Capitolo 5

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"Posso sedermi?" chiede grattandosi la barba.
"Certo...fai come se fossi a casa tua..." mormoro, sconvolta dalla sua bellezza.
No, Beatrice devi parlargli! Fallo ora o sarà troppo tardi.
"Claudio, ti devo parlare."
"Si anche io, quindi ora siediti." dice autoritario. Sembra un'altra persona rispetto a tre giorni fa. Mi avvicino lentamente e lui alza lo sguardo verso di me.
"Ma che fai, hai paura? Mica ti mordo, vieni qui." mi prende per un polso e mi fa sedere accanto a lui, piano e con cautela, come fossi un vaso di porcellana. Ha un profumo buonissimo, misto a bagnoschiuma e sicuramente qualche essenza costosissima di non so quale marca.
"È Mr. Burberry, in caso te lo stessi chiedendo."
Ma come cazzo fa? Ce l'ho scritto in fronte forse? E poi chi li spenderebbe 1700 euro per una boccetta di profumo? Ah si, mi sto dimenticando che sto parlando con Claudio Conforti.
"Comunque, ti devo parlare. Sono venuto per fare degli accertamenti sulla tua salute in primis e poi anche per proporti una cosa. Ora farai quello che ti dirò. Intesi?". I suoi occhi blu fissi nei miei color nocciola, sento il mio respiro accelerare, in contrasto con il suo regolare.
Annuisco e lui mormora un "bene."
"Allora per prima cosa stenditi, ora ti faccio spazio." Una volta alzatosi, mi distendo, lui si inginocchia e comincia a chiedermi: "raccontami tutto quello che ti ricordi prima di ritrovarti in ospedale."
"Sei serio?" dico ridendo e mi blocco immediatamente per il dolore lancinante alla testa.
"Mai stato più serio. Muoviti." Lo fisso negli occhi e osservo ogni minimo particolare, dalle sue labbra sottili alla barba perfettamente rasa nei punti giusti, ai suoi capelli folti e profumati e...
"La vuoi smettere di fissarmi? Lo so che sono bello ma non ho tutto il tempo di questo mondo, quindi parla." mi interrompe, distogliendomi dall'ammirare la sua bellezza.
"Scusami. Allora stavo[...]"
"E poi?" mi chiede una volta terminato il mio 'racconto', se così si può definire.
"E poi non mi ricordo più niente"
"Quindi mi stai dicendo che dopo che ti ho presa tra le mie braccia e ho imprecato, non ti ricordi di aver sentito le sirene dell'ambulanza o le mie parole dentro quest'ultima?"
"No, Claudio, non mi ricordo nien...aspetta! Mi ricordo qualcosa!"
"Alleluia, dimmi."
"Quando tu parlavi con il medico e con mia madre. Mi ricordo delle frasi e anche che volevo svegliarmi ma non ci riuscivo..."
"Perfetto, questo è molto importante perché vuol dire che anche se il trauma è stato moderato, dopo l'intervento è stato abbastanza semplice per il tuo organismo riprendersi. Ora alzati, piano e senza fare movimenti bruschi, capito? Devi guardarmi e dirmi se ti fa male la testa."
Faccio come mi ha detto e gli spiego il dolore che sento.
"È normalissimo, tu però non ti devi affaticare, per esempio, devi usare il telefono massimo un'ora in tutto il giorno e non devi leggere nessun tipo di articolo di giornale o studiare."
"Ma..."
"Negativo. Fai come ti dico. Ero venuto qui anche per questo. So che hai fatto il test di ammissione per medicina. Ecco, so anche che vorresti fare la specializzazione in medicina legale e, se tu non lo sapessi, sono il miglior professore del corso. Vorrei aiutarti io a studiare in questi anni medicina generale. Sempre se per te non è un problema..."
Avvampo. Le mie guance saranno diventate di un colore rosso fuoco e le mie pupille si saranno dilatate al massimo. Claudio mi prende una mano e mi dice "era solo una proposta, studiare con me sarebbe molto più facile...pensaci. I risultati del test escono domani pomeriggio, sono sicuro che l'hai superato, però hai tempo fino a stasera per pensarci."
"Claudio..."
"Ah e ti ho riportato la macchina, l'ho parcheggiata qui fuori, sulla sinistra. Gran bella macchina, ma mai quanto la mia Mercedes classe A, ovviamente, ma è stato un piacere riportartela. Volevi dirmi qualcosa?"
"Io? No, no niente di importante."
"Perfetto, allora andrei, non ti alzare, so già la strada. Ciao Beatrice e pensa a quello che ti ho detto." si alza dal tappeto e mi lascia un bacio casto in fronte. Il mio naso è all'altezza del primo bottone della sua camicia: chiudo gli occhi e ispiro il più possibile il suo profumo.
Dura per poco, perché dopo quattro secondi si allontana e se ne va.
"Chiamami se hai bisogno!" grida quando è davanti la porta prima di uscire.
Beatrice, sei sempre la solita! Dovevi parlargli e invece ti sei fatta di nuovo assoggettare dalla sua bellezza e furbizia.
Ricado, lentamente, sul divano e prima di addormentarmi penso alla sua proposta: dovrei accettare?

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