5. Iene

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Appena la donna mi lascia da solo in camera, decido di infilarmi il pigiama per andare a dormire.
Sono solo le undici di sera ma a causa del viaggio che abbiamo fatto oggi per tornare a casa, sono distrutto.
Mi lavo i denti, prendo uno dei miei libri antichi, accendo la abat-jour, alzo le coperte e ci scivolo sotto.
Inizio a sfogliare le pagine giallastre del libro che ho preso dalla mia libreria, e inizio a leggere. Il titolo è "Il ritratto di Dorian Gray". Uno dei miei preferiti.
Ma, appena arrivo al secondo capitolo, i miei occhi iniziano a cedere. Senza che me ne accorga, mi addormento, lasciando l'abat-jour accesa, con ancora il libro fra le mani.

Ad un tratto, apro gli occhi.
La mia stanza è completamente buia. Fra le mani non ho più il libro e, l'abat-jour è spenta. Poi, nell'oscurità, vedo una sagoma fiocamente illuminata dalla luce della luna che entra dalla finestra della stanza, che si muove ai piedi del mio letto. Di scatto, mi volto per accendere la lampada che ho sul comodino, illuminando la scena.
Appena la luce si accende, la sagoma si rivela ai miei occhi. È Murdoc. In mano tiene il libro che stavo leggendo. In dosso ha solo la maglietta che gli ho dato io e le sue mutande.
Con sguardo innocuo, mi guarda, quasi come se si stesse aspettando una sgridata o qualcosa del genere.
Stropicciandomi gli occhi per la stanchezza, cerco di parlare. 《M-murdoc... che ci fai qui..?》chiedo con voce assonnata.
Il ragazzo mi sorride in modo insicuro, iniziandosi ad avvicinare a me. 《Non riuscivo a dormire e così, ho pensato che uno dei tuoi libri mi avrebbe potuto aiutare... scusa se ti ho svegliato...》sussurra il ragazzo, sedendosi ai piedi del mio materasso. Mettendomi seduto, mi sposto alla destra del letto, per fare spazio al ragazzo. Picchiettando una mano sul materasso, faccio intendere a Murdoc che può avvicinarsi a me, e così fa. Il ragazzo si accomoda sul mio letto, coprendosi poi, fino a metà busto, con le mie coperte.
Prendendo fra le mani il mio libro, inizio a leggergli la storia, e sembra interessargli molto. Passiamo tutta la notte uno di fianco a l'altro, mentre il capolavoro di Wilde, ci tiene compagnia. Ma verso la fine del libro, i miei occhi smettono di leggere, chiudendosi in un nano secondo. Murdoc rimane di fianco a me per qualche istante ancora e, quando capisce che mi sono addormentato, lo sento alzarsi dal mio letto. Poi, una mano mi accarezza i capelli, fino a scendere lungo il mio viso. Rimango pietrificato, vorrei aprire gli occhi e capire cosa sta realmente succedendo, ma il mio cervello si rifiuta di far muovere i miei muscoli.
La mano di Murdoc scende delicatamente lungo il mio collo, fino ad arrivare al lembo delle coperte. Prendendo quest'ultime, mi copre fino alle spalle.
Lo sento spegnere l'abat-jour, per poi uscire dalla mia stanza. Vorrei tanto capire per quale motivo ha fatto questo, ma sono troppo stanco.

Apro gli occhi.
Sul pavimento c'è un corpo, sembra che stia dormendo profondamente. Quella persona è Murdoc. Tra le mani tiene uno dei miei libri, mentre nell'altra tiene un mozzicone di sigaretta.
Mi stropiccio gli occhi per la stanchezza.
Guardo l'orologio che ho nella stanza e leggo l'orario: 03.35.

Perché mi sono svegliato adesso?

Ho ancora sonno ma non riesco a riaddormentarmi.
Ad un tratto, sento Murdoc alzarsi.
《M-murdoc..?》dico, con voce roca per il sonno. Il ragazzo si alza, andando a riporre il libro nella mia libreria. Poi, lo vedo tornare verso il mio letto. Ha un'espressione maliziosa sul viso, sembra non volersi fermare e continua ad avvicinarsi al sottoscritto. Con fare incerto, mi porto le coperte al viso, ho un po' di paura ma non riesco a fare altro se non continuare a guardarlo con occhi sgranati.
Il ragazzo inizia a salire sul mio materasso, gattonando fino a me. I nostri visi sono a pochi centimetri l'uno dall'altro.
Il mio volto inizia ad arrossire, sento una specie di vulcano dentro al mio petto che inizia ad eruttare lava incandescente.
Murdoc porta una sua mano sul mio mento, alzando il mio viso in direzione del suo. Con un sorrisino malizioso, il ragazzo sussurra nelle mie orecchie:《Stuart... innocuo e innocente come sei... la preda perfetta per noi... Ahahah...》 . Appena il ragazzo si ferma, le sue parole non mi sono chiare del tutto. Poi, Murdoc decide di continuare il discorso, sempre sussurrando.
《Ti voglio svelare un segreto, Stu: io non sono stato sfrattato di casa, in realtà io sono qui... per rubare tutto... fino all'ultimo centesimo che avete in casa... io sarò la vostra rovina... Non rimarrà nulla, io e la mia banda di mal viventi ti ruberemo anche la famiglia... resterai da solo per SEMPRE! ahahahAHAHAHAH!》la sua risata inizia a riempire la stanza, mentre la sua mano ossuta continua a tenere stretto il mio viso.
Appena il ragazzo finisce di parlare, le mie pupille si restringono per la paura.
Nel buio della stanza, si vedono solamente i suoi denti affilati e quelle sue orbite bianche dove le pupille annegano, sparendo del tutto.
Ad un tratto, dalla finestra di camera mia sento dei rumori.
La porta della camera si apre lentamente, mostrando una figura sinistra che ha la stessa espressione di Murdoc in questo momento.
La finestra si spalanca del tutto, facendomi sobbalzare sul letto. Anche da quella, entra un soggetto, seguito da altri tre, che ridono insieme a Murdoc.
Mi sembra di stare dentro ad un gruppo di iene assatanate di sangue: il mio.

Velocemente, mi scopro dalle lenzuola per allontanarmi dal letto, ma i mal viventi mi accerchiano. Continuano a ridere rumorosamente, mentre mi soffocano avvicinandosi sempre più a me, facendomi finire con le spalle al muro.
Murdoc rimane fuori dal cerchio, guardando la scena da un'altra prospettiva. Con lo sguardo lo supplico di salvarmi, ma non funziona.
《MURDOC! AIUTAMI! NON PUOI FARMI QUESTO! NOI TI ABBIAMO AIUTATO!》urlo, ma la mia voce è soffocata dai singhiozzi. Murdoc sembra pensare alle mie parole, sembra che stia cambiando idea, ma quando punta nuovamente lo sguardo su di me, è troppo tardi: uno dei suoi complici si accanisce contro di me, iniziandomi a strappare via i vestiti a morsi, sfregiandomi la pelle con quelle sue unghie sudice. Sento la carne che si lacera, il sangue che inizia a colare, mentre il mio petto è sommerso di cannibali assatanati che cercano di strappare via il possibile dal mio corpo.
Il dolore che sto provando non è per niente pari a quello che mi ha fatto provare Murdoc: il traditore.

《TI PREGO! NOOOO!》

Di scatto, apro gli occhi, mettendomi seduto sul mio letto.

Nella mia stanza regna il silenzio. Gli uccellini cinguettano, mentre l'inverno continua a soffocare la mia città con tanta neve candida.

Velocemente, mi volto a guardare il pavimento: Murdoc non c'è, i suoi scagnozzi nemmeno.
Mi guardo i vestiti, la pelle, il dorso: nessun graffio, niente sangue.
Era soltanto un sogno, un orribile incubo.

Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// GorillazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora