Capitolo 33

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POV di Claudio.

Siamo in ospedale e lei è sotto i ferri da due ore. Perché ci mettono così tanto Cristo?
Nel frattempo ho dovuto avvisare sua madre... e non sapete quanto coraggio mi ci è voluto. L'unica volta che l'ho incontrata è stata sempre qui, in ospedale, due mesi fa e lei non era tanto contenta di vedermi.
Non penso di aver sostenuto mai una conversazione più difficile di questa.
"Pronto...signora Annalisa..." ho provato fin da subito ad essere più cauto possibile.
"Mi scusi, ma lei chi è?! Perché chiama dal telefono di mia figlia?" risponde subito lei.
"Signora, sua figlia è in ospedale...po-"
"Oh signore mio, Beatrice, la mia bambina! Ecco perché non rispondeva al telefono, dove...dove... oh dio mio...dove si trova?" la sento piangere e mi si spezza un po' il cuore. Penso a come sarebbe stata mia madre, se al posto di Beatrice ci fossi stato io...
"Al Gemelli..." dico e sento attaccare immediatamente.
Rimango lì, impalato nel corridoio di quest'ospedale dalle pareti bianche e dal pavimento blu.
"Claudio!" sento chiamarmi da una voce femminile. Mi volto e...
"Angela! Ti prego, dammi buone notizie...non ce la faccio più. La mia Beatrice...dimmi che sta bene e l'intervento è riuscito." la imploro.
Angela ed io abbiamo fatto le medie ed il liceo insieme e, ovviamente sarò sincero, me la sono portata a letto in terzo liceo: la sua prima volta. Ma è stata solo una scopata, almeno per me, come tutte le altre prima di Beatrice, d'altronde. Ora però siamo in buoni rapporti. Prendemmo entrambi medicina, io però mi specializzai in medicina legale e lei...bhe ora lei è diventata il primario di chirurgia.
"Claudio, l'intervento è andando bene..."
"Oh grazie a Dio." dico sussurrando e la stringo tra le braccia con tutta la potenza che ho. Lei non ricambia ma rimane con le braccia accostate al petto.
"C'è un ma...scommetto..." dico allontanandomi e asciugandomi una lacrima dalla guancia destra.
"Si. L'intervento è durato così tanto perché ci sono state delle complicazioni."
La guardo attonito e mi sostengo al muro, posando le spalle contro di esso.
"Il proiettile era penetrato molto a fondo perché da quello che abbiamo potuto comprendere, il colpo è arrivato molto velocemente da una distanza ravvicinata. Claudio, sarò sincera, il proiettile era in una posizione molto critica e in un primo momento pensavamo che Beatrice potesse rimanere paralizzata. Si trovava proprio accanto al deltoide, ma lo abbiamo estratto senza danneggiare nessun muscolo o nervo per fortuna." termina lei, accarezzandomi una spalla e guardandomi con compassione.
"Quando posso vederla?"
È l'unica cosa che riesco a chiederle prima che altre lacrime mi righino il viso.
"Tra quattro-cinque ore, il tempo di farla riprendere dall'intervento e dall'anestesia." mi dice prima di voltarmi le spalle e fare per andarsene.
"Angela...grazie."
Lei si volta, mi sorride e se ne va.

*********
"Quindi era lei quel giorno a casa di mia figlia? Il suo ragazzo...o dovrei dire uomo, data la differenza d'età." dice Annalisa davanti alla stanza di Bea.
"Si...ero io..." mormoro, lei ha lo sguardo assente e il viso pallido.
"Ma quanti anni ha...?" mi chiede.
Lo sapevo che andava a parare lì.
"Trentuno Signora... sono undici anni di differenza, ne sono consapevole. Ma sono consapevole anche del fatto che è stata Beatrice  ad accettare questa relazione, ed io non potrei essere più felice di così. Non farei mai nulla contro il suo volere. Non ne sarei capace..."
"Ovvio che ha accettato! Si è ritrovata un uomo come lei davanti, per di più medico, e non ci ha capito più niente! Voglio vedere la mia bambina..." si gira cercando un'infermiera, perché stufa di rimanere dietro a quel vetro, con la persona che meno vorrebbe avere al suo fianco, e vedere la sua bambina senza poterla toccare.
"Signora mi ascolti..." la prendo per un braccio, facendola fermare.
"Io amo sua figlia come non ho mai amato nessun'altra donna, perché Beatrice è una vera donna, nonostante oggi compia solo vent'anni, e così mi sento di chiamarla. Ho promesso di prendermi cura di lei, di crescerla giorno dopo giorno e di proteggerla da ogni cosa. L'ho promesso a me stesso e l'ho promesso a lei.
Quel giorno ho avuto così tanta paura, la prima ragazza di cui mi ero completamente innamorato solo da lontano, osservando i suoi atteggiamenti e ascoltando la sua voce, mi stava scivolando via tra le dita. E perché? Solo perché mi ero fatto coraggio, ad andarle incontro, per restituirle le chiavi della sua Audi e mi ero fatto avanti con l'intento di conoscerla, finalmente, e di non vivere più nascosto. Ci tengo a dirle che quella sera, quando ci siamo incontrati qui, in questo stesso ospedale, per la prima volta, io ero disperato, forse quanto lei."
"Non dica stronzate la prego, non sa neanche cosa sia il dolore di una madre. Non mi sembra proprio il momento adatto, mi creda..." afferma lei, dopo avermi rivolto uno sguardo truce.
"Non sono una madre, non sono un padre, non ho figli e quindi, secondo lei, non posso provare il dolore che ha provato lei nel sapere che stavano operando sua figlia per una grave emorragia al cervello. Ma io sono un figlio e non mi va ora, perché penso che non sia il momento adatto e spero ce ne siano di migliori, di raccontarle la mia storia, ma posso dirle che so cosa si prova ad essere chiamati dal primario di chirurgia e sapere che la persona che si ama di più al mondo, si trova in sala operatoria in gravi condizioni e non sto parlando di fidanzate o mogli. E non glielo sto neanche dicendo per vantarmi, assolutamente, ma perché vorrei che capisse che siamo alla pari, in questo momento così difficile."
Annalisa distoglie lo sguardo dal mio e lo posa nuovamente su Beatrice, al di là del vetro.
"Non mi crede? Vuole che le dica cosa significhi per me sua figlia? Va bene. Glielo spiegherò, glielo spiegherò perché voglio che capisca che in questo determinato instante, in quella stanza, si trova la persona più importante delle nostre vite, diverse e contorte, ma che si sono unite due mesi fa."
Mi fermo, prendo fiato e continuo. Lei non mi blocca, ciò vuol dire che ha accettato di starmi a sentire, o forse, pensa solo che prima mi fa parlare e prima me ne vado. Vabbè, fa niente.
"Sua figlia è straordinaria, lei mi conosce da poco ed io, invece, da più di un anno."
"Come scusi?" chiede lei scettica.
"Vivo nello stesso condomino di Ambra, la sua migliore amica. La vedevo molto spesso in sua compagnia quando rientravo a casa dopo pranzo per prendere dei fascicoli che mi servivano o la sera mentre rincasavo e lei tornava a casa, e sarò sincero, quando l'ho vista piangere per quel ragazzo, non ci ho visto più. Mi sono detto che dovevo proteggerla. Vederla stare così male, faceva stare male anche me.
Mi stavo interessando sempre di più a lei, mi incuriosiva...era bellissima, una delle ragazze più belle che io abbia mai conosciuto, esteriormente ed interiormente. Una bellezza rara ed unica, un'anima straordinaria che sto avendo l'opportunità di conoscere a fondo sempre di più. Sua figlia è una donna meravigliosa. La stavo aiutando a studiare per il primo esame che deve dare, quello di chimica... e mi ha spiegato il perché della sua scelta. Sono rimasto senza parole. Lì ho deciso di spiegarle tutte le cose che non capiva poiché essendo un medico, e avendo fatto anche io la facoltà di medicina, pensavo di poterle essere utile.
Voglio che si laurei brillantemente, ha tutte le armi per riuscirci.
Mi ha parlato di lei, lo sa?" termino io, ormai diventato un fiume in piena.
Lei alza il volto e sorridendo, tra le innumerevoli lacrime, mi chiede: "dice davvero?"
"Si..." glielo dico, non glielo dico? Glielo dico? Fanculo Claudio!
"Proprio la settimana scorsa...dopo...dopo...dopo aver fatto l'amore."
Osservo la sua reazione, abbozza un sorriso e mi accarezza la guancia con la mano destra.
Lo sapeva, lo sapeva già... Beatrice glielo aveva detto, le aveva detto che aveva perso la verginità con me. Claudio ma ti sei rincoglionito? È la madre, ti pare che non glielo dice?
"Non ti imbarazzare, Bea mi ha raccontato tutto. So che ha perso la verginità con te. Me lo ha raccontato il giorno dopo, era così felice, si sentiva così amata, soprattutto dopo la tua proposta. Voleva accettare subito davanti a te, ma voleva tenerti testa. Le ho consigliato io di aspettare e vedere come ti comportavi...sapevo anche che dovevi essere un uomo con la testa apposto. Lo avevo capito da quella sera in ospedale, ti stavi struggendo per lei. Dovevi tenerci molto, anche se non avevi ancora nessun tipo di rapporto con lei. Claudio... per favore, una sola cosa: non farla soffrire, ha già sofferto troppo."
È passata al tu, sapeva della mia esistenza, che avevo fatto l'amore con Beatrice, e ora mi sta, praticamente, facendo i complimenti quando prima sembrava totalmente indifferente alle mie parole. Ora ho capito da chi ha ripreso Beatrice...
"Mi scusi... ma prima lei sembrava totalmente indifferente alle mie parole, mi dava del-"
"L'ho fatto per vedere come ti comportavi, Beatrice mi chiamava sempre e mi ha parlato fin dal primo istante di te, del "dottorino dagli occhi di ghiaccio che bacia così bene mamma". Io sono sempre la mamma no?" mi sorride dolcemente e questa volta va a cercare il dottore per chiedere se si può entrare a visitare Beatrice.
Rimango lì, davanti alla vetrata a guardarla: un essere così fragile e impotente, disteso su un letto, privo di forze. Quella lì è la mia bimba, e non permetterò più a nessuno di farle del male.
Devo sentire assolutamente Calligaris e informarmi sullo svolgimento dei due arresti: quello di mio fratello, che da oggi in poi non chiamerò più così, e quello di Alessandro, dal quale mai mi sarei aspettato una cosa del genere. Ci andrò a parlare, sono sicuro che è stato costretto da quel coglione di Fabio.
Cosa cazzo hai fatto alla mia piccola? Ogni volta che la sfiorerò vivrà nel terrore, ripenserà a ciò che le hai fatto tu, brutto stronzo!
"Claudio, potete entrare ma uno alla volta, considerando che tu non sei neanche un parente... è un'eccezione che sto facendo, lo sai." mi dice Angela, riportandomi alla realtà.
"Vada prima lei Annalisa, io aspetterò qui." dico dolcemente.
"Claudio, dammi del tu per favore, penso che sia arrivato il momento."
"Va bene, io rimango fuori, prenditi tutto il tempo che vuoi, tanto non me ne vado da qui finché non apre gli occhi, fosse anche tra una settimana, non me ne vado." affermo.
Lei annuisce per poi scuotere leggermente la testa ed entra. La vedo sedersi al bordo del letto, prendere la mano di sua figlia tra le sue e dal labiale capisco che le sta dicendo: "buon compleanno amore mio". Continua a parlarle ma voglio lasciarle da sole. Non mi sembra corretto, è come se le stessi spiando.
Bea, amore mio, dopo vengo io, per favore, fatti trovare sveglia o svegliati mentre ci sono io. Chiederò ad Angela di dormire insieme a te, magari dall'altra parte, così da non farti male alla spalla, forse se senti il mio calore stai meglio. È tutto passato, ora sono qui. Non succederà più nulla. Stai tranquilla.

SPAZIO AUTRICE
Mi dispiace veramente per avervi fatto aspettare così tanto per questo capitolo, ma avevo tantissimo da studiare e sono capitolo delicati che richiedono molto tempo. Però ora sono tornata! Cosa ne pensate? Vi sta piacendo questo Claudio alternativo che ho voluto creare?🙈❤️

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