Capitolo 32

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Capitolo 32

Ho paura. Ho sempre, costantemente paura.

Della gente. Di credere in qualcosa di bello, per poi scoprire che le parole, senza fatti, non contano nulla.

So che prima o poi tutte le paure vanno affrontate. Ma la paura di soffrire, fa più male dalla sofferenza stessa.Vorrei lasciarmi andare.

Il mondo fa meno paura, se hai qualcuno vicino che ti stringe la mano.

Ma se ne vanno. Tutti. Prima o poi. Ti guardi in giro, e non trovi più nessuno. 

Ho pianto e urlato, ho perso gli occhi e il fiato..

Quando ero tra il buio e la luce di quella casa avevo sentito una voce, come un lamento. Qualcuno che sussurrava parole incomprensibili. Credevo fosse la mia mente, sembra tutto così confuso. Mi sentivo così in colpa, Jenie era ancora la dentro.

Non avevo fatto nulla per salvarla.

Non so quanto io sia lontana da dove mi trovavo prima.

Ho corso per tutto il tempo.

Se solo il telefono mi funzionasse, avrei potuto chiamare qualcuno, cazzo.. avrei chiamato la polizia.

Ho attraversato il bosco per quelle che sembrarono ore, senza mai fermarmi.

Ringraziai il cielo quando finalmente vidi una strada, ma non era asfaltata ma continuai a camminare. 

Non so dove mi trovassi, la strada era deserta e forse sono le quattro o cinque di mattina. Sicuramente non era ancora giorno.

Mi sentivo così debole. Avevo tenuto per tutto il tempo premuto sul taglio con la mano per cercare di fermare il sangue ma non era servito a molto.

Devo fare in fretta. Il sangue non si fermava. 

Mi affrettai a camminare quando vedi una piccola casa in fondo alla strada, poco lontana da dove mi trovavo io.

Ho bisogno di aiuto.

Le persone staranno sicuramente dormendo a quest'ora ma qualcuno deve chiamare la polizia.

Continuai a camminare per quelli che sembrarono terribili e lunghissimi secondi.

Quando mi trovai davanti al cancello di questa casa suonai ripetutamente al campanello.

Nessuno venne a rispondere.

Continuai a suonare ancora e ancora, finché ad un tratto il grande portone si aprì.

Davanti alla soglia compare un uomo di una certa età. Era pelato e con la barba bianca. Non aveva una bella espressione.

"Che cosa vuole!?" Strillò 

"Sono stata rapita.." Scoppiai a piangere  "La prego, ho bisogno che chiami la-"

Non riuscì nemmeno a finire la frase che una fitta di dolore mi invase tutta la pancia. La mia testa ruotò all'ingiù, e improvvisamente iniziai a vomitare sangue.

Non riuscivo a capire essattamente la quantità che ne stavo espellento, ma sembrava terribilmente troppa.

"Oh signore!" Mi sembrò di aver sentito l'uomo dire queste parole.

Mi sentivo soffocare, e lentamente le forze mi abbandonarono.

Comincai a sentire voci. Non capivo più nulla, vedevo tutto sfuocato.

Subito dopo, mi lasciai andare. Crollai a terra a peso morto, e sentì la mia testa sbattere contro il cemento sporco e freddo.

POST HARRY

Mangiai velocemente qualche fetta biscottata ancora rimasta in tavola da ieri, per poi aprire la porta di casa, e correre giù dalla scale.

Dovevo presentarmi un ufficio per firmare gli ultimi fogli e poi avrò finito. Ero pronto a cambiare vita. 

Feci schioccare da una mano all'altra le chiavi della macchina per poi salirci, e scheggiare via.

Accesi la radio e mi misi ad ascoltare una canzone di Ed Scheeran che stavano trasmettendo. 

Passai davanti alla casa di Helen e mi fermai improvvisamente quando qualcosa attirò la mia attenzione.

Una pattugia di carabinieri era ferma davanti a casa sua.

Rallentai in modo da poter vedere meglio quello che stava succedendo.

Zayn era fuori dal cancello, ancora in camicia da notte mentre parlava con due carabinieri. Si asciugò le lacrime che gli colarono dal viso con il palmo delle mani.

Che cosa stava succedendo?

Accostai la macchina lungo la strada e scesi velocemente. Zayn mi vide subito, disse qualcosa ai due uomini e si avvicinò a me.

"Harry!" Mi chiamò con la voce tremante "Hanno trovato Helen!"


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