Capitolo 6

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Sento dei rumori che provengono dalla cucina. Mi sveglio di soprassalto, senza ragionare alle conseguenze. Una fitta atroce alla tempia si irradia in tutta la testa. Cerco di alzarmi per prendere la pasticca e mi incammino molto lentamente verso la cucina.
"CLAUDIO?"
"Ohh, ecco la bella addormentata che si è svegliata! Dormito bene?"
"Che diamine ci fai nella mia cucina! Come hai fatto ad entrare? Io, quanto è vero..." mi fermo perché lo vedo avvicinarsi a me, con fare molto sicuro e altrettanto seducente. È vestito come oggi pomeriggio, l'unica differenza è che ha le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti. È davanti a me e mi guarda senza spostare lo sguardo. Alza la mano sinistra e mi accarezza il volto, scostandomi i capelli dietro l'orecchio.
"Non ti arrabbiare con me. Oggi, quando me ne sono andato, vicino all'ingresso ho notato le tue chiavi. Ho deciso di prenderle sapendo che tu non saresti uscita e che ti saresti addormentata pensando alla mia proposta. E così è stato, quando sono arrivato, circa un'ora fa, stavi tranquillamente dormendo sul divano. Avevo pensato che potesse farti piacere passare del tempo con qualcuno, a parlare." si allontana per andare verso il frigo.
"Mi dispiace averti svegliata, stavo cercando qualcosa da mangiare ma noto che qui, il frigo è vuoto e che negli scaffali ci sono solo biscotti. Campi di aria per caso?" dice scoppiando a ridere.
Io rimango lì, dove mi ha lasciata, come un'ameba. Non so assolutamente niente di quest'uomo e lui, invece, è arrivato a prendersi le chiavi di casa mia! Non può fare così, manco fossimo negli Stati Uniti e lui fosse Donald Trump!!
"Beatrice ci sei?"
"Eh? Cosa?"
"Non mi hai sentito? Ti ho chiesto che pizza vuoi, non possono aspettare i comodi tuoi al telefono..."
Cosa?! È già al telefono e sta ordinando delle pizze? Ma non ha capito che posso anche non volerlo tra i piedi?
"Margherita..." mormoro.
"A che ora le faccio venire?"
"Per le nove e mezza?" propongo e lui annuisce.
"Bene" dice attaccando "ora bisogna aspettare"
"Senti Claudio ti devo parlare. Questa volta sul serio. Io non so niente di te, non so quanti anni hai, dove vivi, con chi vivi, insomma, potresti essere perfettamente un serial killer e io potrei perfettamente non saperlo. Non mi sembra giusto..." lascio cadere la frase perché penso di non avere più la forza di continuare.
"Hai ragione, scusami. Cosa vuoi sapere?" mi chiede passandosi una mano fra i capelli.
"Non saprei, basta che mi racconti un po' della tua vita."
"Ti spiace se ci sediamo?" dice incamminandosi verso il salone.
"No, anzi, meglio perché sono un po' stanca."
"Allora mi chiamo Claudio Conforti, ho 31 anni, vivo a Trastevere, ho una sorella, come ti ho detto faccio il medico legale e stai attenta a quello che ti dico ora..." si avvicina al mio orecchio e mi sussurra "mi piacerebbe conoscerti meglio."
Mi immobilizzo a queste sue parole. Cosa hai detto scusa? Stai scherzando?
"Adoro quando arrossisci" mi passa l'indice dalla guancia alle labbra, delineando tutto il contorno, fino a prendermi il mento aiutandosi con il pollice: alza il mio viso verso il suo e mi sussurra "dimmi che hai accettato la mia proposta."
Sento il suo respiro caldo sulle mie labbra e devo trattenermi per non baciarlo.
Suona il campanello.
"Ne parliamo dopo, non finisce qui." dice alzandosi per andare ad aprire al fattorino delle pizze.
Beatrice, devi rimanere calma, non fare cazzate.

                                      *****
Passiamo la serata a parlare in generale delle nostre vite, di ex amori finiti male e passioni di entrambi. Ho scoperto che ama giocare a rugby e che quando era adolescente è arrivato a giocare nella nazionale under 19.
"Eri bravo eh!?"
"Io sono bravo in tutto...anche a letto!"
"Claudio!" urlo e lui ride consapevole di ciò che ha appena detto.
"Bhe, che vuoi, se è così non posso negarlo. Nessuna mi ha mai detto di no."
"Forse perché ti vedevano come 'il dottor Claudio Conforti' ed erano più prese dal fatto di finire a letto con un medico prestigioso che altro."
Rimane in silenzio, fissando un punto fisso nel vuoto.
"Scusami, forse sono stata indiscreta, non volevo credimi." gli dico alzandomi per sparecchiare e nel mentre si alza anche lui e mi immobilizza tra la parete e il suo corpo. Non mi tocca. Non mi sfiora neanche con un dito, ma io sento una serie di brividi partire dal collo ed arrivare in fondo alla schiena. Ho il fiato corto e un "Claudio..." esasperato esce dalle mie labbra anche non volendo. "Sta zitta." Mi fa  quasi paura. "Sei la prima che mi dice una cosa del genere. Com'è possibile?"
"Forse perché sono più intelligente, tutto qui." mormoro.
Si allontana, prende la sua giaccia e mi dice "Beatrice, ti prego pensa alla mia proposta." prende la ventiquattro ore e se ne va, lasciandomi li, da sola, a pensare a tutto quello che è successo oggi. Quest'uomo passa dall'essere dolce e premuroso all'essere stronzo ed esasperante. Devo decidere, ho solo domani mattina per pensarci e forse, in fondo, anche stanotte, perché so che non dormirò.

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