Un semplice 5 settembre. Capitolo 1

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"Svegliati! È tardissimo, mica vorrai fare tardi al test d'ingresso spero!!"
È mia madre che parla, più ansiosa di me, davanti al mio letto. Mi alzo di scatto e sento un dolore assurdo alla testa. Sapevo che non dovevo bere ieri sera ma dovevo far festeggiare in qualche modo il compleanno ad Ambra, la mia migliore amica. A lei non piace tanto festeggiare, quindi mi sembrava giusto portarla in un bel posto e farla sentire una principessa per una sera.
Mi alzo a fatica, lascio il mio adorato letto e mi volto istintivamente verso la sveglia, pensando che mia madre stesse esagerando come sempre: 7:46. "CAZZO" urlo. "È tardissimo!". Mi precipito in bagno per lavarmi e dopo due minuti esatti mi sto già infilando i miei jeans preferiti, quelli color verde militare e una camicetta bianca. Prendo una pasticca per il mal di testa e dopo aver messo il necessario nella mia borsa, esco, salutando a malapena mia madre che mi dice "buona fortuna amore mio!".

                                      ***
Sto parcheggiando davanti all'università quando un'ansia mi pervade. "E adesso? Non mi ricordo niente, cosa faccio?" Continuo a pormi domande esistenziali fino a quando non solco la soglia, con il fiato corto, della grandissima aula,  dentro la quale trovo altrettanti studenti presi dal panico e dall'ansia: proprio come me! Allora non sono la sola!
Mi siedo e davanti a me vedo un ragazzo che mi guarda e mi dice: " pure tu ansiosa?". Sono piuttosto stupita perché sinceramente in una situazione come questa, l'ultima cosa che vorrei fare è parlare con qualcuno e non mi capacito come questo tizio possa pensare a parlare proprio con me. "Si molto." rispondo nel modo più gentile che conosca. Il ragazzo mi sorride e mi dice: "buona fortuna allora!" "Buona fortuna a te..." mormoro. Si gira ed io cerco di raccogliere tutte le notazioni apprese in questi ultimi due anni e soprattutto durante quest'estate, mettendo da parte quei due occhi azzurri color cristallino che mi avevano guardato prima.
Alle 9:00 in punto inizio a compilare il test e dopo un'ora e mezza consegno.
Quest'estate, insiere ad Ambra, che stranamente non ho visto, mi sono preparata con gli Alpha test, quindi non ho trovato notevoli difficoltà, tralasciando le domande inerenti a fisica, che mi è sempre stata ostica!
Mi sto incamminano verso l'uscita quando sento una voce profonda e gutturale dirmi "ehi aspetta". Mi irrigidisco e mi giro. È il ragazzo che stava davanti a me durante il test.
"Hai dimenticato questo" mi dice porgendomi il telefono. "G-grazie" è l'unica cosa che riesco a  mormorare pensando a come diavolo abbia fatto a dimenticarlo in aula! Il ragazzo abbozza un sorriso e continua a guardarmi negli occhi; io distolgo lo sguardo, che si era fatto troppo pesante da sostenere, soprattutto per una timida come me e bisbiglio un " io dovrei andare..." e faccio per andarmene. Quando mi giro sento che farfuglia qualcosa ma non riesco a capire esattamente le sue parole.
Arrivo alla mia audi A1 nera e mi trovo Ambra comodamente appoggiata sul cruscotto.
"Bea ce l'hai fatta ad arrivare! Non ti ho visto stamattina e ho pensato subito che stessi ancora dormendo, come al solito tuo!"
"Scema, lo sai che non potevo tirarmi indietro proprio oggi. Ho avuto un contrattempo..."
"Mhh, non ti ho vista in aula però..."
"Sono arrivata un po' dopo e mi sono messa in fondo. Come pensi sia andata?"
"Non cominciare! Che ne dici se ne parliamo a casa mia? Poi comunque mi offri un passaggio perché sono venuta in metro." sorride sorniona sapendo già che l'avrei portata a casa con la mia bimba.
"A patto che rimango a pranzo da te!"
"Affare fatto!!"
Accendo la macchina e ci immettiamo nel traffico mattutino di Roma, ma mentre guido non riesco a togliermi dalla testa quello sguardo nel quale mi ero persa poco prima.

Persa in quello sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora