Un raggio di luce entrato dalla finestra aperta, mette in risalto i nostri corpi, coperti solamente da un timido lenzuolo bianco. Le nostre mani unite in un unica stretta. Il mio capo incastrato fra il suo collo e il suo mento. Mi sento protetto, al sicuro.
Alzandomi sui gomiti, osservo i nostri corpi, i nostri vestiti abbandonati sul pavimento, la confezione vuota del preservativo vicino alle mie scarpe, il preservativo usato di Murdoc vicino al cestino dell'immondizia. Abbiamo passato una nottata intensa, composta soprattutto da sesso e coccole. Una delle nottate più belle che io abbia mai passato in vita mia.
《Buongiorno...》con voce roca, Murdoc mi saluta, stropicciandosi gli occhi per la stanchezza. 《Buongiorno...》ricambio, voltandomi verso di lui, accennando ad un sorriso. Allungando una mano verso il mio viso, il più grande mi accarezza una guancia.《Sta notte è stata una delle notti più belle che io abbia mai avuto... dico sul serio!》esclama il ragazzo, alzandosi sui gomiti, arrivando vicino al mio viso. Sorridendo con la mano destra, gli prendo il mento per portare le sue labbra alle mie.《Anche per me.》
《Dimmi che oggi puoi rimanere qui, insieme a me...》supplica il più grande.《S-sì, penso di sì... oggi che giorno è?》chiedo, scendendo dal materasso per riprendere le mie cose.《Penso sia sabato...》risponde Murdoc, guardando fuori dalla finestra, continuando a rimane avvolto fra le lenzuola.《Allora, sì. Posso rimanere.》poi, sorridendo mi avvicino al ragazzo per dargli un altro bacio leggero sulle labbra.《Mi vado a fare una doccia... ci metterò poco.》dico, raccogliendo gli ultimi vestiti ormai asciutti del tutto. Murdoc accenna ad un sorriso lasciandomi andare alla toilette.
Appena arrivo nella stanza di mattonelle bianche e fredde, chiudo la porta ma senza girare la chiave nella serratura. Sì: spero tanto che alla mia doccia si unisca anche lui.Aprendo il rubinetto, inizio a far scorrere l'acqua nel box doccia. Una volta arrivata la temperatura che desidero, lascio i vestiti sul mobile di legno che c'è nella stanza, per catapultarmi sotto a quelle gocce tiepide che non vedono l'ora di percorrere tutto il mio corpo.
Dopo una decina di minuti passati ad insaponarmi il corpo e i capelli, sento bussare alla porta della stanza.《Entra...》dico, continuando a massaggiarmi la cute con le dita. Lentamente, la porta si apre, per poi richiudersi nuovamente. Avanzando lentamente, quella figura offuscata dal vapore, si avvicina al box doccia.《Vuoi entrare anche tu? Si sta bene, sai?》dico ignaro di chi possa essere. Ma il vapore dell'acqua calda, non mi permette di riconoscere che quella figura non è Murdoc. Appena la porta di vetro satinato si apre, vedo il viso di quell'uomo: è mio padre.
Preso alla sprovvista, mi rannicchio in un angolo della doccia. Con occhi increduli e spaventati, guardo attraverso le gocce d'acqua l'uomo che ha appena interrotto la mia doccia.《Papà... che ci fai qui?》chiedo con voce confusa, cercando di coprire le mie parti intime con le mani. L'uomo sembra essere impietrito, non dice una parola. Vedendo che non mi risponde, giro la manopola della doccia per fermare l'acqua e vedere più chiaramente il viso dell'uomo.《P-papà..?》cerco di capire per quale motivo sia qui, davanti a me.《Stuart...》ad un tratto, l'uomo si decide a parlare.《Dobbiamo andarcene da questa città. Tua madre ha ricevuto un offerta di lavoro molto importante, che non puo' rifutare. Dobbiamo trasferirci a Paddington. Oggi stesso.》Ad un tratto, quelle parole mi fanno crollare il mondo addosso. Negando col capo, guardo le pupille di mio padre. L'uomo sembra essere serio. Ci dobbiamo davvero trasferire in un'altra città.
《M-ma come faremo con la scuola e con i miei amici e... con Murdoc...?》in gola ho un nodo grande quanto una casa che mi lascia poco fiato per parlare. Mio padre allungandomi un asciugamano dall'appendi abiti che c'è nella stanza, mi copre il corpo bagnato.《Lo so che sarà dura ricominciare da zero, ma abbiamo trovato una scuola privata non troppo costosa per noi, ed è cristiana come quella in cui vai adesso. Vedrai che non ti sarà difficile farti delle nuove amicizie. Mentre, per quanto riguarda Murdoc, sono sicuro che rimarrete in ottimi rapporti anche se ci sono svariati chilometri a separarvi.》Alzando lo sguardo verso l'uomo, delle lacrime salate iniziano a scendere lungo le mie guance, mescolate alle gocce d'acqua che scivolano dai miei capelli atterrando sulla mia pelle.《N-no... io non voglio lasciarlo... lui viene con noi!》detto ciò, oltrepasso mio padre spingendolo con una spalla contro il muro del bagno. L'uomo mi inizia a seguire in silenzio.《Murdoc, tu vieni con noi.》il ragazzo è in sala da pranzo. Appena mi vede arrivare, uno sguardo incredulo gli si stampa sul volto.《Stuart, io non posso venire... i tuoi non so se sarebbero d'accordo...》risponde il più grande prendendomi dalle spalle.《Stuart, Murdoc anche se ce lo prendessimo con noi, tu lo vedresti più o meno, una volta alla settimana. Il college in cui ti abbiamo iscritto ha dei dormitori dove dovrai restare per tutta la settimana scolastica. Io e tua madre ci trasferiremo in un appartamento abbastanza vicino al nuovo studio in cui lavorerà tua madre. E poi Murdoc dovrebbe lasciare suo fratello da solo...》appena mio padre finisce di parlare, le mie gambe iniziano a tremare.《Lui verrà con noi! È deciso ormai! Non voglio perderlo un'altra volta... ti prego Murdoc, convinci tuo fratello...》e con le lacrime agli occhi, cerco di convincere entrambi ma nessuno dei due sembra essere d'accordo sulla mia idea. Vedendo che nessuno mi da ascolto, la tristezza che poco fa provavo, inizia a trasformarsi in rabbia, che non riesco più a trattenere.《BENE! Sapete cosa vi dico? Andremo a Paddington, io continuerò a frequentare una merdosa scuola cristiana e dovrò dimenticarmi dei miei genitori e del mio ragazzo...》riprendendo fiato, mi volto verso Murdoc, iniziandolo a guardare con occhi stretti in due fessure pieni di amarezza nei suoi confronti.《Pensavo che tu fossi disposto a fare di tutto per me... ma a quanto pare per te non sono altro che una scopata e basta. Ti facevo diverso, più maturo Murdoc. Grazie di avermi illuso per tutto questo tempo, ti ringrazio davvero.》e con passo svelto, ritorno al piano superiore per infilarmi i miei vestiti e lasciare la casa il prima possibile.
《Andiamo, papà.》dico, uscendo dalla porta principale, dando un ultimo sguardo al ragazzo.《Stuart! Aspetta!》correndo, Murdoc mi raggiunge. Mi afferra per un braccio cercando di fermarmi.《Cosa? Vuoi scusarti adesso? Per avermi usato come giocattolo sessuale? O per avermi fatto credere che noi due eravamo fatti per stare insieme? Dimmelo!》sbraito davanti al più grande rimasto ormai senza parole.《Non è vero, Stuart! Io ti amo davv-》《Smettila di dire stronzate e fai l'uomo per una volta!》alzo la voce contro il ragazzo.《Se tu mi amassi davvero, non mi lasceresti andare a Paddington.》ringhio a denti stretti, puntando il dito indice contro il petto del più grande. A passo spedito poi, mi avvicino all'auto di mio padre per entrare nell'abitacolo. Murdoc rimanendo in mezzo al giardino, mi guarda salire ma non cerca di fermarmi.
È incredibile: e io che pensavo mi amasse per davvero.Dopo una decina di minuti, finalmente arriviamo a casa dove c'è mia madre che sta già portando fuori dal portone di casa, le valigie già colme di vestiti e altre cose indispensabili.《Ciao Stuart!》mi saluta caldamente la donna.《Ciao...》ribatto con sguardo amareggiato, abbassando gli occhi al suolo.《Ehi, che ti è successo? Non sei felice di partire e di iniziare una nuova vita in una nuova città? Io sono elettrizzata al sol pensiero!》esclama la donna.《Già, sono felice di lasciare questa merdosa città. Hai proprio ragione, non mi mancherà niente di questo posto.》detto ciò, entro in casa per andare in camera mia. Una volta salite le scale, spalanco la porta della mia stanza ormai vuota, privata di qualsiasi oggetto, con qualche scatolone abbandonato sul pavimento. Lasciandomi cadere sul materasso, inizio a pensare a tutto quello che ho passato in meno di venti minuti questa mattina. Non ci posso credere che la nostra relazione sia finità in così poco tempo. Eravamo innamorati, o così pensavo. Ma invece era tutta finzione, magari quel sogno che feci quando Murdoc era appena entrato a far parte della mia vita, era un sogno premonitore. Magari Murdoc stava insieme a me soltanto per beccarsi qualche soldo in più per l'alcool e per le sigarette. Sì, un altro ragazzo attaccato ai beni materiali, ecco cos'è.
Ad un tratto, in mezzo a quei pensieri furibondi, Caley compare in un sol colpo nella mia mente annebbiata dai pensieri negativi. Alzandomi dal letto, vado verso il salotto di casa per fare una telefonata.《Tesoro, tra quindici minuti partiamo!》accarezzandomi il viso, mia madre mi informa che è quasi tempo di andare.《Va bene, faccio una telefonata prima...》dico con voce fiacca. Lei annuisce, tornando al piano superiore per prendere gli ultimi scatoloni rimasti nelle varie stanze.
Mentre la donna scompre, a passi spediti e leggeri, mi avvicino al telefono attaccato al muro per chiamare Caley. Digito il numero poi appoggio l'orecchio alla cornetta. Dopo un paio di squilli, mi risponde la madre del mio migliore amico che subito mi passa il diretto interessato di questa chiamata.《Ciao...》
《Ciao Stu!》Caley sembra non essere al corrente di ciò che sta succedendo.
《Lo sai che sto partendo per Paddington, vero?》
《Non mi dire!》
Appena mi risponde a quel modo così entusiasta, iniziano a sorgermi dei dubbi.
《Sei... felice?》gli chiedo con voce interrogativa.
《Sì che lo sono! Anche io e la mia famiglia ci trasferiamo lì! Mia madre e tua madre hanno trovato lavoro nello stesso ufficio! Siamo nella stessa scuola e nello stesso quartiere a Paddington, sei contento?》appena il ragazzo finisce di parlare, gli angoli della mia bocca iniziano a spostarsi all'insù, rimettendomi di buon umore.
Finita la chiamata, ritorno dai miei genitori per aiutarli con le valige.
Dopo altri dieci minuti di sistemazione, io e la mia famiglia usciamo dal vialetto di casa per iniziare a percorrere la strada che ci avrebbe portato a destinazione. Ma proprio mentre arriviamo al primo incrocio di King Street, vedo un ragazzo in biccletta. Quel ragazzo mi è famigliare, anche la bicicletta. Ed è proprio lui: Murdoc. Appena i miei occhi si posano su quell'immagine, il mio cuore cambia frequenza, aumentando le pulsazioni. Il ragazzo rimane impalato, di ghiaccio, non appena vede l'auto di mio padre colma di valige. Poi, i suoi occhi si posano sul sottoscritto. Entrambi ci guardiamo ma nessuno dei due fa nulla. Ad un tratto, il semaforo diventa verde e mio padre spinge l'acceleratore dell'auto, lasciandoci Murdoc e la mia bicicletta, alle spalle.
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Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// Gorillaz
FanficUn ragazzo di soli sedici anni si ritrova con un inaspettato sentimento, mai provato prima: amore per un altro ragazzo: un vagabondo di vent'anni. La famiglia non aiuta ma solo quella particolare "amicizia" con il più grande, lo distoglie dalla real...