21.Blitz

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Continuo a leggere quelle frasi d'amore per altri venti minuti, tutto il libro ne è pieno. Ad un tratto, sento dei passi avvicinarsi a me. Una mano tiepida mi oltrepassa le spalle, fino ad arrivare al mio collo. Poi, una voce inizia a sussurrare delle parole bellissime:

Notti selvagge - Notti selvagge!
Fossi io con te
Notti selvagge sarebbero
La nostra voluttà!
Futili - i venti -
Per un Cuore in porto -
Via il Compasso -
Via la Mappa!
Vogare nell'Eden -
Ah, il Mare!
Potessi soltanto ormeggiare - stanotte - In te!

Voltandomi leggermente, intravedo lo sguardo di Murdoc, con gli occhi socchiusi e pieni di passione tanto quanto le parole che ha pronunciato. Le sue labbra decidono poi, di oltrepassare quella specie di spazio vuoto che mancava per sfiorarsi. Le nostre lingue continuano a danzare, mentre le mie mani si distraggono per qualche secondo, facendo cadere il libro a terra. I nostri corpi sono di nuovo vicini, talmente vicini da riuscire a sentire il battito dell'altro: veloce come una macchina da corsa.

《Adoro questo libro... come hai fatto a trovarlo? Pensavo di averlo perso.》 Murdoc si stacca da me, ponendomi quella domanda. Facendo spallucce, indico il pavimento.《L'ho trovato fra le diverse cianfrusaglie che ci sono qui, sul pavimento del vostro salotto.》 poi, lanciando un occhio al libro ritornato su quel suolo appiccicoso e puzzolente, noto che da una delle pagine sbuca un angolo di una tressera plastificata, una foto. Chinandomi, prendo di nuovo fra le mani il libro e, sfogliando le pagine riesco a trovare la piccola foto che si nascondeva fra le pagine giallastre, che prima erano il suo scudo. Chiudendo il libro, la mia attenzione inizia a focalizzarsi su quella piccola immagine sfocata. Sembra esserci un bambino e una ragazza, entrambi sono abbracciati con sorrisi di felicità stampati sul viso. 《Ehy, Murdoc. Chi sono questi due..?》 chiedo ingenuamente all'altro. Porgendogli la foto, Murdoc inizia ad osservarla attentamente. 《Mamma...》 sedendosi a peso morto sul divano, continuando a fissare la foto, il ragazzo sembra essere preso da un momento di commozione. Noto una lacrima scendergli lungo il viso, fino ad arrivare sotto al suo mento. Appena noto la sua tristezza, mi precipito vicino a lui, avvolgendo le mie braccia intorno al suo busto. 《Oh, Murdoc... che è successo..?》 chiedo con voce preoccupata. 《Niente, non preoccuparti... questi due siamo io e mia madre. Quando scattammo questa foto, io avevo sei anni mentre mia madre ne aveva ventiquattro. Era giovane e allegra ancora, adorava prendersi cura di me, anche perchè io ero il suo unico figlio ma un anno dopo, mio padre decise di farla finita. Tornò dal pub per l'ennesima volta, ubriaco fradicio. Mia madre era in cucina, io e mio fratello eravamo n salotto a guardare la televisione. Appena sentimmo la porta di casa chiudersi con un tonfo violentissimo, mio fretello decise di portarmi insieme a lui n camera sua, aveva già capito che nostro padre non era del tutto in se stesso. Rinchiusi nella nostra cameretta, sentimmo delle urla, poi dei passi, quasi come se qualcuno stesse ocrrendo. Poi, silenzio. Mio fratello, decise di uscire dalla stanza per andare a vedere cosa fosse successo ma, appena aprì la porta, davanti si trovò mio padre con le mani piene di sangue, mia madre accasciata a terra col viso coperto dai suoi lunghissimi capelli neri e del sangue che colava dalla sua testa. La scena la vidi anch'io e da quel giorno, sia io che mio fratello non abbiamo più visto nostro padre con gli occhi di prima, da quel momento in poi sarebbe stato per noi, solamente uno stronzo. Non lo perdonerò mai per quello che ha fatto a quella povera donna di mia madre.》 il ragazzo finisce di raccontare qulla storia terrifficante asciugandosi il viso, iniziando a guardare quella foto con le soppracciglia aggrottate per la rabbia. Sono rimasto senza parole, non so cosa dire e nemmeno cosa fare. Poi, colto da un istinto fraterno, decido di stringere forte, in un abbraccio sincero, il più grande. Murdoc rimane in silenzio e fermo per qualche secondo poi, decide di ricambiare il gesto, lasciando cadere la foto sul pavimento. 《Mi dispiace un sacco, non se lo meritava affatto un uomo del genere tua madre...》 dico cercando di tirare su il morale del più grande. 《Già... ma una cosa positiva l'ha fatta, dopo tutto...》 dice Murdoc, staccandosi dal mio corpo. Io lo inizio a guardare con occhi confusi, inclinando la testa verso sinistra. 《Se i miei non si fossero mai conosciuti, allora non sarebbe nato un gran bel pezzo di manzo di questo calibro...》 conclude il più grande, indicandosi il l'addome, alzandosi la maglietta che indossa per mostrare gli addominali ben definiti. Sorridendo leggermente imbarazzato, abbasso lo sguardo. Murdoc mi alza il viso con un dito e, intercettando suoi occhi, il più gende mi sorride in modo affettuoso. 《Senza di te sarei perso...》 con voce calda, Murdoc pronuncia quella frase. Immediatamente, un brivido di piacere mi attraversa tutto il corpo. 《Oh Stuart...》 dico avvicinandomi sempre di più alle labbra del più grande. 《Murdoc...》 ribatte l'altro, accettando le mie labbra.

Ma proprio mentre il nostro bacio inizia a farsi più intenso, qualcuno bussa alla porta. Entrambi interrompiamo il nostro momento di intimità. 《Chi diamine sarà a quest'ora del mattino..?》 avvicinandosi alla porta, Murdoc è confuso quanto me. Appena gira la maniglia del portone di casa, il più grande si ritrova di fronte un uomo basso, in carne con un paio di occhiali anni settanta con la montatura dorata. Il soggetto sospetto inoltre, possiede dei baffi che gli coprono tutto il labbro superiore, facendo sbucare solamente quello inferiore; in testa è quasi del tutto calvo e ha degli occhi piccoli e azzurri. 《Salve, potrei usare il telefono? Ho finito la benzina nella mia auto e vorrei chiamare un carro attrezzi per rimuovere la mia vettura.》 l'uomo inizia a parlare. Murdoc rimane a guardarlo con occhi confusi. 《Ehm, certo... il telefono si trova in fondo alla sala.》dice il più grande , spostandosi dalla soglia, per far passare l'uomo. Mentre quest'ultimo passa lungo la sala, noto che mi inizia a puntare i suoi occhi freddi e sospetti a dosso, quasi come se non avesse mai visto un ragazzo con i capelli di un colore bizzarro, in vita sua. Io rimango seduto sul divano senza dire una parola, continuando a guardare la scena. Non appena l'uomo raggiunge il telefono nero che sta sul comò di legno della sala, urla 《È QUI!》appena l'urlo dell'uomo esce dalla gola di quest'ultimo, degli uomini armati fino ai denti, con caschetti e giubotti antiproiettili, irrompono dentro casa di Murdoc. Sono ovunque, entrano dalla porta, sfondano le finestre, addiritura arrivano anche dal piano di sopra. Tutti quanti sono concentrati sulla sagoma di Murdoc. Il ragazzo rimane a guardare la scena senza dire una parola, continuando a tenere una smorfia sbalordita sul viso. Degli uomini lo afferrano per le braccia, altri gli puntano delle pistole a dosso, mentre altri si disperdono per tutta la casa. Ad un tratto, vengo preso anch'io ma non vengo ammanettato. Murdoc invece, sì. 《LEI È IN STATO DI FERMO! NON SI MUOVA!》 un poliziotto inizia ad urlare contro Murdoc che, con le manette ai polsi, decide di obbedire.
《Silver Jackson, sono del departimento di polizia di Crawley. Signor Niccals, lei è in stato di fermo per sequestro di persona, oltre che per spaccio di droga a minorenni.》 ad un certo punto, quell'uomo con l'auto in panne, si è trasformato in uno degli uomini più schietti e determinati di questo mondo. Mostrando il distintivo di polizia a Murdoc, l'uomo inizia a parlare.
《NO! LUI NON CENTRA! SONO STATO IO A SCAPPARE DI CASA, LUI E' INNOCUO!》 grido, continuando ad essere braccato da due braccia muscolose. Dimenandomi però, riesco a scappare dalla presa salda del poliziotto che mi soffocava.
Corro arrivando da Murdoc. Abbracciandolo, ribadisco quello che ho detto poco prima. 《Lui è innocente...》 dico con voce singhiozzante, mettendo il viso fra il collo del ragazzo amanettato. 《Stuart, fai quello che ti dicono. Vedrai che andrà tutto bene...》 mi sussurra il più grande. Con le lacrime al viso, mi stacco da lui, iniziando a guardarlo nelle pupille. 《Ma io non ti voglio perdere...》dico tirando su col naso. 《Tranquillo, andrà tutto bene. Ora va, io me la caverò.》 appena il più grande finisce di parlare, il poliziotto in camuffa ordina di portare via Murdoc da casa sua. Lo portano su di un'auto della polizia, continuando ad essere amanettato. 《MA CHE DIAMINE STA SUCCEDENDO QUI?!》 ad un tratto, la voce del fratello di Murdoc invade casa. Appena il ragazzo scende le scale, nota tutti quei poliziotti dentro la sua dimora. Sconvolto, rimane in silenzio. Tutti i poliziotti si voltano verso di lui puntando i loro mitra a dosso al ragazzo. 《Suo fratello è in stato di fermo, ci vediamo in centrale signor Hannibal》. L'uomo bassettino con un cenno, ordina ai suoi uomini di uscire da quella casa e insieme a loro, mi portano via. Vengo fatto salire su di una macchina della polizia. Poi, si parte: verso la centrale di polizia.

Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// GorillazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora