12. Varcando la soglia

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《S-stuart...》
Io e Murdoc siamo rimasti da soli nella mia stanza. Con le ginocchia sulla moquette della camera, rimango immobile. Anche il più grande non sa che fare, dopo aver sentito le parole di mio padre. 《M-mi dispiace, Stu... Non volevo che andasse a finire così...》dice con voce insicura, Murdoc avvicinandosi al sottoscritto. Poi, mi abbraccia. Sento il suo cuore battere all'impazzata mentre le sue mani mi stringono sempre più, quasi come se non volessero più farmi respirare. 《Non è colpa tua, Murdoc... ora scappa, ti prego...》dico con tono di voce cupo. Murdoc, appena sente le mie parole, si stacca subito da me. Mi guarda dall'alto verso il basso con occhi sgranati, increduli per quello che ho appena detto. 《Devi scappare da qui, mio padre non ha pietà contro chi infrange le sue regole... ti prego, Murdoc... se tu ci tieni veramente a me, fuggi da qui.》dico, alzando il viso in direzione del ragazzo. Alzandomi in piedi, mi appoggio al letto, avendo ancora un equilibrio precario. 《Hai sentito quello che ti ho detto? Scappa! Fuggi da qui! Subito!》dico alzando il tono di voce. Murdoc si spaventa, andando in direzione della porta. 《Addio...》dico appena noto che il ragazzo ha impugnato la maniglia dorata. 《Ciao, Stuart...》questo suo saluto crea quasi una sorta di speranza nel ritrovarci, magari un giorno. Ma tutto finisce con un semplice saluto: la solitudine e il buio dentro la mia stanza riprendono a farmi compagnia non appena il ragazzo richiude la porta, uscendo dalla mia camera. A quel punto, le mie ginocchia cedono nuovamente. Finisco a terra, mentre delle lacrime tiepide iniziano a bagnarmi il viso. Nella testa ho solo le ultime parole di Murdoc, quel suo "ciao" mi lascia intendere che lui voglia ritornare da me, un giorno, ma finché mio padre sarà sempre qui, fra noi due, non succederà mai nulla.
Le lacrime iniziano a scendere con velocità, mentre in gola ho un nodo che mi toglie il fiato. In silenzio, soffoco i miei singhiozzi in modo da non farmi sentire dai miei genitori. Ma la voglia di fuggire è troppo grande, di abbandonare l'orribile scena familiare che mi opprime. Ho bisogno di andarmene da qui.

Velocemente, mi rialzo in piedi. Prendo il mio zaino di scuola e lo riempio di cose personali: libri, portafoglio, chiavi, sciarpa e quell'accendino marchiato "S. N.", Sebastian Niccals, che prima apparteneva a Murdoc, e che poi mi ha regalato.
Mi infilo il giubbotto pesante, prendo il mio cappellino di lana e i guanti, anfibi ai piedi e decido di partire. I miei sono chiusi nella loro camera da letto, stanno litigando per l'ennesima volta, ma questa volta, il loro baccano è a favore mio; così, fra le urla dei miei genitori, riesco ad uscire di casa. Ma prima di varcare la soglia, per lasciare il girone dell'inferno che è diventata questa casa, decido di scrivere un biglietto.

"Non tornerò mai più, fate finta che io non sia mai esistito, voi non avete mai avuto un figlio. Cancellatemi dalla vostra memoria, ora siete rimasti solamente in due.
Ora siete liberi.
Addio,
Stuart."

Lascio il bigliettino attaccato al frigo con una calamita proveniente da Madrid, regalo che portai ai miei genitori quando andai in gita scolastica nella capitale spagnola.
Di fretta, sentendo ancora le urla in sottofondo, apro la porta principale e fuggo. Ormai è buio pesto e la notte inizia a prendere piede sulla scena.
Senza meta, inizio a camminare lungo il marciapiede che costeggia le case del mio quartiere.
La neve ha smesso di cadere, mentre il freddo fa condensare il mio respiro ogni volta che sputo aria dal naso.

-Ho fatto la cosa giusta, non tornerò mai indietro. Non posso farlo e non voglio farlo.-

Nella mia testa continuo a ripetermi di aver fatto la scelta giusta, ma c'è quel qualcosa che non mi convince del tutto: mia madre. Quella povera donna non ha colpe, e la mia sparizione le potrebbe far venire un colpo.
Ad un tratto, tutta quella sicurezza che avevo appena varcata la soglia verso la libertà, svanisce in un secondo.
《Stuart?》poi, nell'oscurità della notte, sento una voce che mi chiama. Nel buio, cerco di capire chi mai possa essere, ma non vedo nessuno. 《Stuart!》Ad un tratto, la voce si fa più vicina. Poi, vengo travolto da un corpo che si avvinghia sulla mia schiena, facendomi quasi perdere l'equilibrio. 《Oh Stuart!》la voce ora mi fa tornare in mente chi è. 《M-murdoc..?》chiedo, cercando di voltarmi in direzione del corpo che mi tiene stretto da dietro. Appena mi giro, mi accorgo che è proprio lui. 《Murdoc!》dico, con tono di voce sorpresa. Senza esitare un secondo, entrambi ci abbracciamo in mezzo al marciapiede su cui stiamo. 《Oh Murdoc...》sussurro, fra le sue spalle ossute. 《Che ci fai qui fuori..?》mi chiede il ragazzo, staccandosi da me. 《Ho deciso di scappare da casa mia... Non voglio più tornarci lì dentro...》dico abbassando lo sguardo. 《Sei sicuro di volerlo fare..? Io non ti impedisco di farlo, ma devi considerare i pro e i contro delle tue azioni, Stu... Io sono scappato ma perché mio padre mi picchiava a gratis, tu almeno una madre ce l'hai... lei ti vuole bene》dice il ragazzo, appoggiando una sua mano sulla mia spalla destra. 《Ma tu..? Dove andrai adesso? Tuo fratello aveva detto che ti avrebbe preso con se solamente fra tre settimane. Non puoi rimanere fuori, da solo, con questo freddo!》dico, con voce tremolante. 《Oh Stuart, tranquillo. Non ti preoccupare, ho già contattato mio fratello e ha detto che mi passa a prendere tra un po'. Tranquillo, e poi ci continueremo a vedere, non ti voglio abbandonare, stai sereno. E poi, io sto bene insieme a te.》conclude il più grande, avvicinandosi al mio viso. 《Ti prego, Murdoc... prendimi insieme a te... Non voglio tornare in quel posto...》sussurro, incrociando lo sguardo dell'altro. 《Non posso, Stu... mio fratello non è una persona cordiale e gentile, tutt'altro... Non voglio immischiarti nel mio mondo fatto di odio e volgarità, tu sei troppo-》ad un tratto, Murdoc si ferma di colpo. 《Piccolo... stavi per dire piccolo, non è vero?》dico, allontanandomi subito da lui. Murdoc mi guarda con occhi sgranati. 《N-no, non stavo per dire quello... volevo dire-》《Ok, Murdoc. Se non mi ritieni all'altezza, allora starò da solo. Io lì dentro non ci torno più, stai sereno.》detto ciò, impugno le spalle del mio zaino e inizio a camminare in direzione della strada principale, lasciandomi Murdoc alle spalle. 《No! Aspetta!》il ragazzo cerca di convincermi a tornare indietro ma ormai il gioco è fatto: ora sono un lupo solitario, proprio come lo è Murdoc.

Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// GorillazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora