Capitolo 24

1.9K 72 5
                                    

Sto studiando dalle tre del pomeriggio, ora in cui sono tornata a casa dopo aver fatto visita ai miei. Mia madre era felicissima di vedermi, e mia sorella, Chiara, ancora di più.
Le ho raccontato di questi primi due mesi da studentessa universitaria e mia madre sembra essere veramente orgogliosa di sua figlia.
Lei fu la prima a sconsigliarmi di fare medicina, al contrario di mio zio, cardiologo, che vedeva in me un grande potenziale. Non che mia madre non lo vedesse, assolutamente, ma essendoci già passata, e conoscendo anche me, sicuramente meglio di mio zio, sapeva che mi sarei arresa anche dopo il superamento del test. Peccato che non sia così: voglio laurearmi in medicina, ed otterrò quel diploma a costo di studiare tutto il tempo.
Il telefono vibra e noto che sul display appare "Conforti". Strano, non mi cerca mai!
"Claudio." gli dico tranquillamente, mezzo sbagliando.
"Beatrice, ma che stai a fa? Dormi?" domanda lui sogghignando.
"Ma che! Sto studiando, anzi, volevo giusto chiederti se potessi aiutarmi questa sera..."
Rimane in silenzio e non risponde.
"Claudio, me lo avevi promesso..."
"Beatrice sì, te lo avevo promesso, infatti lo farò, ma non era esattamente quello che avevo in mente di fare questa sera. Ti aiuterò tranquilla."
"Grazie grazie grazie grazie!! Ci vediamo tra due ore?"
"Si..." conferma lui ma non con tanto entusiasmo.
"Come mai mi avevi chiamato? Dovevi dirmi qualcosa?" domando io.
"No, niente, ci vediamo dopo." dice, sviando alla mia domanda, prima di attaccare.
So che ogni volta che mi sta vicino, per lui, ed oggettivamente anche per me, è difficile trattenersi, ma questa sera deve aiutarmi, altrimenti l'esame andrà male.
Mi metto a capofitto sui libri fino alle 19:26.
Claudio doveva essere arrivato già da circa un'ora. Strano da parte sua, è sempre puntuale.
Provo a chiamarlo ma il suo telefono sembra spento o irraggiungibile.
Dai Beatrice arriverà, non ti fare mille paranoie come al solito tuo, sta' tranquilla.
Niente, non ci riesco, è più forte di me.
Dopo dieci minuti in cui ho fatto forse un chilometro camminando avanti e indietro per il salotto, suonano al campanello e corro immediatamente a chiedere chi è.
"Sono io scema, chi vuoi che sia!" sbotta Claudio dall'altra parte.
Apro la porta e lo vedo con due pizze e delle birre in mano.
"So che ho fatto tardi e non è da me, ma sono passato a prendere la cena. Cristo santo, è sempre così affollata la pizzeria qua sotto?" chiede, dirigendosi verso la cucina.
Dentro di me qualcosa si rilassa, il cuore riprende lentamente a battere come prima, senza saltare nemmeno una pulsazione. Perché devo sempre pensare al peggio? Visto Beatrice? È qui. Non è successo niente.
Lo raggiungo in cucina e istintivamente gli getto le braccia al collo.
Mi era mancato. Lo so, non lo vedo solo da questa mattina ma il suo profumo, il suo contatto, la sua voce...Dio quanto mi era mancato. Il solo pensiero che potesse aver rifiutato la mia richiesta d'aiuto o che gli fosse successo qualcosa mi aveva mandato in frantumi.
Faccio scendere le braccia intorno alla sua vita e comincio a piangere.
Lui, che per questi pochi secondi era stato immobile senza ricambiare l'abbraccio, mi circonda con le braccia e ora penso che si stia chiedendo il perché di questo mio atteggiamento, ed effettivamente non ha tutti i torti.
Il mio volto è sul suo petto, esattamente all'altezza del suo cuore, il quale sento battere all'impazzata.
È preoccupato. Lo percepisco perché si è irrigidito.
"Beatrice che succede?" domanda lui terrorizzato. Penso che non si sia mai dovuto confrontare con ragazzine che soffrono di sbalzi di umore così repentini.
Ed ora che faccio? Cosa gli rispondo? Posso inventarmi qualcosa, ma andrei contro ogni mio ideale. Se pretendo fiducia e lealtà da parte sua, non posso mentirgli, non me lo perdonerei mai e neanche lui a me.
"Ho pensato...ho pensato che..." non riesco a parlare, sto singhiozzando.
"Ei ei ei, piccola. Vieni, sediamoci."
Prende una sedia della cucina e vi ci siede sopra, con me sulle sue gambe.
Non riesco a guardarlo in faccia e quindi rimango aggrappata a lui, con il viso reclinato tra la sua spalla ed il collo.
"Con calma dai, sono qui, non me ne vado."
Ecco qual è il punto. Io mi sono legata troppo in fretta a lui e la paura che possa andarsene o che possa stancarsi di me, mi fa stare male.
"In un primo momento, ho pensato che tu non volessi venire da me questa sera..." cerco di dirgli tra un singhiozzo e l'altro. Lui sa che non ho finito e non osa fermarmi, quindi aspetta con tutta la calma di questo mondo che io continui a parlare.
"Poi però ho ripensato alla nostra telefonata e mi sono detta che eri stato sincero quando mi avevi detto che mi avresti aiutata."
"Infatti è così..." mormora, continuando ad accarezzarmi con una mano i capelli e con l'altra la schiena.
"Ma poi...poi ho pensato che ti fosse successo qualcosa e..."
"Ei, no no, ti prego non ricominciare a piangere. Non mi è successo niente, sono qui."
Mi stringe ancora di più a se e comincia a dondolarmi sulle sue ginocchia. Ispiro profondamente il suo profumo e mi rannicchio contro il suo petto.
Sono crollata e la preoccupazione dell'ultima ora è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La situazione di Ambra, l'esame imminente che mi preoccupa, il giorno del mio compleanno che si avvicina, sapendo che Ambra, molto probabilmente, non sarà al mio fianco mi hanno letteralmente uccisa.
"Dai, forza, mangiamo che sennò si raffreddano." sussurra al mio orecchio, posando un bacio sulla mia tempia.
Mi prende in braccio e mi porta di la, in salotto, sul divano. Quando torna, lo vedo con le pizze, le due birre e una coperta.
"Ho pensato potessi avere freddo, dai vieni qui." e prendendo la coperta mi fa mettere sotto, insieme a lui, per poi afferrare le nostre pizze, rigorosamente Margherita.
"Io non me ne vado, non ho intenzione di andarmene." se ne esce Claudio mentre addenta l'ultima fetta di pizza.
Rimango stordita dalla sue parole e mi risveglio solo quando mi dice: "bea, ti sta suonando il telefono, dovresti rispondere."
Lo guardo ancora per un po'.
Osservo la barba che sta ricrescendo velocemente, le screziature dei suoi bellissimi occhi e quelle labbra perfette, che molte volte hanno percorso il mio corpo senza alcun indugio.
Mi alzo, e correndo, raggiungo il telefono che avevo lasciato sul tavolo. È Luca, devo rispondergli però devo allontanarmi il più possibile da Claudio.
"Luca, dimmi."
"Beatrice, mi ha chiamato un numero, che non ho salvato tra i contatti. Non ho potuto rispondere perché lo avevo in silenzioso. Lo richiamo?"
Cosa facciamo? Rischiamo o non rischiamo?
"Si, richiamalo, ma riesci a farmi sentire la chiamata?" chiedo tremando.
"Si, basta che faccio 'aggiungi' rimani in silenzio però."
"Tranquillo, non fiaterò."
Nel frattempo corro in salotto e dico a Claudio di aspettare dieci minuti perché sarà una cosa lunga e salgo in camera mia.
Chiudo la porta e mi avvicino al letto, mi siedo e respiro a fondo.
"Zitta che ora lo richiamo."
"Pronto?" chiede Luca appena lo sconosciuto risponde alla chiamata.
"Luca, che piacere sentirti, come stai?" risponde una voce modifica con l'elio.
"Cosa cazzo vuoi e soprattutto chi sei?"
"Chi sono io? La tua ragazza lo sa perfettamente." si ferma e si sente che ispira altra aria, sicuramente da un palloncino pieno di elio.
Ho i brividi e in testa mi stanno frullando una miriade di pensieri negativi.
"e sa chi sono anche quell'altra, aspetta come si chiama? Ah si Beatrice."
"Io ti ammazzo!"
Non posso parlare altrimenti Luca mi ucciderebbe ma deve contenersi o potrà fare del male ad Ambra.
"Non mi avrete mai. Mai." e così dicendo attacca in faccia a Luca senza che possa controbattere.
"Che testa di cazzo. Beatrice! Sai chi possa essere?!" urla Luca.
"No, ma ho registrato tutta la chiamata. Domani andiamo da Calligaris e dopo gli mando un messaggio. Ti richiamo appena posso."
"Va bene, ciao."
Vado in bagno per sciacquarmi il viso ma ci trovo Claudio intento a slacciarsi la cintura ed esco immediatamente.
"Scusa scusa scusa. Non sapevo fossi lì."
"AHAHHAH Beatrice, mi hai visto nudo almeno otto volte e ti scandalizzi ancora nel vedermi slacciare una cintura?" ride lui dal bagno.
"Ma no, scemo, solo che..."
"Allora entra e fai quello che devi fare no?"
Ma seriamente me l'ha chiesto? Ma è letteralmente pazzo!
"No, tranquillo! Ti aspetto giù appena hai finito!"
"Ho messo apposto tutto io, non devi pulire niente. Visto si? Che uomo perfetto che hai?"

Persa in quello sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora