Capitolo 31

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Spalanco silenziosamente la porta a vetri, e quello che vedo è ciò che stavo cercando:  Cole, girato di spalle, rivolto verso il fuoco, dove ci butta dei pezzetti di tronco d'albero.
"Non dormi?" Chiedo avvicinandomi.
Deve essersi spaventato, infatti si gira di scatto e rimane confuso, prima di realizzare che sia davvero io.
"No... Ho dimenticato a casa le medicine" dice a testa bassa.
Mi siedo affianco a lui e guardo il fuoco, che ci scalda e illumina.
"E poi comunque non sarei riuscito ad addormentami dopo averti detto cosa mi era successo due anni fa..." ammette.
Il mio respiro quasi si blocca al solo pensiero e ricordo di ciò che mi ha raccontato. Soprattutto ricordando la conversazione che ho origliato tra lui e Dylan.
"Non avrei mai voluto che tu assistessi a uno dei miei attacchi..." sussurra "E mi spiace così tanto di averti spaventata"
"Cole" mi giro verso di lui, e gli appoggio una mano sulla guancia. Lo guardo negli occhi, i suoi sono stanchi e gonfi, quasi lucidi, e in cui si riflette la luce del fuoco "Non è colpa tua, non ti devi scusare di niente. L'importante è che ora tu stia bene".
Lui resta in silenzio, e una piccola lacrima gli esce dalla guancia, che io prontamente gli asciugo. Poi sussurro:
"Okay?"
"Okay"
Risponde, accennando un sorriso, e subito dopo mi allungo alle sue labbra, e stampo un bacio dolce e delicato. Rimaniamo a un palmo di mano di distanza, a guardarci, senza dire niente, i nostri occhi parlano da soli. E vorrei urlare quanto lo amo a tutto il mondo, senza nascondermi, vorrei urlare al mondo quanto io sia fiera di lui, che nella vita ha affrontato tanto.
Mi avvicina più a se, stringendomi tra le sue braccia, e il suo respiro mi solletica il collo, mentre sento che assapora il mio profumo, proprio come io faccio con lui. È incredibile come il suo profumo sia diventato così importante, che mi ispira subito fiducia, mi fa sentire a casa.
"Entriamo, sennò ti prendi freddo" dice lui, sotto voce.
Ci alziamo dal tronco e ci avviamo dentro casa, dove tutti stanno ancora dormendo beatamente. Cole mi tiene per i fianchi, indicandomi la strada da prendere per non svegliare gli altri.
Arriviamo al nostro divano-letto, dove ci stendiamo facendo meno rumore possibile, e posso dire che i miei occhi si chiudono velocemente, lasciandomi a un profondo sonno...

***
"Cole?!"  Lo chiamo, ma non lo trovò da nessuna parte.
"COLE?!" urlo ancora più forte.
Corro per il sentiero stretto e buio, ma attorno a me sento solo urla e grida che mi chiamano, voci che mi spaventano... In questo momento voglio solo essere tra le braccia del mio ragazzo. Davanti a me si apre una piccola pianura senza alberi, semplicemente ricoperta da spighe di grano ed erba alta. In fondo ad essa c'è qualcuno. Inizio a correre più veloce che posso, sperando ovviamente di ritrovare Cole, e sembra essere proprio lui.
"Lili" mi chiama, e la sua voce inconfondibile mi riempie il cuore. Sono salva, c'è lui con me.
"Cole, ti stavo cercando"
In un attimo cade a terra, e sembra avere un'altra crisi. Mi avvicino a lui, che respira faticosamente, e i suoi occhi roteano da una parte all'altra.
"Cole! Cole! Resta con me" cerco intorno a me le pillole e la siringa, ma non trovo niente.
Le lacrime iniziano a scendere, fino a quando non vedo Dylan, correre verso la mia direzione.
"Dylan! Dobbiamo aiutare Cole!" Urlo per avvertirlo della situazione
"Troppo tardi" dice lui, tirando fuori dalla tasca una pistola, che punta proprio sulla fronte di Cole.
E poi lo sparo...

"NOO!"
Mi siedo sul letto, con il fiato corto, immersa nel sudore.
"Lili?!" Cole entra nella stanza correndo.
È mattina, gli altri penso siano in cucina a fare colazione, dato che in soggiorno non c'è nessuno, oltre a me...
Respiro profondamente, portandomi una mano a cuore, che batte velocissimo.
"Lili, tutto bene?" Chiede lui avvicinandosi al letto e sedendosi vicino a me.
Chiudo gli occhi per riprendermi e annuisco, deglutendo rumorosamente.
"Si...era-era solo un brutto sogno..." dico tra un respiro e un altro...
Cole mi guarda preoccupato, e dopo mi abbraccia, accarezzandomi la schiena per calmarmi.
"Tranquilla, era solo un incubo..." dice, con tono rassicurante.
"Gli altri?" Chiedo
"Sono a fare colazione di là, ma non volevo svegliarti, eri così bella quando dormivi" mi sorride dolcemente.
"Anche se in realtà lo sei sempre" sussurra.
Mi allungo sulle sue labbra, e non posso resistere nel sorridere su di esse. Quasi mi dimentico di tutto: della mia famiglia, della malattia di Cole e del mio incubo. Mi basta lui, e sto bene.
"Hai fame? Ho preparato i pancakes"
"Tu?" Chiedo ridendo.
"Come tu sai" inizia a dire con tono teatrale "ho molte doti" rido leggermente nel sentire il suo discorso "e la cucina è una di queste"
"Allora non vedo l'ora di poter assaggiare i suoi pancakes, signor Sprouse" dico, in tono altrettanto teatrale e ironico.
"La stupirò, signorina Reinhart"
Si alza dal letto, e si dirige verso la cucina, con passo sciolto e altezzoso.
Sorrido istintivamente, è incredibile come mi faccia cambiare umore in un secondo, e sono proprio curiosa di assaggiare i suoi pancakes.

Mi stiracchio e mi stropiccio gli occhi, e poi mi dirigo in cucina.
"Buongiorno" saluto tutti, che ricambiano subito.
Cole mi mette davanti al mio posto un piatto con sopra due pancakes accompagnati con sciroppo d'acero e mirtilli.
"A lei signorina" dice, seguito da un inchino.
Sorrido, e ne taglio un pezzo, assaggiando questo squisito dolce. Ed è veramente buono! Non me lo sarei mai aspettata da Cole.
"Ne è valsa la pena alzarmi prima per prepare questi pancakes" dice Camila, sorridendo a tutti, che la ringraziano per aver cucinato di prima mattina. Tutti, tranne Cole, che sbianca in viso, e guarda Camila contrariato.
"Camila!" La riprende lui.
"Ops" dice lei, portandosi una mano alla bocca.
Scoppio a ridere, e così anche loro due, in mezzo ad alcuni sguardi confusi dei ragazzi.
"Ottimo lavoro, chef d'eccellenza" prendo in giro Cole, che sbuffa per il suo scherzo, ormai saltato...

"Che ne dite di fare una gita?" propone Dylan, seguito dall'approvazione di tutti.
"Potremmo andare al laghetto" dice Cole.
"È lontano da qua?" chiede Vanessa.
"No, saranno 30 minuti su un sentiero piano" risponde Dylan.
E così tutti ci prepariamo per andare. Guardo nel mio zaino, indecisa su come vestirmi, quando la voce di Cole interrompe la mia ricerca, facendomi voltare verso di lui.
"Metti questa, signorina" mi lancia una felpa, che a giudicare dal profumo, penso sia sua.
"Ai suoi ordini, cuoco" lo prendo in giro, e lui alza gli occhi al cielo.
Metto la sua felpa, e sotto un paio di leggings dell'adidas. Quando esco dal bagno, Cole mi guarda soddisfatto, probabilmente perché sto indossando la sua felpa. Mi avvicino a lui, che mi stampa un bacio sulla guancia
"Questa è la mia ragazza" sussurra sorridendo. Ricambio, ma veniamo interrotti dalla partenza del gruppo, verso il sentiero che ci porterà al famoso laghetto, dove Cole e Dylan hanno passato gran parte della loro infanzia.
"Ci siamo tutti?" Chiede Cole, guardandosi intorno.
"Si" risponde Mads, mettendosi in spalla il suo zaino.
"Perfetto" dice Dylan "Allora andiamo"
Seguiamo tutti il ragazzo dai capelli biondi, e intanto mi metto a parlare con Cole e Kj riguardo le prossime interviste da fare, fino a quando una strana sensazione mi viene alla mente... questo posto mi è familiare...sono già stata qua...

continua...

SPROUSEHART || Incontrati per caso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora