Capitolo 22

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Ed è in momenti come questi che penso a quanto io possa essere fortunata e mi domando: "ma perché proprio io? Perché ha scelto proprio me?"
Sento le sue mani accarezzarmi il mento.
"Vieni a mangiare?" mi chiede con una voce dolcissima, posandomi un bacio sulla guancia.
"Certo, ho troppa fame!" esclamo pensando ai miei gamberoni nella mia pancia.
                                    *****
"Ma stai mangiando abbastanza in questi giorni? Ti sei scofanata tutto in meno di un quarto d'ora senza alcuna dignità!" mi dice a metà tra il preoccupato e il divertito.
Alzo lo sguardo dall'ultimo gambero che sto mangiando con le mani (si, mi sono arresa di mangiare con la forchetta già al secondo) e lo poso su di lui, facendo gli occhioni dolci,  proprio come una bambina che è stata appena sgridata ma che pensa di farla franca.
Ecco una delle cose che mi piace di lui: dice sempre quello che pensa, che sia qualcosa di perverso, stronzo o dolce, lo dice sempre, senza peli sulla lingua.
"Certo che mangio!" mi affretto a dire per convincerlo il più possibile. Se sapesse tutto quello che sto passando con la scomparsa di Ambra, forse capirebbe perché non ho avuto fame in questi giorni!! Dopo devo mandare un messaggio a Luca, dobbiamo andare a denunciare la sua scomparsa, non voglio aspettare nemmeno un giorno.
"Mhh, devo crederti?" insiste sporgendosi in avanti.
"Si..." dico mentre finisco il gambero e mi pulisco le mani con il tovagliolo.
"Guardami." mi ordina ed io obbedisco immediatamente. Non voglio che si arrabbi proprio ora, almeno non stasera. Non distoglie mai il suo sguardo dal mio, tanto che mi perdo nel mare dei suoi occhi e penso che se non ci fosse stato il tavolo tra noi, gli sarei saltata già addosso. Mi sta letteralmente divorando con il solo sguardo e lo stesso sto facendo io.
"Claudio, magari si, è vero, oggi non ho mangiato a pranzo ed è p-"
"AH! ECCO VEDI PERCHÉ NON DOVEVO FIDARMI! PERCHÉ NON HAI MANGIATO A PRANZO?" sbotta lui alzandosi da tavola e dirigendosi verso la libreria.
"Se mi facessi finire di parlare magari..."
"Parla! Avanti!" è furioso. Non pensavo che l'argomento cibo lo toccasse così tanto. Nel frattempo dalla libreria estrae un pacchetto di sigarette e se ne accende nervosamente una.
"Ti ricordi che ti avevo detto di doverti parlare di una cosa importante...?" accenno per tastare un po' il territorio e capire se è ancora davvero arrabbiato.
Il suo volto diventa più serio di prima e, dopo aver preso un posacenere e averlo messo sul tavolino davanti al divano, si siede su quest'ultimo e mi invita a fare lo stesso vicino a lui.
"Si mi ricordo, è una cosa così importante?" mi chiede per poi aspirare dalla sigaretta.
Deglutisco ripensando alla vicinanza di Fabio alle mie labbra e alle sue parole e ribatto con un: "si, decisamente."
"Allora avanti, dillo no?"
Si sta spazientendo, lo percepisco dalla velocità con cui sta finendo la sigaretta che ora si sta per spengere.

POV DI CLAUDIO

Sono seduto qui, sul divano di casa mia, con vicino la ragazza più bella di questo mondo, mentre un'ansia mi si sta mangiando vivo.
Che cazzo dovrà dirmi di così importante?
Sono preoccupato. A dire il vero preoccupatissimo. E se si trattasse di noi? O di lei? Se le fosse successo qualcosa? E se fosse incinta? Oddio no, non può essere incinta. Mi aveva detto espressamente che prendeva la pillola. Nono nono. Non può essere.
E se si trattasse sempre di Fabio? Lo uccido. Questa volta lo uccido. No Claudio, almeno tu, ragiona. Tu che sei intelligente e maturo, ragiona con la testa e non con l'istinto animalesco. Okay, devo calmarmi.
"Allora avanti, dillo no?" le dico esasperato mentre spengo la sigaretta nel posacenere.
"Si tratta di Fabio." mormora con una flebile voce.
Merda! Lo sapevo!
"Oggi, durante la pausa pranzo, è venuto da me e.."
Si ferma e si prende la testa tra le mani. Mi piange il cuore vederla in questo stato.
"e mi ha detto 'lo sai che sei mia vero?'. Mi faceva schifo il solo pensiero di essere sua. Aveva le labbra quasi sulle mie ma gli ho dato un calcio in mezzo alle gambe e sono riuscita ad andarmene. Il messaggio che hai ricevuto l'ho mandato subito dopo...io non ce la faccio più Claudio."
I suoi occhi mi fissano in attesa di...di cosa? Di un bacio? Di un abbraccio? Di una carezza? Di un mio pensiero? Non lo so. So solo che l'unica cosa che riesco a fare è avvicinarla a me e baciarla, dolcemente e senza fretta.
"Ci penso io a quello stronzo, però se in futuro succederà ancora qualcosa di simile dovrai denunciarlo...capito? Non me ne fotte un cazzo che sia mio fratello, se così possiamo chiamarlo." mi interrompo per farle delle carezze sul viso e stringerla più a me.
"Ah e scusami per prima, non volevo urlarti contro." mi ritrovo a dire sulle sue labbra.
Sento che il suo viso è umido e spostandomi leggermente noto che sta piangendo, in silenzio. Magari pensava che non me ne accorgessi. Le asciugo le lacrime con il pollice e le bacio tutto il percorso che hanno fatto.
"Non piangere ti prego, non piangere. Soprattutto per una testa di cazzo come lui."
La stringo a me e inalo il suo profumo.
"Ti proteggo io." le sussurro all'orecchio ed è in quel momento che si lascia andare. Sento la mia camicia che si bagna e lei scusarsi.
Perché si scusa sempre? Non deve scusarsi proprio di niente lei. Semmai io dovrei scusarmi con lei, è anche per colpa mia se è in questo casino.
"Non ti devi scusare...senti vuoi fare un bagno? O una doccia? Ti presto una tuta..."
Annuisce senza però scostarsi minimamente dalla mia spalla.
"Va bene...allora ti porto su." le dico e prendendola in braccio, come un essere indifeso che ha bisogno di cure e attenzioni, mi avvio verso le scale.
Pesa veramente poco, da ora in poi ci penso io a farla mangiare.

Persa in quello sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora