Capitolo 31

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Capitolo 31

"Sei entrato in quella fottuta stanza?" Sentì le urla di Carter, da dietro la porta, e potevo veramente dire di stare per svenire da un momento all'altro per lo spavento.

Presi il telefono scheggiato e lo riposi sotto il letto, dove lo avevo trovato.

"Pensavo fosse scappata, non sentivo alcun rumore, per questo ero lì!" Sentì la voce di Liam urlare molto più forte.

Dopo quelle parole, la porta si aprì di scatto, gli occhi di Carter erano fissi su di me, e con un movimento secco chiuse la porta alle sue spalle. Teneva saldamente in mano una catena arrugginita.

"Cosa stavi facendo?" Con due passi era già a pochi centimetri da me.

"Io.." indietreggiai.

"Che cazzo stavi facendo?" Ripeté scandendo le parole.

"Niente, non stavo facendo niente!" Alzai le mani in segno di difesa.

Mi prese entrambi i polsi, e lì portò in alto, stringendomeli sempre di più. 

Cominciai a dimenarmi, urlando e sperando che Liam venisse in mia difesa. Ma era inutile, allungavo le gambe tirando calci, ma per lui era indifferente.

"Smettila di urlare!" Mi disse, mentre con uno movimento fulmineo, mi strappò la canottiera bianca che avevo indosso.

Solo quando guardai verso terra, vidi cosa stava facendo. Tirò fuori dalla tasca un coltellino nero.

Estrasse la punta affilata e lo puntò verso di me, a quel gesto rabbrividì dal terrore.

La pelle cominciò a bruciare.

Mi tagliò la pancia, alla stessa altezza del mio stomaco. Faceva male e sentivo il sangue colare sui miei piedi. Non riuscivo nemmeno a capire quanto fosse grande il taglio.

"Fa male eh!?" Chiese Carter divertito, ed eccitato.

"Certo che fa male, lurido bastardo!" Gli urlai contro, divincolandomi. 

"Sei così sexsy" Ansimò.

"Basta ti prego!" Continuai ad urlare.

"Ti giuro, che quando avrò finito, ti ucciderò nel modo più doloroso possibile" Mi sussurrò maliziosamente all'orecchio "Ti taglierò in tanti piccoli pezzi.."

Non potevo permetterglielo. Stavo perdendo troppo sangue. Dovevo fare qualcosa prima che fosse troppo tardi.

Proprio mentre la sua bocca era a pochi centrimentri dal mio viso, reagì.

Alzai il ginocchio, e con tutta forza che avevo, gli colpì l'erezione sotto il tessuto dei suoi jeans.

Vidi Carter spostarmi immediatamente da me, e piegarsi in due dal dolore

"Fottuta troia!" Lo sentì imprecare a bassa voce.

Dovevo essere veloce.

Feci cadere la pesante catena sopra il corpo inerte di Carter, in modo che quando si fosse alzato ci avrebbe impiegato molto più tempo.

Velocemente sgattaiolai fuori dalla porta.

Non credevo a quello che stavo per fare, ma almeno avrei tentato di rimanere viva, per una volta. Dovevo provarci.

Il corridoio era stretto e buio, proprio come me lo ricordavo quella sera.

Dovevo solo ritornare indietro con la mente, e trovare la porta d'uscita. 

Il buio mi circondava. Non c'era nessun'altra porta in quel maledetto corridoio, come avrei fatto a trovare Jenie?

"Jenie!" Urlai e la mia voce fece eco in tutto il corridoio "Dove sei!?"

In quel momento mi salì il cuore in gola quando sentì i passi di Carter vicino a me. Come aveva fatto ad essere così veloce?

Non ce la farò.

Solo quando il mio piede si scontrò con qualcosa di duro, mi fermai, e non ci misi molto a capire cos'era.

A tatto, e spostando le mani da una parte all'altra, riuscì a trovare la maniglia, la abbassai e fortunatamente era aperta.

Non ci pensai molto, socchiusi gli occhi quando vidi la luce del sole. L'unica cosa che feci fu correre.

Corsi in mezzo agli alberi, ai rami e alla foglie cadute per terra. Non m'importava se i piedi mi facevano male visto che ero senza scarpe.

Sapevo che non sarebbe bastato, dovevo metterci più impegno.

Carter sarebbe uscito da quella casa e mi avrebbe cercato.

Però in una cosa ero sicura.

Ero riuscita ad uscire dalla quell'inferno, e ora veniva la parte più difficile del gioco. 

Nascondermi.

POST HARRY

Feci cadere a terra la sigaretta e la pestai per spegnerla. C'era molto vento e miei capelli si muovevano da una parte all'altra, ed era rilassante.

L'aria fresca mi fece rabbrividire, e per un secondo, vorrei non trovarmi più qui.

Helen era scomparsa da più di ventiquattro ore. Zayn era impazzito quando quella sera non la vide tornare a casa. Mi chiamò terrorizzato, pensando avesse dormito da me.

La polizia sta facendo il possibile, ma non è abbastanza. 

Sono già scomparse due ragazze in questo mese. Sta succedendo qualcosa di strano e io non posso starmene qui con le mani in mano. Devo fare qualcosa.


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