27. La Camaro del '69

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《Cazzo!》

Le 7.30 del mattino e sono già in ritardo per la corriera.
Tutte le mattine devo prendere un autubus speciale per gli studenti che frequentano l'Oriel High School. Uno dei college più omofobi che esistono sulla faccia della terra. Ma sono costretto ad andarci per volontà di mio padre, siccome anche lui alla mia età frequentò quella scuola.

《CIAO MAMMA! TI VOGLIO BENE!》 urlando, esco dalla porta principale di casa mia, iniziando a correre per prendere quel fottutissimo autobus. Con la cartella piena di fogli svolazzanti, corro contro il tempo, sperando con tutto me stesso che la corriera sia in ritardo. Ma per fortuna, arrivo in tempo alla fermata.
La corriera si ferma davanti a me, con quel caratteristico cigolio delle sospensioni ormai usurate dal tempo e dai numerosi chilometri percorsi. Una volta dentro l'autobus, faccio il biglietto, inizio a camminare lungo il corridoio e cerco un posto libero vicino al finestrino. Una volta seduto, distendo i muscoli, ancora incadescenti per la corsa che ho fatto per arrivare in tempo.

Dopo una decina di minuti, arriviamo alla fermata del mio migliore amico: Caley. Lui lo conosco fin da quando eravamo due pargoli in fasce. Sa tutto di me e io so tutto di lui. Ma adesso che ci penso, Caley non sa una cosa su di me: il mio orientamento sessuale. Certo, di conseguenza non sa nemmeno di Murdoc.

In lontananza, vedo Caley salire sul mezzo e con occhi stanchi, inizia a cercarmi in mezzo alla folla di ragazzetti agitati. Appena scorge il mio viso, sul volto gli si forma un sorriso a trentadue denti. Sembra felicissimo di vedermi.《STUART!》 urla in mezzo ai diversi stridulii di ragazzini del primo anno. Io lo saluto alzando una mano.《Amico! Mi sei mancato da morire! Mi devi ancora una partita a PacMan! Sai, i miei mi hanno comprato una console nuova di zecca, pensa che ce ne sono solamente dieci qui, in Inghilterra! È una delle console più costose e ricercate al mondo! I miei devono essere diventati matti per trovarla...》
inizia Caley, entusiasta del suo nuovo gioiellino regalatogli dai suoi.《A te com'è andato il Natale? Che ti hanno regalato i tuoi questa volta?》la domanda di Caley mi fa sobbalzare sul sedile.《Ah... ehm, le solite cose... vestiti, scarpe, una cartella nuova e basta...》rispondo con voce malinconica.《Ah... che tristezza... ma non ti buttare giù! Dopo scuola cosa fai? Magari puoi venire a casa mia a provare la console insieme a me! Ti va?》mi chiede Caley, mantenendo sempre un tono di voce squillante. Senza pensarci, rispondo di sì annuendo col capo. Caley sembra felice della mia risposta.

La corriera si ferma davanti al cancello arrugginito del college. Così, tutti i ragazzi scendono in fila indiana, finchè i nostri passi pesanti e spenti non ci portano nell'atrio della scuola.《Ah... ci risiamo... spero soltanto che la signorina Stevenson non abbia ripreso a mangiare tutti quei muffins, tra poco esplode quella donna dal gran che è grassa!》 ridacchia Caley, andandosi a sedere su di una sedia vecchia di legno ormai consumato e mezzo scheggiato dalle furbate dei ragazzini, che usano le forbici come se fossero delle seghe per tagliare il legno.
《Ahah, già... non mi piacerebbe affatto avere qualche pezzetto delle sue budella sulla mia faccia o sulla divisa.》ribatto ridendo insieme a Caley.

SILENZIO! STA ARRIVANDO!

Parlando del diavolo, spuntano sempre le corna.

La porta aprendosi lentamente e cigolando come un topo che urla di dolore intrappolato in una trappola, sbuca la sagoma della signorina Stevenson. Lei è la nostra insegnante di scienze, matematica e fisica. Seguita a ruota, arriva anche il signor Petergol e la professoressa di latino Crowell. Tutti rimaniamo in silenzio finchè i professori non si mettono a sedere dietro la cattedra. 《Buongiorno!》urliamo tutti in coro, alzandoci in piedi. La professoressa Crowell ci fa segno di sederci e così facciamo.
《Ben tornati a scuola ragazzi. Questo è l'ultimo anno qui alla Oriel High School per voi. Per questo vi chiedo il massimo impegno e sforzo nello svolgimento di questo ultimo trimestre dell'anno scolastico...》la signorina Stevenson in carica di amministratrice della nostra classe, inizia a farci la solita predica di inizio anno, noiosa come sempre.
Per fortuna oggi usciamo da scuola alle dieci. Da domani si ritorna agli orari originali.
《Allora Stuart! Andiamo a casa
mia?》mi chiede Caley, arrivando da dietro le mie spalle non appena usciamo dalla nostra classe. Sto per rispondergli ma vengo interrotto. Uscendo dall'atrio della nostra scuola, davanti al cancello arrugginito vedo in lontananza una macchina a me familiare.《Aspetta un istante, Caley. Torno subito!》dico, stringendo le bratelle della mia cartella, iniziando a scendere velocemente le scale di cemento per raggiungere il cancello. 《Ma-》Caley rimane a guardarmi da lontano, con sguardo confuso. 《Torno subito!》grido una volta arrivato davanti all'uscita. Voltandomi, oltrepasso la soglia di ferro del cancello e mi avvicino a quell'auto. Quest'ultima è parcheggiata su di un passo carraio, con il motore acceso. È una camaro nera opaca, risalente ai primi anni '70 e su entrambi i fianchi ha una grande stella bianca.
《M-murdoc..?》dico a bassa voce. Quella macchina l'avrei riconosciuta a priori, non per il semplice fatto che sia una macchina più unica che rara, ma anche perchè è la stessa camaro che usammo per fuggire dalla discarica di auto vecchie dove Murdoc mi portò qualche settimana fa.

Ad un tratto, lo sportello del guidatore si apre cigolando.《Ehy...》con voce calda, si toglie gli occhiali da sole firmati RayBan e mi inizia a guardare. Indossa un giubotto nero di ecopelle, pantaloni di jeans neri e scarpe lucide di un marrone scuro, color legno antico.
《Murdoc?》esclamo sorpreso.《Si, dolcezza. Ti sono passato a prendere da scuola, sorpresa!》dice con sguardo seducente. Quello stesso sguardo che mi cattura tutte le volte che lo utilizza per fare colpo su di me. 《Oh...》dico fra me e me.《Che c'è? Non ti è piaciuta la sopresa?》mi chiede il più grande, con tono deluso. 《N-no no, anzi. Mi fa piacere che tu sia qui.》dico sorridendo.《Sai, non ce la facevo più a stare senza di te. E in più mio fratello è partito con la sua banda di malviventi, si fanno una settimana a Londra. Saremmo a casa noi due soli soletti, questo sai che vuol dire...》mi sussurra all'orecchio, avvicinandosi sempre di più a me. Mettendo le mani sul suo petto, lo sposto leggermente.《Fermo, o così ci scopriranno...》dico guardandomi intorno.
《Cioè?》
《Cioè che qui sono tutti cattolici e omofobi, ripudiano e condannano gli omosessuali. Mi prenderebbero a calci se venissero a sapere della nostra relazione.》dico a bassa voce. Murdoc mi guarda con aria esterefatta e amareggiata.《Beh, un motivo in più per andarcene da questo posto merdoso...》dice guardando il cancello arrugginito. 《Ascolta, ho promesso ad un mio amico che sarei andato a giocare ai videogiochi a casa sua. Lui è il mio migliore amico e ci rimarrebbe male se gli dicessi di no. Magari, quando ho finito con lui, puoi venirmi a prendere e poi possiamo andare a casa tua, che ne dici?》dico con voce insicura, ma continuanado a sorridere in modo gentile.《Non pensavo fossi così nerd, da preferire un videogioco al tuo ragazzo bellissimo e sexy... Comunque fai quello che vuoi, non ti voglio costringere a fare qualcosa contro la tua volontà. Ma decido io l'orario per venirti a prendere. Alle 15.》dice puntandomi il dito indice contro.《16》ribatto.《Ah-ah, 14》 ribatte Murdoc.《15.30?》insisto. 《Ah.. va bene... ma sii puntuale!》
《Certo! Ti amo.》sussurro guardandolo in quelle pupille scure. Murdoc mi guarda e accennando ad un sorrisetto malizioso, mi fa l'occhiolino, iniziando a mordersi il labbro inferiore. Sfarfallando le ciglia mi volto, iniziando a sculettare per provocarlo. Murdoc guardandomi, inizia a sbattere il piede destro a terra, ululando come un lupo assetato di sesso. Ridendo, inizio ad affrettarmi per raggiungere Caley, rimasto sull'ultimo scalino della gradinata di cemento.
《Eccomi! Ora possiamo andare!》 dico, porgendo una mano per aiutare l'altro ad alzarsi. Caley approfittandone del mio aiuto, si alza in piedi.《Chi era quel tizio?》mi chiede con aria confusa, continuando a guardare verso il cancello, ma ormai la camaro scura è già sparita nel nulla.
《Ah, nessuno... era mio cugino che si era offerto di venirmi a prendere una volta uscito da scuola, tutto qui. Andiamo adesso!》

Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// GorillazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora