Capitolo 11
Mi grattai gli occhi e sbadigliai più di una volta, quando un piccolo riflesso entrò dalla mia finestra. Non era serrata del tutto e filtrava un pò di aria invernale, ma si stava bene.
Mi girai dalla parte del comodino. La sveglia puntava le sette della mattina. Era lunedì e dovevo assolutamente prepararmi per andare a scuola.
Mi alzai in piedi di scatto, ma rimasi immobile quando i miei occhi videro un ombra attraversare il corridoio.
Okay, ora potrei pensare di essere pazza e di vedere i mostri che mi girano per casa, ma no. Mio fratello era già partito per andare a lavoro a quest'ora quindi non poteva essere lui.
Quando una figura apparve davanti a me, mi sentì il cuore fermarsi.
"Buon risveglio, piccolina." Sono le uniche parole che disse quando attraversò il corridoio e in pochi istanti me lo trovai a pochi centimetri dal mio viso.
Abbassai immediatamente lo guardo, per non avere più i suoi occhi rossi puntati su di me. "Come hai fatto a entrare, Carter?" Sussurrai spaventata.
La sua risata fece eco nella stanza. "Sei scappata l'altro giorno, e ringrazia Dio che non ti abbia seguita." Disse tra i denti.
Dovevo reagire, non posso sempre dargli ascolto e aspettare che lui mi tratti in questo modo.
"Non voglio più lavorare con te. Te lo già detto!" Non riconosco la mia voce quando iniziai ad urlare "Mi fai schifo! Mi usi! Usi la violenza solo perché vuoi nascondere le tue debolezze. Se vuoi dei solti te li darò. Ma devi lasciarmi stare-"
Sollevò una mano fino al mio viso. Mi schiaffeggiò con così tanta forza che caddi a terra.
"È così che la pensi eh?!" Disse, spingendomi fino ai piedi del letto.
Lui camminò verso il mio armadio e lo aprì iniziando a cercare qualcosa tra i miei vestiti.
Voglio scappare, sarebbe facile, la porta è vicina, e non dovrei subire quello che sta pensando di farmi.
Mi alzai dal pavimento e con tutta la forza che mi era rimasta corsi verso la porta. Ma lui fu più veloce. Prese la mia cintura di pelle da dentro l'armadio e si avvicinò a me.
Mi prese per i capelli e colpì sulla gamba nuda facendomi cadere a terra. Mi scappò un urlo di dolore.
E subito dopo, mi colpì sullo stomaco con più forza e poi ne arriva un altro sul piede, ed io continuai ad urlare mentre sentì la sua solita risata in sottofondo.
Sembrava nutristi delle mie urla.
Mi girai di spalle e mi chiusi in me stessa, sperando cambi qualcosa. Mi arrivò un colpo sulla schiena, uno dopo l'altro, ripetutamente, senza fermarsi.
Piangevo mentre continuavo ad urlare, ma non mi sentiva neanche.
Sono così ridicola.
Iniziai a singhiozzare, quando mi prende per il polso e mi costrinse a girarmi.
"Ti prego.." Sussurrai coprendomi il viso con le mani.
Un colpo secco mi arrivò sul polso, che mi fece urlare ancora più forte. Dopo un ultimo colpo, lasciò cadere la cintura a terra e mi afferrò di nuovo il braccio dolorante, per farmi alzare.
Mi baciò con violenza sulle labbra e subito dopo mi spinge a letto.
"Sei così bella quando mi preghi." La sua voce viscida mi tempestava le orecchie.
Si slacciò i jeans e si posizionò sopra di me.
Non riuscivo a vedere quello che sta facendo e le orecchie cominciano a fischiare e la mia vista si offuscò.
Improvvisamente sentì il motore di una macchina. Questo rumore continuò per parecchi secondi. Che cosa sta succedendo? Era arrivato qualcuno?
Battei qualche volta gli occhi per vedere Carter alzarsi di scatto da sopra di me.
"Cazzo." Lo sentì imprecare mentre velocemente si riallacciò i pantaloni. "Dovevo ucciderti quando ne avevo la possibilità!"
Subito dopo lo vidi aprire la porta di camera mia e scomparire nel corridoio buio.
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Survive [hs]
Fanfiction"I mostri non vivono sotto al tuo letto, ma gridano nella tua testa." Lei, non può amare. Lui, non vuole amare. Troppi segreti. Troppe delusioni. Un passato da scoprire Un vuoto da riempire. Lei Helen Amy White. Lui Harry Edward Styles.