Capitolo 36

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POV DI CLAUDIO

Sto scendendo la scalinata per incamminarmi verso la macchina quando sento chiamare il mio nome.
"Claudio!"
Lo sento di nuovo. Mi volto e vedo Calligaris corrermi incontro.
"Claudio! Dove vai?" dice con il fiato corto.
"Da Beatrice." rispondo secco.
"Ma...che è...successo?"
Parla a fatica, e tra una parola e l'altra prende fiato.
"Niente di grave Roberto, 'sta tranquillo."
Mi osserva le nocche ormai piene di sangue incrostato e mi dice: "non penso, altrimenti non ti saresti ridotto così queste mani che fanno autopsie brillanti e valgono migliaia di euro Claudio."
Ha ragione pure lui. Il fatto è che non avevo proprio voglia di ritornare sull'argomento, ma sarò costretto a farlo, altrimenti da Beatrice ci arrivo dopodomani.
"Fabio ha ribadito le sue idee su Beatrice, dicendo che è solo sua, che lei lo ama, che voleva fare sesso con lui solo per far soffrire me, quando invece Beatrice aveva trovato un modo per smascherarlo e fare intervenire te e la tua squadra il più presto possibile. Mi ha dato fastidio e non ci ho più visto, ergo l'ho picchiato. Si, l'ho preso a pugni e...come vedi, le ho prese anche io." concludo svelto toccandomi una guancia.
Lui rimane davanti a me, quasi immobile, osservando le mie mani e il sangue che cola dal naso.
"Claudio ti sei comportato da ragazzino."
"Anche io sono un uomo che sa usare la propria potenza Roberto. Quando è troppo è troppo."
"Sì, ma se la sai usare non vuol dire che devi." ribatte marcando l'ultimo verbo.
"Hai ragione, forse non dovevo, ma dopo quello che ha fatto a Beatrice doveva soffrire..."
"Non in quel modo Claudio, lo sai pure tu."
"Mi chiami quando ci sono aggiornamenti?" taglio corto perché ora, a mente lucida, capisco che mi sono comportato da completo coglione.
"Si...Certo."
Lo saluto cordialmente e salgo in macchina.

***

"Ei piccola." sussurro piano prima di baciarle la fronte.
Oh no... il sangue. Mi tocco le labbra e le mie dita si sporcano di quel rosso acceso che tanto conosco. Quante autopsie ho fatto... sorrido, ripercorrendo tutta la mia carriera, ma smetto subito per il male. Eppure prima di entrare in ospedale me lo ero tamponato con il fazzoletto...
Bene, anche il labbro mi ha spaccato.
Faccio il giro del letto per andare in bagno a sciacquarmi e vedere come mi ha ridotto ma vengo trattenuto.
"Claudio..."
La sua voce. La sua bellissima voce.
Sussulto alla presa della mia mano.
Apre gli occhi e vi leggo la Paura.
"Che...hai fatto?" domanda piano, pacata, timorosa.
"Non dovevi vedermi così. Vado a sciacquarmi." le dico, carezzandole la mano con il pollice.
"No. Prima...mi dici che è successo, poi vai."
"Come stai?" le chiedo, cercando di cambiare discorso, prima di sedermi.
Mi guarda assottigliando gli occhi.
Non ho vie di scampo con lei.
Da quando la conosco non ne ho mai avute.
"Meglio, molto meglio. Un'oretta fa è passato il medico a farmi la visita generale e il braccio si sta riprendendo alla grande." dice felice.
"Ma tu? Tu, come stai? Chi ti ha ridotto così?" dice ritornando cupa in viso. Ed è in quel momento che mi prende la mano, l'accarezza e poi mi trascina verso di lei con il colletto della camicia per baciarmi.
Un bacio dolce, a fior di labbra, dato tremendamente piano.
Il primo contatto voluto da lei, dopo ciò che le è successo.
La guardo dritto negli occhi i quali poi si posano nuovamente sulle sue labbra: mi da un altro bacio. Questa volta si sofferma di più, quasi per pulirmi le labbra dal sangue ormai incrostato. Una smorfia di dolore mi dipinge il volto e lei riesce a percepirlo perché deposita un terzo bacio sull'estremità del mio taglio.
Poso la fronte sulla sua e le accarezzo i capelli, ripetutamente.
"Perché non me lo vuoi dire?" mormora appena.
Oh... voglio solo proteggerti bimba mia.
"Sono andato da Fabio. L'ho...picchiato e lui ha picchiato me. Ma sto bene. Sono solo due graffietti." sorrido di nuovo lievemente.
"Dai, fammi andare a lavare. Ritorno subito."
Mi alzo e dopo averle lasciato una carezza sulla mano vado in bagno.
Mi guardo allo specchio e penso che alla fine non aveva tutti i torti ad avere tutta quella paura. Ho chiazze di sangue sulla camicia, uno zigomo color magenta e un labbro sanguinante.
Che deficiente Claudio, sei proprio un deficiente.
Mi lavo la faccia, mi dò una sistemata ai capelli e torno da lei.
Mi fa' cenno di sedermi accanto a lei e mi prende la mano.
"Guarda come ti sei ridotto..."
I suoi occhi osservano i lineamenti del mio viso e poco dopo mi fa cenno di avvicinarmi a lei. Inizialmente esito, ma faccio comunque ciò che mi ha detto. Mi avvicino al suo volto e le mie narici vengono invase dal suo profumo, quello unico e speciale che proviene dalla sua pelle.
Socchiudo gli occhi e dopo pochi secondi sento la sua mano sul mio collo e le sue tenere e vellutate labbra sulle mie. Questa volta rispondo al bacio e nonostante le nocche sbucciate, le infilo una mano tra i capelli, per poterla accarezzare.
È lei che governa il tutto, io sono totalmente passivo. Mi bacia ripetutamente il labbro superiore e solo dopo introduce la lingua alla ricerca della mia, come un pesce alla ricerca di acque più sicure dove poter vivere e dove rifugiarsi dai pesci più grandi. La accolgo e l'accarezzo con la mia. Mi trovo a rincorrerla e a giocare con lei. Una danza segreta tra due amanti che non hanno avuto modo di amarsi per un po': passi lenti e subito dopo più affrettati, dolci e passionali.
Ritorna ad essere dolce e a depositare piccoli baci sui tagli delle mie labbra.
"Mi eri mancato..." sussurra a fior di labbra.
"Anche tu piccola mia." le dico ancora vicino a lei.




SPAZIO AUTRICE
Sono tornata...mi dispiace veramente tantissimo non essere stata presente in questo periodo ma non è stato facile.
Intanto vi posto questo capitolo, spero vi piaccia❤️
Fatemi sapere, marti✨

Persa in quello sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora