Capitolo 14

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Capitolo 14

Chiusi velocemente l'armadietto, facendo provocare un rumore che molto spesso odio. Già essermi alzata dal letto questa mattina è stata un'impresa. 

Mi girai di scatto, ma rimasi ferma sul posto quando un ragazzo davanti a me mi bloccò il passaggio.

"Vuoi una mano?" Mi chiese allegramente porgendo gentilmente la mano, verso i libri che stavo portando.

"No, grazie. C'è la faccio da sola." Dissi sorridendogli e cominciando a camminare. Sono già in ritardo.

"Niall. Piacere" Continua a parlare. Non era molto alto e aveva i capelli così biondi che sembravano tinti. "Sai, noi ci conosciamo già. L'altra sera, al Fabric-"

Lo interruppi, preferirei non ricordare quella serata.

"Non ti conosco." Dico in modo arrogante. Mi guardai intorno nel corridoio sperando che Carter non sia da queste parti. Potrebbe fare una scenata davanti a tutti se mi vedesse parlare con un ragazzo.

Stavo camminando così velocemente che Niall faceva fatica a seguirmi. Mi guardava in modo serio. "M-mi dispiace, che i miei amici ti abbiano trattato così, insomma io-"

"Non ti preoccupare." Mi sforzai di sorridere.

Restò qualche secondo in silenzio, cercando di mantenere il passo veloce.

"Questa sera sei libera? Sai potremo.. andare a mangiare qualcosa, insieme." Disse imbarazzato.

Sto per ribadire, o urlargli contro serando mi lasci stare, ma una piccola voce alla mia sinistra, non mi permette di farlo. Jenie spuntò alle mie spalle. 

"Certo! Sarebbe una splendida idea. Vero, Helen?" Disse quasi urlando, mostrando un sorriso tutto denti. 

"A dire il vero io-"

"Grandioso!" Esclamò Niall "Allora a sta sera, al ristorande Green, di fianco al cinema. Va bene?"

Annuì, sconfitta. Lo vidi girarsi e finalmente allontanarsi da noi. 

"Cosa cazzo ti è saltato in mente eh?" Gli urlai contro.

"È un bravo e bel ragazzo, lo conosco. Ti divertirai!" Jenie saltellò entusiasta.

Non potevo assolutamente uscire con un ragazzo. Santo cielo, in che guaio mi ero cacciata?

Pochi minuti dopo mi trovai davanti alla porta della mia aula ma vidi che è già chiusa. La lezione era già iniziata. Feci un respiro profondo, scrollando le spalle, e asciugandomi le mani sudate sui jeans.

"Signiorina White!" Al pronunciare del mio cognome, mi girai di scatto.

Cercai di essere sorridere quando vidi il preside avvicinarsi. Era sempre vestito in giacca e cravatta con qualche capello brizzolato sparso qua e la. 

"La stavo proprio cercando." Disse "Ho bisogno di lei in presidenza."

Oh dio.

"Ho combinato qualche guaio?" Chiesi impaurita. 

"Non esattamente." Lo seguì velocemente per le scale fino al terzo piano. Spero solo non sia nulla di grave.

I miei pensieri si fermano quando entrai e vedi che non siamo del tutto soli. Harry era in piedi davanti alla scrivania del preside. Era vestito in modo formale, con una camicia e dei pantaloni neri attillati. Mi guardò e rimase sorpreso quanto me nel vedermi lì.

"Styles, può anche andare adesso." Disse il preside, attraversando la stanza e sedendosi dietro la scrivania.

"Non avevamo finito di parlare!" Harry intervenne in modo arrogante.

"Non c'è niente che possa fare."

"Sì, che c'è!" Rispose "C'è una semplice soluzione-" Vidi le sue guance arrossarsi dalla rabbia quando il preside lo interruppe e si voltò verso di me.

"White, per favore, accompagna all'uscita della scuola questo ragazzo." Si portò una mano nei capelli e si massaggiò le tempie.

Harry si allontanò, aprendo la porta e cominciando a camminare, mantenedo le distanze. Feci come mi aveva ordinato il preside e lo seguì, anche se immaginavo benissimo che sapesse dove si trovasse l'uscita.

Si fermò davanti all'ascensore e prette con il pollice il tasto rosso. Preferirei le scale, questo ascensore è troppo piccolo, quasi non si respira.

"Quindi tu vieni a scuola qui?" Disse senza guardarmi.

"Sì." Annuì.

Un sorrisetto gli comparve sul viso e vorrei tanto sapere cosa gli passi per la mente in questo momento. Entrammo in ascensore e le porte si chiusero dietro le mie spalle.

Mi sentì già soffocare.

Harry mi guardò e subito dopo allungò la mano e premette tutti i bottoni dell'ascensore, illuminandoli tutti quanti.

Mi prese il panico. "Sei impazzito? Potrebbe bloccarsi!" Urlai come una pazza isterica.

"Lo faccio ogni volta quando salgo qui dentro, quindi, penso che siamo al sicuro." Fa un altro sorriso.

"Ora dovremmo farci tutti i piani." Sbuffai innervosita "Tutti e quattro i piani! E perderemmo del tempo"

Rise "Non mi dire che t'importa veramente di tornare subito in presidenza."

"M'importa invece." Brontolai.

"Ovvio. Avrei dovuto saperlo." Continua a ridere sotto i baffi. Per lui questa cosa è divertente?

Incrociai le braccia al petto e serrai la maschella. Lo sentì ridacchiare e alzai gli occhi al cielo. Alcuni istanti passano in silenzio mentre eravamo bloccati in ascensore.

Improvvisamente, si sentì un forte colpo e uno stridulo. E subito dopo l'ascensore si fermò.

"Cazzo." Disse Harry, ma non sembra neanche spaventato.

La luce tremola prima di spegnersi del tutto.

Perfetto.

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