"Quindi... di cosa si tratta?" le chiedo una volta fuori dalla stanza.
"Della salute di Beatrice, Claudio guardami, è importante."
Il mio sguardo, prima rivolto verso Angela, si posa su Beatrice, al di là del vetro: voglio concentrarmi solo su Bea.
Adesso sono veramente preoccupato. Continuo a deglutire a fatica, mi sbottono un altro bottone della camicia e aspetto ciò che deve dirmi.
"Abbiamo fatto numerosi accertamenti, lo stupro, per fortuna, non ha comportato danni agli organi interni. È dolorante, questo sì. Il rapporto sessuale è avvenuto con molta violenza, ma potrai dirle che se vorrà, in un futuro prossimo, potrà avere figli."
Sia lodato il signore. La mia bimba. Ho temuto il peggio. Domani lo sfondo a quello stronzo.
"Claudio, ti avverto però. Non potrete avere nessun tipo di rapporto per tutto il tempo che sarà necessario, sia al suo lato psicologico per assimilare ciò che le è successo, sia per quanto riguarda quello fisico. Il braccio non potrà muoverlo per circa due settimane. Dovrà fare riabilitazione e dovr-"
"Basta Angela, basta, ti prego. Mi finisci di dire le cose domani. Voglio solo starle accanto ora..." le dico reprimendo la rabbia che ho nei confronti di quel bastardo di mio fratello. Se così possiamo chiamarlo.
"Va bene Claudio..." dice lei, rispettando la mia scelta.
Entro nella stanza e la ritrovo esattamente come l'ho lasciata. Mi levo le scarpe e lentamente mi stendo vicino a lei, dal lato destro per non toccare in nessuno modo il braccio sinistro. Certo, a stare scomodo sto scomodo ma ho bisogno del suo calore per dormire. Mi accoccolo sul suo petto, posando il viso sul suo seno e le avvolgo un fianco con il braccio. Ecco, ora si ragiona. Ora posso dormire e stare tranquillo. Lei è qui con me, tra le mie braccia e nessuno me la può portare via.Pov di Beatrice
Mi sveglio dopo interminabili ore in cui Morfeo mi aveva rapito, come al solito...da circa due giorni, penso. Ci metto un po' a capire che non sono sola: c'è Claudio, il mio Claudio che dorme beatamente sopra di me. Ha i capelli scomposti e sudati, la camicia sgualcita e un lieve sorriso sulle labbra. Chi sa, forse mi starà sognando.
Noto che ha un braccio intorno al mio fianco e la mano leggermente aperta sul seno. Il respiro regolare e una gamba tra le mie, proprio come faceva dopo aver finito di fare l'amore.
Quanto mi era mancato.
Quella sera, quando abbiamo litigato ho avuto tanta paura sai? Paura che tu mi avessi presa in giro, che ti fossi servito di me solo per soddisfare le tue voglie e di essere arrivato al tuo obiettivo: togliermi una tra le cose più preziose come la verginità. Ho avuto paura che fosse tutto uno scherzo, il tuo. Ho avuto paura che mi fossi fatta male da sola e che mi fossi distrutta per sempre, perché il dolore che stavo provando non lo avevo mai provato tranne in un'occasione: quando i miei si sono separati e dopo cinque mesi papà se n'è andato, lasciandomi un vuoto incolmabile dentro. Un incidente stradale: un camion l'ha preso in pieno e me lo ha portato via, più di quanto il divorzio non avesse fatto in precedenza.
Ho avuto paura che la figura maschile che mi era stata tolta, e che io avevo ritrovato in te, se ne potesse andare di nuovo. Ho avuto paura quando Fabio mi sfiorava e alludeva al vostro rapporto, sapevo che sarebbe successo qualcosa, ma io non volevo, non volevo che tu e lui vi incontraste. Sapevo che era stato lui a rapire Ambra. Era da troppo tempo che non frequentava l'università, quasi dagli stessi giorni in cui non veniva neanche Ambra. L'ho sempre saputo. In un primo momento ho voluto solo far passare del tempo. Volevo convincermi che, in fin dei conti, non poteva essere lui, il ragazzo dolce che avevo conosciuto. Ma non sempre le persone che conosci sembrano ciò che realmente sono.
Non volevo che tu, mio piccolo Claudio, ti scontrassi con quello che sembrava essere ai miei occhi, tuo fratello. Volevo cavarmela da sola, ma mi sono comportata da bambina.
Non sapevo che le intenzioni di Fabio erano quelle, non sapevo che, una volta li, si sarebbe spinto così oltre.
Claudio si muove e bisbiglia qualcosa, che a contatto con la mia pelle mi ricorda che si trova sopra di me. Un qualcosa che sembra più avvicinarsi ad un "mi sei mancata" molto sbiasciacato.
Anche tu. Anche tu amore mio.Mi risveglio dopo un po', e Claudio è sempre nella stessa posizione di prima. Questa volta però è sveglio e accarezza con l'indice il mio seno, dolcemente e lentamente. Sospiro e lui smette immediatamente. Alza il volto molto piano: ha paura, lo sento. Teme che possa farmi male in qualche modo.
"Piccola..." mormora per poi guardare subito l'orologio sul polso destro.
Lo guardo estasiata: gli occhi assonnati, i capelli che scomposti è dire poco, la camicia che si è aperta di un bottone di troppo che fa intravedere il suo petto e quei suoi peli che mi mandano in estasi ogni volta e il suo sorriso sbilenco contornato da una barba incolta. Questo è l'uomo che voglio al mio fianco: un uomo che sappia amarmi e rimanermi vicino.
"Sono ancora le 23:49..." sussurra sul mio petto.
"Auguri piccola." mi dice, avvicinandosi con le labbra alla mia bocca. Si ferma ma non mi bacia.
Capisco cosa lo ferma, ma io alzo il mio braccio destro e prendendo il suo mento tra l'indice e il pollice, lo avvicino e faccio combaciare le nostre labbra. Un bacio dolce, tutto nostro. Un bacio che sa d'amore, di speranza, di paura, di necessità e di consapevolezza. Quella consapevolezza di appartenersi, nonostante tutto e nonostante tutti.
"Grazie Claudio..." mormoro.
"Io...non si ho portato nessun regalo..."
"Essere qui, insieme a me...è il regalo più bello che potessi farmi." gli dico dolcemente mentre ricade sul mio petto.
"Non ti lascio più piccola." mormora prima di riaddormentarsi, seguito da me, che tra le sue braccia mi sento a casa, nonostante sia qui, in una stanza dai colori freddi e maleodorante.SPAZIO AUTRICE
ALLORA.
So che è molto corto, ma in questo mese sto soccombendo tra compiti e interrogazioni.
Scusatemi davvero tanto. Spero di tornare come un tempo a scrivere perché mi manca parecchio...e mi mancate anche voi!!!
La vostra marti❤️
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Persa in quello sguardo
Fiksi PenggemarBeatrice ha 19 anni, timida e un po sulle sue. Ha appena affrontato la maturità ed ora si accinge a godersi la sua estate da maturanda, o quasi. Vuole infatti diventare un medico e studierà per entrare a tutti i costi nella facoltà di medicina. Non...