Capitolo 12

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Claudio mi sorpassa e sembra che qualcuno gli abbia detto che oggi sia il suo ultimo giorno di vita. Non so se sia più sconvolto o furioso. I suoi capelli sono disordinati e ha i primi tre bottoni della camicia aperti. Nei suoi occhi c'è un misto di paura, autocontrollo e rabbia.
"Ambra, stamattina, ci è andata giù pesante. Me ne ha dette di tutti i colori. Si vede che ci tiene a te. Volevo darti delle spiegazioni, ma tu continuavi ad ignorarmi, perché?" mi chiede ferito, quando l'unica che può essere ferita sono io, dopo quello che ho visto.
Cerco di essere più razionale possibile e raccolgo tutte le mie forze per sembrare decisa attraverso le mie parole.
"Claudio, stamattina ti ho visto mentre baciavi quella donna. Al solo pensiero che mi hai mentito per una settimana intera mi viene da vomitare. Perché prendersi gioco di me? Pensavo che Ambra te lo avesse detto che sono sensibile, pensavo che l'avessi capito che non ero come le altre. Io sembro forte Claudio, ma non lo sono." fisso un punto sul pavimento e poi alzo gli occhi per osservare la sua reazione.
È spaesato, non sa cosa dire. Si avvicina a me lentamente, indeciso se farlo o meno. Alza una mano ma io arretro. Si immobilizza.
"Beatrice..." sospira.
"Claudio vattene." gli dico reprimendo le lacrime.
"No!" esclama, tentando di prendermi per un polso e non lasciarmi andare via, ma io non mi lascio toccare, anzi mi allontano ancora di più.
"Non mi toccare! Mi fai schifo Claudio!" gli urlo in faccia, decisa più che mai a fargli capire che sono ferita dal suo comportamento, ma sapendo che vorrei tanto che mi toccasse con le sue mani sicure e potenti.
"Non dire così Beatrice, ti prego. Lasciami spiegare." dice supplichevole cercando il consenso nel mio sguardo. Non lo guardo ma lui inizia a parlare lo stesso.
"Ero ubriaco l'altra sera, avevo bevuto troppo per non pensare ad una cosa che ho scoperto sulla mia famiglia. Quella donna non la conoscevo. Non so neanche perché l'abbia baciata. Lei dopo mi ha tirato un ceffone, non ricordo cosa mi ha detto, ma ricordo benissimo le parole di Ambra. "Non ti avvicinare più a Beatrice, è per colpa tua se sta soffrendo così tanto." Beatrice io non voglio vederti soffrire. È l'ultima cosa che voglio. Sei così fragile e voglio essere io a proteggerti." mormora guardandomi negli occhi.
"Claudio non dirmi cazzate, ora che hai avuto l'opportunità di spiegati, vattene da casa mia." gli dico piangendo.
Claudio continua a guardarmi negli occhi ma subito dopo si inginocchia ai miei piedi. Non parla. È fermo, lo sguardo fisso sui miei piedi scalzi, i palmi delle mani sui suoi pantaloni. Sento che tira su con il naso e si dà dei pugni sulle cosce. Ho a che fare con un bambino! Perfetto!
Cautamente mi inginocchio vicino a lui: "Claudio, che stai facendo? Tirati tu, non fare il bambino. Piantala." Sento una lacrima cadermi sulla mano. Sta piangendo. Non ci credo.
"Claudio." dico prendendo il suo volto nelle mie mani e alzandolo verso di me. I suoi occhi trasmettono paura e fragilità, sono rossi e colmi di lacrime. Abbandona il peso della sua testa sulle mie mani e con una mi accarezza il polso. Sono calde e il suo contatto mi fa venire i brividi. Non so ancora se credere alla storia di stamattina, poi chiamerò Ambra per vederci chiaro.
"Beatrice devi credermi, non ero in me, ero andato al bar per comprare la colazione e salire da te. Ma evidentemente ero così ubriaco che manco l'ho comprata e mi sono messo a baciare un'altra donna." dice singhiozzando. Non pensavo potesse ridursi in questo modo, è letteralmente dispiaciuto per ciò che ha fatto. Poso l'indice sulle sue labbra, bagnate per le troppe lacrime.
"Non ci pensare adesso." sospiro.
I nostri nasi si sfiorano e lui posa delicatamente le labbra sulle mie e mi bacia. Sono salate, come le mie, a causa del pianto, ma sento tutta la sua dolcezza. Le sue mani mi stringono a se ed il bacio da dolce diventa una questione di necessità, sempre più insistente e passionale. Passo le mie mani tra i suoi capelli soffici e morbidi. Il suo profumo mi invade le narici e mi lascio trasportare dall'insieme di queste sensazioni. Mi fa alzare e mi prende in braccio, sorreggendomi da sotto le natiche. "La tua stanza sta su?" mi chiede senza fiato ed io annuisco, con la consapevolezza di quello che sta per accadere.
Riprende a baciarmi e sento che geme nella mia bocca.
Una volta nella mia stanza, mi adagia sul letto e mi osserva come fa un felino con la sua preda. Sale su di me e mi sussurra "dimmi che l'hai già fatto...", io deglutisco e faccio no con la testa. "Sono vergine." mormoro quasi senza fiato, temendo la sua reazione che, invece, è di felicità. "Mi fa piacere che sarò il primo. Però se ti faccio male devi dirmelo subito. Capito?" Annuisco di nuovo e Claudio ricomincia a baciarmi, passando dagli angoli della bocca, alla mandibola fino ad arrivare al collo, per poi passare a levarmi la maglietta che vedo giacere a terra insieme alla sua camicia in pochi secondi. E così, lascio che accada, non per fargli un favore, ma perché, forse, è proprio quello che voglio in questo momento. Voglio abbandonarmi tra le braccia di quest'uomo, anche se mi ha fatta soffrire, perché so che tra le sue braccia mi sento al sicuro.

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