31. Confessioni

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《Ed è per questo che nel 1945 finì il grande conflitto mondiale》

Guardando l'orologio, noto che sono passati solamente quindici mnuti da quando la lezione di storia è iniziata. Oggi il tempo sembra non scorrere più. Ogni minuto che scorre mi sembra che sia passata un'eternità dall'ultimo sguardo che ho dato a quelle lancette nere, che si muovono lentamente, malinconiche.

Fuori il tempo non è dei migliori. Delle nuvole grigie si stanno compattando così tanto da far sparire quasi completamente la luce del sole. Ma proprio mentre sto fissando quelle forme così strane di acqua condensata nell'atmosfera, mi torna in mente quello che è successo sta mattina tra me e Murdoc. Non so per quale motivo mi sono inacidito in quel modo, ma Caley è il mio migliore amico e odio quando qualcuno ne parla male o lo critica. Ma alla fine, quelle ultime tre parole che Murdoc mi ha detto prima di lasciare l'abitacolo della sua auto, mi hanno colpito nel profondo. Volevo restare insieme a lui, baciarlo fino a perdere del tutto il fiato.
Sta mattina mi sono comportato troppo male nei suoi confronti, devo farmi perdonare in qualche modo.

《Signorino Pot!》Ad un tratto la professoressa mi riprende, notando il mio sguardo assente. Sobbalzando leggermente dalla mia sedia, mi volto verso la cattedra puntando gli occhi sulla donna.《Mi potrebbe rispiegare quello che ho detto fino adesso》con gli occhiali sulla punta del naso, la Signorina Stevenson mi incita a ripetere quello che ha detto poco fa, e che io non ho men che minimamente ascoltato, catturato dai miei pensieri profondi. 《M-mi dispiace signorina Stevenson, mi ero distratto un attimo e non ho ascoltato quello che ha spiegato fin'ora...》dico chinando il capo in segno di vergogna. Intanto, dal fondo della classe si inizia ad innalzare un coro di bisbigli fastidiosi. Alzandosi in piedi, la signorina Stevenson mi raggiunge. 《SILENZIO LÀ IN FONDO!》con un grido potente, la donna ferma quel brusio fastidioso. 《Signorino Pot, vada al posto di Jackson in prima fila, così potrà ascoltare meglio quello che sto spiegando.》e con un cenno delle due dita della mano destra, la Stevenson ordina di spostare le postazioni.
Finalmente la campanella suona e tutti i ragazzi escono dalle proprie classi. I corridoi iniziano a riempirsi di scolari di tutte le età.
《Ehy, Stuart! A che stavi pensando prima? Alla tua vita deprimente, forse?》in uno tsunami di risate, la voce del bullo della mia classe, sparisce subito. Il gruppo di ragazzi che lo segue fa talmente tanto baccano a forza di ridere alla sua "battuta", che mi iniziano a fare male le tempie. 《Ehy, Peter. Ci hai mai pensato alla tua di vita, invece? O è talmente merdosa che te ne vergogni anche solamente a rifletterci da solo?Pensa al tuo futuro, perché se rimani così come sei, non penso che la tua schifosissima vita cambierà di molto.》ad un tratto, la voce di Caley arriva in mio soccorso.《Caley! Ringrazia che tuo padre è il preside di questa scuola, altrimenti ti avrei già rovinato quel bel faccino che ti ritrovi!》Peter, il bullo si avvicina a Caley alzando un pugno in aria. Caley gonfia il pettto sfidando con lo sguardo il ragazzo, che però non sembra avere il coraggio di compiere un atto del genere. Abbassando il braccio, Peter se ne va, seguito a ruota dai suoi compagni di avventura.《Ehy, tutto bene?》mi chiede il mio migliore amico, avvolgendomi un braccio intorno alle spalle.《S-sì, forse...》dico con voce incerta.《Forza, è ricreazione. Usciamo da qui.》continuandomi a tenere dalle spalle, io e Caley usciamo in cortile.

《Che schifo di tempo... sta meglio mio cugino Emilio. Lui vive in Spagna, su di un'isola meravigliosa. Hanno spiagge bellissime, il sole è sempre alto in cielo e la vita lì è molto diversa e migliore rispetto a quella che viviamo noi inglesi...》inizia Caley, stiracchiandosi la schiena una volta usciti dall'atrio della scuola.《Ahah già...》dico abbassando lo sguardo.《Ehy, tutto ok? Prima sembrava veramente che fossi assente con la testa in classe... devi dirmi qualcosa, Stu?》la domanda di Caley mi prende alla sprovvista. Glielo dovrei dire di me e di Murdoc? E se glielo dicessi, come la prenderebbe? Forse scapperebbe via, lasciandomi da solo. Oppure mi comprenderebbe.

《Ehm, sì... in effetti c'è una cosa che devo dirti, Caley...》dico portandomi una mano alla nuca, alzando gli occhi verso il mio amico.《Avanti, dimmi tutto. Sono il tuo migliore amico e i migliori amici si dicono tutto. Non essere timido, lo sai che di me ti puoi fidare ciecamente!》dandomi una spinta con la spalla, Caley mi sorride. 《Ok...》dico, ricambiando quel suo sorriso.《Su, dimmi tutto.》Caley mi incita a parlare, iniziandomi a guardare con occhi attenti.《Ehm, sì... ecco, io...》inizio, ma il coraggio per dirglielo non mi è ancora arrivato. Abbassando lo sguardo, stringendomi nelle spalle, cerco di trovare le parole giuste per iniziare a introdurre il mio discorso.《Avanti! Sputa il rospo!》mi supplica Caley.《Sono gay!》esclamo ad alta voce, ormai preso dall'ansia e dall'agitazione.
Un assordante silenzio cade fra di noi. Sembra che ad aver sentito la mia esclamazione non sia solo Caley, ma tutta la scuola.《Ehm, ecco... sì, l'ho scoperto da poco... è successo durante le vacanze invernali. Sai, questo ragazzo di cui mi sono innamorato, è entrato nella mia vita senza un vero e proprio scopo, diciamo che può essere stato il destino oppure un'altra forza fisica, chiamala come ti pare ma... quando sto con lui, il mondo sembra non esistere più, siamo solo io e lui. Noi ci amiamo, allo stesso modo in cui una coppia etero fa. A dicembre io e la mia famiglia, l'abbiamo salvato dalla strada e adesso... è il mio compagno... lui è tutto per me.》dico mantenendo un tono di voce basso. Caley ancora non mi dice nulla. Rimane a guardarmi con occhi increduli.《Quindi, quel cugino che ti è venuto a prendere a scuola sarebbe... il tuo ragazzo?》mi chiede Caley, continuandomi a guardare dall'alto verso il basso.《Sì, cioè... lui non è il mio vero cugino, non so dove sia in realtà mio cugino... beh, insomma hai capito.》alzando gli occhi verso il mio amico, noto che sta ridendo sotto i baffi.《Stuart, Stuart... l'avevo già capito che quello non era un semplice cugino, lo guardavi come se fosse Superman in persona!》Allungando le mani verso di me, Caley mi stringe le spalle sorridendomi, per poi rientrare entrambi nell'edificio.
《Dai, ora rientriamo in classe. La lezione della Stevenson ricomincia fra un minuto, e lo sai che non voglio perdermela!》ridendo, l'atmosfera fra di noi, ritorna normale.
Sapevo che potevo contare su di lui.

Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// GorillazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora