grande, staccando dal mio collo, il suo volto. Le nostre bocche iniziano ad avvicinarsi, finendo per sfiorarsi e allontanarsi per l'incertezza, ma poi con un gesto veloce, rapisco le sue labbra morbide e sottili con fare passionale. Il sapore è diluito dall'acqua piovana, che cerca di intromettersi fra di noi. Le nostre lingue iniziano a ballare, felici di essersi ritrovate.
《Ci ho pensato, Murdoc.》dico, staccandomi dal ragazzo. Murdoc inizia a guardarmi con aria confusa. 《Riguardo a noi due, voglio portarti all'altare!》dico ma poi, entrambi iniziamo a ridere.《Scusa....Ho esagerato...》dico abbassando lo sguardo, asciugandomi gli occhi per la troppa acqua che mi sta annebbiando la vista. Murdoc mi sorride, allungando una mano per scostare un ciuffo di capelli zuppo d'acqua, dalla mia fronte.《Sei bellissimo anche quando sei bagnato di pioggia...》mi sussurra il più grande, guardandomi con sguardo compiaciuto.《Anche tu, sai... forse ti preferisco così fradicio, che quando sei asciutto...》dico con occhi maliziosi. Murdoc sorridendo altrettanto maliziosamente, ribatte:《Il mio fascino è irresistibile in qualsiasi condizione, amore.》 dopodichè. il più grande mi dona un altro bacio mozza fiato, sotto a queste gocce pesanti e insistenti.
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Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// Gorillaz
FanfictionUn ragazzo di soli sedici anni si ritrova con un inaspettato sentimento, mai provato prima: amore per un altro ragazzo: un vagabondo di vent'anni. La famiglia non aiuta ma solo quella particolare "amicizia" con il più grande, lo distoglie dalla real...