Capitolo 2

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"Sei sicura che vada tutto bene?" È Ambra a domandarmelo mentre parcheggiamo sotto casa sua.
"Si certo...sono solo stanca, sai dopo la nottata a base di alcool di ieri e il test di stamattina!!" le rispondo mentendo, facendo finta di essere concentratissima nel fare marcia indietro.
"Ti ricordo che hai insistito tu per festeggiare il mio compleanno, fosse stato per me sarei rimasta a casa!" afferma ridendo.
"È proprio questo il problema!! Vabbè...comunque sto bene, non ti devi preoccupare. Anzi dimmi, con Daniel? Come vanno le cose?" cerco di cambiare argomento, temendo di non convincerla abbastanza e spengendo il motore.
"Mhh, è ancora presto per dirlo ma se non è ancora scappato potrebbe essere quello giusto!" afferma scendendo dalla macchina.
Daniel è un nostro amico, lo conosciamo da ormai sei anni, è un ragazzo molto sensibile e sempre educato, e finalmente ha deciso di dichiararsi ad Ambra. Ho saputo fin da subito che provasse qualcosa per lei e che Ambra fosse pazza di lui, quindi posso esserne più che contenta! Ed ovviamente, ora, io rimango sola come una zitella!!
"Lo sapevo!" esclamo con soddisfazione mista a gioia. "Ora fammi chiamare mia madre però, che vorrà sicuramente sapere come è andata." le dico mentre entriamo in casa
"Sisi fai pure, vado a preparare il pranzo."

Passiamo il pomeriggio a mangiare schifezze davanti alla tv, saltando da una serie all'altra, a parlare di ogni cosa ci saltasse in mente esclusi i ragazzi e qualunque cosa riguardo il test di stamattina. È sempre bello passare del tempo con Ambra, mi fa stare bene e capisce quando ho voglia di parlare o no. È fantastica, in tutto.
"Oddio è tardissimo! Sono le 21:37 devo assolutamente andare, oggi avevo la cena con tutta la famiglia per "promuovere il mio fantastico futuro da dottoressa" (si, così l'hanno definito i miei zii, anch'essi medici).Ci sentiamo domani?"
"Si certo, a domani bea."
Esco correndo verso la mia macchina e ovviamente arrivata davanti alla mia audi non trovo le chiavi: entro nel panico più assoluto.
"No no no. Non è possibile. Dove sono! Le avevo messe qui!" dico frugando nella tasca interna della mia borsa. "Okay, le avrò lasciate da Ambra. Ora risalgo e le prendo. Stai calma Beatrice, stai calma."
Torno indietro correndo, lo sguardo rivolto verso il basso, il marciapiede illuminato dalla torcia del mio telefono, sperando di trovare le mie amatissime chiavi. Sono presa dalle mie angosce e dai miei pensieri quando mi scontro contro un uomo, cadendo e sbattendo la testa. Ovviamente, io e l'equilibrio non siamo mai andati d'accordo. "Mi scusi non volevo, si è fatta male?" Chiede lui, molto gentilmente, vedendomi a terra insieme alla borsa. Sento che è allarmato, anche se non tende a farlo notare. "Merda che figuraccia, non lo guardare in faccia Beatrice, non lo guardare, non lo guardare!" mi ripeto come un mantra nella mia testa che inizia a farmi parecchio male.
Alzo lo sguardo e rimango immobile, a fissarlo. "Evidentemente non si sente bene...vuole che l'accompagni a casa?". Non riesco a parlare. Sarà un uomo sulla trentina, alto, magro con dei capelli castani molto folti, che inebriano le mie narici di un profumo di muschio. Sicuramente ha fatto la doccia da poco. Ha degli occhi blu stupendi con delle screziature celesti che li rendono ancora più intensi. "Tenga, la metta, inizia a fare freddo e lei è piuttosto sconvolta." mi dice dolcemente facendomi alzare e porgendomi la sua giaccia. Faccio una smorfia di dolore e lui se ne accorge. "Ha sbattuto la testa?" mi dice cautamente, come si fa con i bambini piccoli. "Si...e mi f..." non riesco a finire la frase che l'ultima cosa che ricordo sono le sue braccia che mi stringono per non farmi ricadere a terra e una sua imprecazione.

Persa in quello sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora