When I walk around my room everything will be okay, ow!

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~City boy, Calpurnia.

Sciauuuuuu.
Ho bisogno di un gatto.
Ho pensato ad un nome favoloso da dargli (in realtà l'ho copiato spudoratamente da una ragazza inglese che ha un gatto)- DICEEEEVO, voglio un gatto marrone per chiamarlo Kitty Kaspbrack.
Ne ho bisogno.
E poi magari anche di un gattino nero da chiamare Little Tozier!!
Dopo avervi stancato con queste cazzate, buona lettura.

I raggi tenui del sole investivano la tavola in legno della cucina di casa Wolfhard.
Finn, Nick e Jack stavano facendo colazione in silenzio, ancora assopiti dal sonno.
Suonò il telefono.
"Diavolo! Neppure una cazzo di colazione in pace si può fare in questa cazzo di casa?! Io lo stacco questo telefono!" Gridò Finn, andando a rispondere.
"Pronto?!"
Erano i suoi genitori.
"Finn! Da quanto non ci sentiamo!"
Finn sbiancò.
"Abbiamo delle novità per te!" Esclamò sua madre, direttamente da Vancouver.
Finn, quasi in un sussurro, rispose. "Davvero?"
"Si! Vuoi sentire prima la buona o la cattiva?" Chiese suo padre.
"Cattiva?"
"Per questo Natale non potremo essere lì a Port Hope..."
Il riccioluto guardò per terra, grattandosi la nuca "Mi spiace..."
Sua mamma però prontamente aggiunse "Ma la buona notizia è che lì con voi arriveranno Ayla, Malcom e Jack!"
Wolfhard iniziò a saltare di gioia "Ma è fantastico! Fantastico! Rivedrò i miei amici! È fantastico!"
"Oh! Sono così felice che tu ne sia entusiasta! Saranno lì per il 23."
Finn gridò di gioia mentre Jack e Nick lo fissavano interrogativi.
"Comunque..." cominciò suo padre "...ieri Nick ci ha accennato qualcosa a proposito di una tua presunta relazione...chi è la fortunata?"
Finn riusciva a scorgere i sorrisi maliziosi dei suoi dal altro capo del telefono.
Ingoiò il groppo formatogli in gola che ora non gli permetteva né di gioire per i suoi amici né di parlare e, balbettando, parlò "Mh...n-non è proprio una ragazza..."
Non sentiva nessuna risposta, la gioia di prima era scivolata di dosso a tutti.
"Si chiama Jack..."
Ancora niente.
Poi un bip-bip-bip lo fece sospirare, segnale che la chiamata era stata interrotta.
Con una punta di amarezza tornò a sedersi, non più molto felice.

"Hanno riattaccato..."
Jack gli afferrò la mano da sotto il tavolo, sfregando il pollice sul dorso di questa.
Ci fu un lungo silenzio poi.
Nessuno si sarebbe aspettato che i genitori di Finn non avrebbero più chiamato per tanto tempo dopo quell'episodio.
Si alzarono tutti e tre, nonostante Jack e Finn non avessero terminato di mangiare.
La giornata era piena e già organizzata.
Nick doveva trovare un posto dove far dormire i Calpurnia e i due fidanzati dovevano andare da Angela.

Mezzogiorno~
"Tesoro...come stai...?"
"Potrebbe andare meglio, mamma...tu come stai?"
"Sono felice."
"Come mai...? Non dovresti essere triste o scioccata per ciò che è successo...?"
Angela, seduta sul divano di fianco a Jack e Finn, prese le mani di suo figlio nelle sue e iniziò a piangere.
Non era però tristezza la sua.
"Sono felice perché so che, nonostante tutto, voi due siete felici assieme. È questo l'importante, amore mio."
Jack, che a sua volta aveva iniziato a piangere, singhiozzò "Ma mamma, lui ti picchiava...e io non ne sapevo nulla! Potevo difenderti!"
Lei sospirò e guardò altrove "Tempo fa, quando mi innamorai di Gavin, era tanto diverso. Ci sposammo e fu tutto magnifico...era dolce e gentile con me, nonostante io fossi una donna, e tu lo sai come in quel periodo eravamo trattate noi donne...quando tu sei nato ti adorava alla follia!"
Finn poggiò la mano destra sulla gamba di Jack, per rassicurarlo.
"Ed ora, sono felice che tu abbia trovato la tua persona speciale, come io la trovai in tuo padre." Angela afferrò la mano di Finn e la poggiò sulla sinistra di Jack, il più alto gliela afferrò.
"Sono sicura che capirà i suoi sbagli in prigione...dovremo andare a visitarlo ogni tanto, più che altro per renderci conto se è cambiato o ha fatto progressi, lo sai, vero...Jack?"
Lui annuì.
"Mi manca il vecchio papà..."
Silenzio, solo singhiozzi.
"Quanto tempo starà in prigione?" Chiese Finn.
"Cinque anni...forse anche sei."
"E quando tornerà...cosa faremo, mamma?"
"Non lo so..." tirò su col naso "...Oh beh, volete restare a mangiare qui...?"
"Perché non viene lei a stare da noi? Magari è un modo per distrarsi un po'..."
"Oh Finn! Chiamami Angela, diavolo!" ridacchiò un poco "Se non disturbo, Finn..."
"Certo che non disturbi Angela!"

Dopo cena~
Nick era da Ben e Angela dalla sua amica, non la vedeva da molto e ci teneva ad incontrarla per raccontarle tutto.
Finn canticchiava seduto sul letto, tra le mani la sua amata chitarra, mentre Jack si affrettava a fare i compiti del giorno seguente.
La luce soffusa creava una bella atmosfera.
"Poi me li fai copiare, vero?"
"No." Ridacchiò.
"Come no?"
"No, no! Devi imparare a fare le cose da solo!"
Finn abbandonò la sua chitarra in un angolo e prese tra le braccia a mo' di sposa qualcuno a cui teneva di più.
"AHAH-Lasciami giù!"
"Non prima di averti convinto a farmi copiare i compiti, mostriciattolo!"
"Sono un mostriciattolo, eh?"
"No. Sei davvero stupendo."
Jack arrossì e fece per parlare ma Finn lo spinse sul letto, facendogli il solletico.
Nel divertirsi le mani del corvino finirono sotto la felpa viola e verde-acqua di Jack, provocandogli un brivido.
"Mi è venuta un idea."
"Sentiamo."
Finn scese di sotto e afferrò una bottiglia di vodka che Nick conservava per le occasioni speciali.
Tornò in stanza.
"Se resisto a non saltarti addosso dopo che entrambi avremo finito questa, mi farai copiare i compiti."
Jack alzò un sopracciglio "E io cosa ci guadagno?"
"Il fatto che io ti sia saltato addosso!"
Jack alzò gli occhi al cielo e si leccò le labbra, guardando Finn.
"Ci sto."
Si sedettero entrambi sul letto.
Jack fu il primo a bere, gli dava la carica.
Sorseggio finché non gli venne da tossire.
"Ehi...non fa un po' caldo qui?"
"In real-"
Jack si alzò dal letto e, senza pensarci, si abbassò i pantaloni, lanciandoli poi sul pavimento.
Si risedette sul letto sotto lo sguardo desideroso di Finn.
Quest'ultimo bevve dalla bottiglia.
Jack andò ad accendere la radio, partì una delle canzoni di Finn, che aveva registrato su una cassetta con i Calpurnia.
"City boy."
Poi Jack si sfilò anche la felpa, restando in mutande.
"Non vale così!"
Jack alzò il volume della canzone e si sdraiò sul letto, bevendo altro alcool.
Finn stava davvero per esplodere, voleva tanto il suo Jackie.
Fu quando Jack iniziò a giocherellare con l'elastico dei boxer, minacciando di tirarli giù, che Finn non poté più resistere.

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𝐌𝐨𝐨𝐧𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭 - 𝐅𝐚𝐜𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora