You've yet to have your finest hour, radio goo goo

1.3K 123 30
                                    

~Radio Ga Ga, Queen.

EHILÀ UHH!
Ok sono depressa.
Tra poco ricomincia la scuola.
Piango.
Comunque ho già pensato alla fine di questa storia e all'inizio del sequel.
MEHEHE.
Buona lettura e graz(er)ie per le visualizzazioni, fin(n)o ad ora mi sono divertita un sacco a scriverla, I'm proud (spero che la storia vi stia piacendo uwu)!!

Jack rientrò a casa e si tolse immediatamente lo zaino e il giubbotto pesante.
Decise di farsi una doccia e poi di fare un rapido spuntino guardando qualcosa in TV.
Terminato il bagno, si prese un pacchetto di Fruit Joy e della Cherry Cola e afferrò il grosso telecomando grigio, scorrendo poi tra canali.
Nulla di che.
Si riguardò una puntata di "UFO Robot", fissò il televisore per una buona mezz'ora in cui trasmettevano solo pubblicità oscene e si preparò a vedere "ET, l'extraterrestre", anche se per la milionesima volta dalla sua uscita, sdraiatosi sulla poltrona reclinabile che avevano in salotto.
A quell'ora, si disse, sua mamma doveva essere a lavoro al mini market aperto 24h/24 e suo padre...oh beh, lui si trovava in prigione.
Era la prima volta dopo la reclusione di papà che si ritrovava in casa da solo senza aver qualcosa da fare.
Non ci aveva mai pensato seriamente fino a quel momento, era deluso e triste, sì, ma suo padre non gli mancava più di tanto.
Difatti, da quando aveva preso il vizio dell'alcol, era sempre stato presente fisicamente ma assente psicologicamente in casa.
Più che altro gli mancava il papà che aveva caratterizzato la sua infanzia, la sua versione buona.
A breve sarebbe arrivata la data che Jack e sua madre avevano prefissato per andare a visitarlo.
Proprio non si spiegava il perché, lui li odiava e loro avrebbero dovuto odiare Gavin.
Cazzo, gli aveva picchiati e aveva quasi ucciso Finn!
Però, nel profondo, Jack sperava che suo padre provasse per lui ancora un briciolo di dolce amore paterno che ogni padre dovrebbe donare ai propri figli, quello di appena dieci anni prima.
E che forse, stando dietro le sbarre costretto a riflettere, aveva iniziato a riemergere nel cuore del uomo.
Magari, al fresco, Jack non gli sarebbe più sembrato solo una delusione.

Ancora un po' malinconico, arrivate le 18:40, si alzò dalla poltrona stiracchiandosi, spense la TV e corse nella sua camera.
Afferrò i primi vestiti buoni che trovò nell'armadio, una t-shirt celeste, un blue jeans un po' largo e una camicia a maniche lunghe, e si fiondò in bagno.
Quando Finn bussò alla porta, sua mamma non era tornata.
"È normale" pensò Jack "Avrà il turno di notte oggi."
Così si affrettò a scriverle un biglietto in cui annunciava la sua uscita, nel caso Angela fosse tornata prima.
Lo attaccò al frigorifero con una calamita e strinse la mano del suo ragazzo.
Insieme si diressero fuori.

Entrati in macchina, accesero la radio e il castano iniziò a cantare a squarciagola la prima canzone sulla cassetta che avevano inserito: "I Say a Little Prayer", un brano di Aretha Franklin, uscito nel 1968 e datato anche per l'86.
Casa di Gaten era proprio vicino alla piazzetta sulla quale si affacciava la gelateria preferita di Jack.
Abitava in un attico parecchio strano.
Casa sua era per metà salotto per metà cucina, sevizi e camere da letto.
In più, una parete della sala era completamente ricoperta di luci a led e neon, di qualsiasi genere, scritta e forma.
Una vera e propria collezione, alquanto bizzarra, ma molto futuristica per i tempi.
"Wow!" Esclamò Sadie, quando Gaten mostrò a tutti l'effetto a luci spente.
Una volta riacceso il lampadario suonò il campanello.
Pochi minuti dopo Millie fece capolino nel appartamento.
Jack era ancora restio a socializzare con lei, mentre tutti gli altri ormai avevano attaccato bottone.
Anche Finn.

"Io e Jack volevamo ringraziarti..."
Finn diede una rapida pacca sulla schiena di Jack per incitarlo a rispondere.
"Si, uhm, grazie..."
Lei poggiò la Sprite che stava sorseggiando sul tavolo da pranzo.
"Io devo porgervi davvero le mie scuse, ero accecata dalla gelosia. Non capivo quanto voi due foste fatti l'uno per l'altro. Mi dispiace di essere stata così meschina nei vostri confronti..."
Finn le sorrise, Jack iniziò a prendere in considerazione l'idea di perdonarla.
Infondo, sì, lo aveva minacciato e intimorito per un po', ma era acqua passata...giusto?
In più si era messa contro il suo ragazzo per loro!
"Ci vorrà del tempo...ma cercherò di esserti amico, Millie..."
Sussurrò Jack, porgendole la mano in segno di resa.
Lei gliela afferrò sorridente.
Proprio in quel momento Emmy raggiunse i tre, fissò prima Jack e poi Millie, che si stringevano ancora la mano, e, inumidendosi le labbra, annunciò che stavano per iniziare a guardare il film.

Finn non poté non notare la gioia di Noah quando Millie acconsentì a dividere la poltrona con lui.
Erano parecchio vicini e Millie si poggiava dolcemente al petto dell'altro.
Il corvino sorrise spontaneamente e, proprio in quel momento, Gaten spense le luci lasciando accesi i led che illuminavano soffusamente la stanza, riflettendo luce fucsia scuro sul viso di chiunque si voltasse a guardarli.
"Quale film avete scelto?" Chiese Caleb, seduto tra Gaten e Sadie sul divano.
Lizzy (sì, Gaten invitò anche lei quella sera, d'altronde come poteva non farlo?) afferrò la mano di Matarazzo e, forse con troppa frenesia, rispose "Nightmare!"
Finn sentì Jack stringersi di più ai suoi fianchi.
Entrambi occupavano la poltrona vicino al muro, dirimpetto a quella di Noah e Millie, mentre, per ultime, Emmy e Reylynn stavano sedute sul soffice tappeto.
"Finalmente un po' di pace. Niente alcolici, solo amici stretti, nessun problema." Si disse Finn, sospirando felice.

Il film iniziò e Jack stava letteralmente tremando.
"Un horror? Seriamente?!" Continuava a pensare, stritolando il braccio del suo ragazzo che sembrava divertito dalla scena.
Jack chiuse gli occhi di scatto quando vide Freddy Krueger uccidere nel sonno un innocente bambino.
Ad un tratto, però, il castano sentì qualcosa sfiorargli delicatamente la gamba e sussultò.
Quel qualcosa saliva sempre di più, ma Jack non voleva aprire gli occhi.
Emise un leggero mugolio.
Poi qualcuno urlò nello schermo della TV e Jack, preso dal panico, gridò a sua volta, sentendo solo la risata divertita del suo ragazzo che sovrastava gli "SHHH!" degli altri.
"Sei un bastardo!" Sussurrò Jack.

Finn, che fino a quel momento aveva tenuto le mani alzate in modo che Jack non gliele tranciasse per lo scherzo di poco prima, ripoggiò la destra sul interno coscia del ragazzo, sotto i suoi occhi.
Sentì il più piccolo irrigidirsi e, sorridendo innocentemente continuando a guardare il film, mosse la mano ancora più su, fermandosi proprio sul cavallo dei pantaloni di Jack.
Questo ringraziò Dio che fosse buio e che nessuno stesse prestando attenzione a loro due.
Finn sbottonò il primo bottone dei pantaloni di Jack.
Lui espirò, lasciandolo fare.
Finn così tirò giù la zip e infilò la mano appena dentro i jeans, sfiorandogli l'erezione da sopra i boxer.
Jack liberò un silenzioso ansimo e il corvino prese a giocare un po' con le dita sopra il tessuto delle mutande.
Poi, come se niente fosse, Finn ritirò su la zip e abbottonò il bottone, ghignando.

"Credi di potermi trattare così?" Chiese Jack, con un sorrisino sulle labbra.
"Io ti tratto come voglio, principessa dei miei stivali!" Esclamò Finn, sul letto di Grazer.
"Ah sì? Ma davvero?"
Jack alzò un sopracciglio e lo raggiunse sul piumone.
"Mhmh!"
Finn si morse il labbro inferiore e iniziò lentamente a togliersi la maglia.
La lanciò sulla scrivania e si sdraiò, sotto lo sguardo lussurioso di Jack.
"Ti va di giocare, eh?"
Finn annuì.
"Allora giochiamo."
Detto questo Jack si tolse rapidamente i pantaloni, sedendosi praticamente sul bacino del suo ragazzo con in volto uno splendido ghigno che mescolava, in un'unica espressione, innocenza e veemenza.

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina⭐️💙

𝐌𝐨𝐨𝐧𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭 - 𝐅𝐚𝐜𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora