~Part of me, Katy Perry.
Salve gente! Ho sentito che la storia vi sta piacendo molto, NE SONO DAVVERO FELICE! È davvero importante per me, sogno da sempre di poter diventare una scrittrice e postare qui su questa piattaforma è un inizio per me!
Ok, dopo questi piccoli ringraziamenti, come sempre buona lettura!"Entra nell'armadio..."
Sussurrò Jack, impassibile.
Piangeva.
A Finn quasi si spezzò il cuore a vederlo così.
"Ma è solo tuo pad-"
"Entra nell'armadio."
Finn fece ciò che gli aveva ordinato e si zittì.
Era parecchio stretto lì dentro, però riusciva a scorgere la sagoma di Jack tramite una fessura nel legno d'acero.Jack aprì la porta e suo padre entrò in camera.
Era più furioso che mai.
"Credevo che stessi studiando e invece guarda come ti trovo!"
Sbatté una mano sul muro, spaventando suo figlio.
"Ho sentito con chi parlavi! Dove cazzo lo hai nascosto? Dove è finito?!"
Il castano non sapeva cosa fare e non voleva di certo chiedere l'aiuto di Finn.
"Dov'è?!"
Gavin si avvicinò minaccioso verso Jack.
Lui si riparò con le mani ma suo padre lo alzò dal pavimento prendendolo per la felpa e gli piantò un calcio nello stomaco.
Iniziò a piangere, accasciato sul pavimento per il dolore.
Suo padre tornò su di lui, iniziando a riempilo di pugni, gridando.
"Dov'è?! Dov'è?! Ti avevo detto di stargli lontano!"
Quando l'ennesimo pugno gli colpì il viso, Jack non riuscì a mantenersi cosciente.
Tutto si faceva scuro e le sue palpebre si abbassavano.
L'ultima cosa che vide fu il suo Finn che usciva dall'armadio ed accorreva ad aiutarlo.Finn non poteva attendere lì dentro. Sapeva che il suo ragazzo gli aveva ordinato di restare nel armadio ma non poteva certo rimanere a guardare mentre Jack veniva pestato a sangue.
Si fiondò su Gavin, staccandolo dal più piccolo.
"Cercavi me! Che diavolo vuoi da Jack?!"
L'uomo rise, brillo come sempre.
D'un tratto sentirono la porta d'ingresso aprirsi.
Gavin ghignò, poi, sussurrando, si avvicinò a Finn.
"Non devi più toccare mio figlio, la tua malattia non si può curare e non voglio che Jack la prenda."
Il corvino ora era più incazzato di prima. Tanti piccoli tasselli di puzzle iniziavano a combaciare nel suo cervello.
"Io faccio quello che cazzo mi pare con il mio Jack, chiaro?!"
Gavin gli sferrò un pugno sulla guancia, e poi un'altro ancora.
Iniziò a uscire copioso sangue dal naso di Finn e credeva pure che gli si fosse rotto il labbro.
Qualcuno saliva le scale, forse la loro presunta salvezza.
"Che diavolo succede qui?!"
Angela, con ancora le buste della spesa tra le mani, rimase scioccata.
"Gavin, non di nuovo."
"Vattene! Vattene cazzo!"
Gridò l'uomo, continuando a prendere a pugni Finn.
La donna corse giù in salotto, stavolta era sicura che non si trattasse di una delle "punizioni" di Gavin rivolte a Jack.
Compose rapidamente il numero della polizia, le tremavano le mani.
"Quando è troppo è troppo, ci è perfino finito di mezzo Finn!"
Pensò.
Era giunta l'ora di ribellarsi.
Finn intanto si dimenava il più possibile, non gliela avrebbe data vinta a quel coglione.
Poi però Gavin iniziò a mirare sullo stomaco, sui fianchi e sul mento.
La testa gli girava ma doveva proteggere il suo Jack.
"Non cedi, eh, finocchio?"
Finn sputò del sangue.
"Mai."
Gavin allora lo afferrò per la gola, iniziando a stringere.
Finn respirava a fatica. Cercò in tutti i modi possibili di mantenere la calma.
Iniziò a pensare ai suoi amici, mentre fissava gli occhi pieni d'ira di Gavin.
Wyatt: sperava con tutto il cuore che riuscisse a mettersi con Jaeden...
Jaeden: con cui ormai non spiccicava parola da non ricordava quanto...
Noah: si, stranamente anche Noah, che lo aveva accolto e aiutato quella mattina...
E poi Jack.
Ma proprio mentre stava per pensare a Jack il respiro gli si mozzò.
Stava per chiudere gli occhi, ma la presa sulla sua gola diminuì.
Cadde per terra e ci restò per una buona manciata di minuti.
Quando riprese a vedere, Gavin non c'era più in camera di Jack, ma in manette sulla soglia della porta, trattenuto da due agenti della polizia di Port Hope.
Sembrava un cane da guardia, pronto a saltargli di nuovo addosso.
"Non è finita, Wolfhard. Mio figlio non sarà mai uno schifoso come te.""Papà..."
Lui si alzò.
"Non approvo tutto questo, lo sai?"
Jack lo guardò, confuso.
"Vi ho visti. Eccome se vi ho visti, cazzo."
Si avvicinò e gli prese il viso in una mano, portandoselo vicino al volto.
"È sbagliato. Disgustoso."
Jack spalancò gli occhi, scosso e spaventato.
"Vi dovete lasciare, capito?"
Trattenne le lacrime.
"No! Io lo amo!"
"Non puoi! Non è normale!"
Gavin gli sferrò un pugno sull'occhio destro e poi un'altro sul naso.
Si gonfiò.
"Io non posso smettere di amarlo! È importante per me!"
Il padre strinse la lattina di Coca-Cola che aveva nell'altra mano e la lanciò sulla moquette.
Tirò un altro forte pugno sullo stomaco del castano e questo si contorse dal dolore.
"Io ti voglio bene, lo faccio per te, figliolo. Da domani studierai a casa. E dimentica le uscite e le feste per..."
Si allontanò un po' da Jack.
"...sempre."
Sorrise, ma il suo era un sorriso sadico, quasi maligno.
"E se ti becco qui con lui, io lo ammazzo."
Uscì sbattendo la porta.
Jack sentì ancora una volta le grida di sua madre contro il signor Grazer, stroncate sul nascere da uno strano rumore, come di qualcosa che cadeva al suolo.
Pianse, pianse tanto.
Poi la scena mutò, venne capovolta.
Jack fu investito dal caldo sole estivo...ricordava quell'episodio.
C'era suo papà ed era più giovane.
Erano in auto, diretti appena fuori città.
Stavano ascoltando musica e cantando assieme.
Jack era piccolo, aveva appena 7 anni.
"Dove andiamo papà?"
"È una sorpresa!"
Parcheggiarono poco dopo vicino al fiume.
"Che ci facciamo qui?" Chiese Jack, scendendo dall'auto.
"Imparerai a nuotare, piccolo!"
Jack si tolse i vestiti sulla riva, così come fece suo padre.
L'acqua in quella parte del fiume era parecchio alta e quando Jack ci si immerse per poco non affogò.
Suo padre lo guardava bazzicare tentando di restare a galla il più possibile ma non batteva ciglio.
Anche lui era nel fiume, molto lontano da suo figlio.
"Papà aiuto! Aiuto!"
Ma rimaneva impassibile, guardando il piccolino piangere e dimenarsi.
"Ti preg-"
Jack finì sott'acqua, stanco di sorreggersi invano.
Poi, ad occhi chiusi, si rese conto che stando fermo finiva a galla.
Si lasciò trasportare su dall'acqua e poi, tornato a respirare, mosse lentamente le braccia e raggiunse suo padre.
Lo abbracciò, ancora con le lacrime agli occhi, allacciando le gambe al suo petto.
"Bravo, ometto mio."Jack si svegliò sul suo letto. Finn era seduto su una sedia dirimpetto a lui. Grondava sangue.
Si alzò di scatto e per un momento si chiese cosa fosse successo.
Tutto gli tornò alla mentre subito dopo.
Perché agli occhi di suo padre doveva risultare così anormale?
Non che lui non si considerasse così nel profondo, ma perché utilizzare la forza?
Eppure, c'erano stati tempi in cui Gavin sembrava amarlo davvero, come ogni figlio merita.
"Dov'è...lui...?"
Chiese, avvicinandosi a Finn.
Questo divaricò le gambe da seduto, permettendo a Jack di mettersi molto più vicino. Il moro gli circondò la vita con le mani, sgocciolando sangue dal labbro e dal naso.
"In prigione. Per maltrattamento minorile e violenza su tua madre."Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina⭐️💙
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𝐌𝐨𝐨𝐧𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭 - 𝐅𝐚𝐜𝐤
Novela Juvenil{𝙚𝙞𝙜𝙝𝙩𝙞𝙚𝙨 𝙩𝙝𝙚𝙢𝙚} 1# [COMPLETA] •The light from your eyes made it feel like dancing in the moonlight• !WARNING! ~SMUT ~DRUG ~VIOLENCE ~SMOKE ~ALCOL ~FUN {Tutti coloro che ho scelto per interpretare il ruolo di "cattivi" in questa fanfic...