Capitolo 18

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Mentre mangiamo, parliamo del più e del meno, da quello che ha fatto oggi in istituto fino alla miriade di specializzande che gli girano intorno, cercando di ricevere attenzioni da parte sua.
"Ma non sanno che io ho occhi solo per te." afferma fiero, rivolgendomi uno sguardo che è davvero difficile da tenere. Istintivamente lo abbasso e mi concentro sulle croste delle pizza delle ultime due fette.
"Guardami." mi sussurra prendendomi il mento tra l'indice e il pollice e sollevandolo in modo che il mio sguardo incroci il suo.
"Adoro quando arrossisci. È una cosa bellissima, non devi vergognartene."
Rimaniamo in silenzio per un po' e poi io mi alzo per andare a prendere un'altra birra.
"E adesso che hai?" chiede esasperato, anche se non penso di aver fatto niente di male.
Vendendomi tornare con la birra in mano sgrana gli occhi.
"Quella è già la terza! Non ti sembra di esagerare?" chiede premuroso, ma io ho voglia di bere, anche se so che ho cominciato da poco e non reggo assolutamente l'alcol.
"No! Assolutamente!" ribatto cercando disperatamente l'apribottiglie. Nel mentre, vedo Claudio scattare dalla seria per venirmi incontro: mi strappa la bottiglia dalle mani e se la apre lui con il suo accendino rosso.
"Non sapevo che fumassi!" esclamo con un tono misto a sorpresa e delusione.
"E io non sapevo bevessi così tanto! Non sono certo che tutto questo alcol possa giovare al tuo bel corpicino, soprattutto se ora dobbiamo metterci a studiare!"
Rimango esterrefatta. Ma davvero ha comparato il suo fumare con le mie due birre, perché, comunque, la terza non l'ho manco toccata?
"Ora non posso neanche.." cerco di ribattere ma le sue labbra sono già sulle mie. Un bacio che non ha assolutamente niente di dolce. È uno di quelli passionali che di solito vedi nei film dove vorresti essere tu la protagonista, per essere baciata in quel modo. Lo vedo posare la bottiglia sul tavolo per sollevarmi meglio da terra e prendermi in braccio.
Ha un braccio che mi sorregge all'altezza delle mie natiche e una mano a sostenermi il capo.
Mi fa avvicinare alla prima parete libera che trova, per farmici poggiare la schiena.
Quest'uomo non sa contenere i suoi ormoni ma non è che mi dispiaccia, alla fin fine, tutto questo.
Continua a baciarmi con una foga che non gli avevo mai visto. La sua lingua si intreccia con la mia e alcune volte sento che mi morde il labbro inferiore. Gemo nella sua bocca e tra un bacio e l'altro lui sorride. Quando si stacca, posa la sua fronte sulla mia e dolcemente mi rimette giù.
"Ma che devo fare per farti ragionare?" mi chiede con il fiato corto.
Gli passo le dita tra la barba ispida che sta crescendo velocemente e lo attiro a me per baciarlo di nuovo.
"Sicuramente non baciarmi come hai fatto prima perché mi stordisci ogni volta..." mormoro sulle sue labbra.
"Ah si? Lo terrò bene a mente allora..." sussurra sul mio collo e io inclino la testa all'indietro.
"Claudio..."
"Shh, non parlare."
"Claudio..." mormoro di nuovo, al che lui mi posa le sue dita sulle labbra.
"Claudio..." ripeto e so che lo sto esasperando.
"Ho capito..." mormora "se non ti lascio parlare..." continua lasciando una scia di baci ovunque. "non potrò mai dedicarmi al tuo corpo. Avanti, dimmi." e così dicendo si ricompone e mi guarda intensamente.
"Avevi detto che mi avresti aiutata a studiare..." dico con un filo di voce, persa nei suoi occhi. Tra me e me penso che non ne esistano di più belli.
"Corradi, capiamoci una volta per tutte. Tu mi hai fermato e mi hai obbligato a smettere di baciarti, quando avevo una voglia di sbatterti al muro che non puoi neanche immaginare, per dirmi che dovevo aiutarti a studiare? Lo hai davvero fatto?" mi dice passandosi una mano tra i capelli.
"A quanto pare..." rispondo abbassando lo sguardo, soffermandomi sui suoi pantaloni. In effetti il suo amichetto lì sotto la pensa esattamente come lui.
"Guardami." mi ordina ma ancora non mi tocca. Oddio ho un brutto presentimento.
"Saresti da sculacciare lo sai?" mi dice quasi sulle mie labbra ma senza toccarmi minimamente, con la sua voce gutturale.
Eccala là, però a pensarci bene mi va di punzecchiarlo un po', potrebbe essere divertente. Beatrice però attenta a ciò che fai!
"Eppure non lo stai facendo..." mormoro convinta sempre di più a provocarlo.
"Non mi provocare sennò finisce male."
"Un, non è che mi diventi Christian Grey? Cos'è? Un tuo lato nascosto?" lo stuzzico ancora e penso di esserci riuscita.
Mi solleva immediatamente e in men che non si dica mi butta sul divano mettendosi a cavalcioni su di me. (Meno male che ho scelto quello più morbido e comodo sennò addio schiena!).
Finalmente mi ha toccata, non ce la facevo più ad averlo così vicino e non ricevere nemmeno una carezza.
"Non ti sculaccerò Miss Grey perché ho in mente qualcos'altro..."
"Mi hai chiamato veramente come Anastasia?"
" 'Sta zitta e chiedimelo."
"Non ho capito, devo stare zitta o parlare? E poi cosa devo chiederti?"
"Non puoi essere così ingenua, avanti, chiedimelo."
È ancora a cavalcioni su di me ma non mi sfiora ed è solo ora che forse ho capito, ma non voglio cadere nella sua trappola. Voglio che sia lui a sfiorarmi per sua volontà mettendo da parte l'orgoglio.
"Claudio, sono seria, che dovrei chiederti?" gli domando, mentendo.
"Beatrice sul serio sei così ingenua?"
Mi scruta e dopo sicuramente più di cinque minuti abbondanti passati in silenzio, si avventa su di me, immobilizzandomi in un primo momento i polsi sopra la testa, ma vedendo che opponevo resistenza mi lascia così che possa passare le mani tra i suoi capelli e attirarlo più a me.
"Chiedimelo. Ora." mi ordina quasi come una supplica con una voce roca da rimanerci secchi.
"Fai l'amore con me Claudio." e a sentirla dalla mia bocca, anche questa frase suona molto come una supplica.
"Sapevo che me lo avresti chiesto mettendo da parte il tuo orgoglio bimba. Andiamo su però, che qui sotto si gela."
Faccio per alzarmi ma mi ritrovo tra le sue braccia e sono 'costretta' ad aggrapparmi al suo collo per non cadere.
"Lasci che ti porti in braccio fino a su." mi sussurra all'orecchio per poi baciarmi l'angolo della bocca.
Non dico niente e mi limito a rannicchiarmi tra le sue braccia e contro il suo petto, inalando quel suo profumo che sa ormai, per me, solo di casa.

Persa in quello sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora