Capitolo 2

761 55 1
                                    

Capitolo 2

Aprì l'armadietto, per cercare tra le mie cose il libro di biologia. Quella professoressa è capace di cacciarmi fuori dalla classe se faccio solo un minuto di ritardo.

Sobbalzai all'improvviso quando una mano dietro di me mi toccò la spalla.

"Helen!" Mi girai di scatto.

"Oh.. Janie!" Chiusi l'armadietto alle mie spalle.

"Perché non rispondi al cellulare?" Disse alzando la voce.

"Si è rotto e non riesco più ad accenderlo."

Lei sbuffò e scosse la testa.

Mi girai nel momento stesso in cui Carter entrò dalla porta principale. È circondato da tre ragazze che cercano di attirare la sua attenzione in ogni modo. Perché sono così ingenue?

Per fortuna, non si è accorto di me e cominciai a camminare verso l'aula di biologia, allontanandomi da lui.

"Sai che sta sera c'è una festa al Fabric!" Jenie continua a parlare.

Non gli rispondo.

"Verrai?"

"Non posso." Cercai una scusa. Mi comporto sempre in modo freddo con lei, so che non dovrei, è l'unica amica che ho qui a scuola e mi sta sempre accanto quando ho bisogno di un po' di compagnia.

Lei è sempre dalla mia parte, mi appoggia e mi aiuta per tutto.

"Ti prego, sai che non mi piace andarci da sola. Ti vengo a prendere io alle sette, okay?"

Alzai gli occhi al cielo e annuii.


Quando suonò l'ultima campanella, mi sentì più tranquilla. Il corridoio era pieno di studenti che corrono come rinoceronti fuori dalla scuola. È così tutti i giorni, una routine quotidiana.

Mi voltai cercando di intravedere i capelli neri di Janie, ma niente.

A passi veloci mi feci tutto il retro della scuola, e camminai a passo svelto verso casa. Dovetti rallentare a causa del fiatone che si fa sentire sempre di più, stavo quasi correndo.

Ma qualcosa mi disse di accellerare di nuovo il passo. Sentì delle scarpe calpestare la ghiaia dietro di me.

Una grande mano mi prende il braccio e mi fece voltare.

"Dove credi di andare, piccolina?" Mentre pronuncia quelle parole un sorriso compare sul suo volto. Quel sorriso così malizioso e perfido.

"A casa." Cercai di rimanere tranquilla.

"Stai scappando via da me?" La voce rude di Carter  risuonò al mio orecchio. Mi salì il cuore in gola, quando la sua mano sfiorò il mio collo.

Mi staccai da lui ma questa azione non sembrò essergli di gradimento.

"Lo sai che non mi piaci quando fai così." Sussurra

"Devo andare a casa." Rimasi impassibile.

Feci un passo indietro, mantenedo le distanze. Lui ridacchiò, e si mise una mano fra i capelli. Si voltò subito dopo, mettendosi le mani in tasca e cominciando a camminare dalla parte opposta da dove stavo andando io, fischiettando come fa solito. 

Non ci penso due volte e me ne andai via.

Survive [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora