5-Battaglia

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"Anakin... Padre?".

Lentamente gli occhi blu di Anakin si aprirono alla luce e misero a fuoco la figura di Luke, che gli scuoteva le spalle con aria preoccupata. 

"Cosa? Che c'è?" chiese con voce assonnata. Non si era nemmeno reso conto di essersi addormentato, ma doveva essere stato per molto poco e ora si sentiva davvero stanco. "Evacuiamo la base, L'Impero sta arrivando. Avanti, non c'è molto tempo". 

Luke era piuttosto agitato, anche se cercava di non darlo a vedere; si stava buttando addosso la tuta arancione da pilota e contemporaneamente stava cercando di rispondere il più gentilmente possibile a un droide medico che gli chiedeva in continuazione come si sentisse. Sforzandosi di mettere insieme i pezzi, Anakin si alzò in tutta fretta e si vestì di corsa. 

Mentre si stava mettendo un pesante cappotto arancione, Anakin si sentì trattenere il braccio da Luke. "Io devo andare subito al briefing per la difesa della base" disse il ragazzo "ci vediamo alla partenza dei caccia. Fatti dire qual è il mio X-wing dalla principessa Leia Organa, dille che ti mando io e spacciati per un meccanico o qualcosa di simile. Okay?". 

Anakin alzò leggermente gli angoli delle labbra reprimendo il terrore che capitasse qualcosa a suo figlio, in battaglia. "Okay. Ma stai attento, va bene?".

"Sempre... papà". 

Luke sfoderò il suo sorriso migliore e uscì quasi di corsa dalla stanza. Anakin sospirò vedendolo andare via... così presto. Tuttavia si costrinse a restare calmo mentre si avvolgeva negli ultimi abiti termici.

Senza nemmeno salutare il droide medico (che già mal sopportava) il Jedi iniziò a scendere ai piani inferiori dalla base per cercare questa Leia che doveva, tra le altre cose, essere sua figlia. Era pieno di eccitazione alla sola idea di conoscerla, ma aveva giurato di non dirle niente della loro parentela e questo lo riempiva di rabbia. Deciso a trovare la giovane donna il prima possibile, si rivolse a un ufficiale di passaggio, che gli consigliò di cercare una ragazza molto piccola di statura con i capelli castani, in tuta bianca. 

Quando la vide, fu come assistere a un'apparizione. Questa ragazza era uguale a Padmé nell'aspetto e nel portamento, non c'era dubbio sul fatto che fosse sua figlia. 

Anakin prese un lungo respiro, cercando di non preoccuparsi troppo del suo angelo lontano, e si avvicinò avvicinò grandi passi alla principessa che gli dava le spalle. Arrivò a circa un metro da lei e diede un colpo di tosse. "Mi scusi" disse educatamente "È lei la principessa Leia Organa?". Non aveva bisogno di chiedere per sapere che era lei - la sua firma brillante nella Forza bastava - ma non voleva certo essere scortese al suo primo incontro con la figlia. 

Leia si voltò per guardarlo. "Certo, sono io. Ha bisogno di aiuto?" domandò con voce melodiosa. 

"Mi è stato chiesto da Luke Skywalker - credo sia un suo amico - di fargli da meccanico per un... guasto al suo caccia. Mi ha detto di chiedere a lei dove posso trovarlo per andare al punto di ritrovo per la partenza". 

Il viso di Leia si increspò. "Luke non ha già un meccanico?".

"Non lo so, ma mi ha chiesto di riferire questo". 

"Sembra strano, ma se lo ha detto lui, credo di dovermi fidare". Rise. "Vada alla baia di attracco 29, è il primo caccia da sinistra". 

Anakin si inchinò fino a terra. "Grazie mille, principessa. Ci vedremo alla partenza, se lo vorrà la Forza". Quindi si girò e fece per andarsene. Leia lo guardò incamminarsi, e in qualche modo seppe che di lui poteva fidarsi. Anche per qualcosa di personale e molto importante. 

"Scusi, può aspettare un momento?" 

Anakin si voltò con un lieve sorriso. "Dica, principessa".

"Se vede Luke, gli dica che mi dispiace per quello che è successo ieri. Sa lui di cosa si tratta. Mi posso fidare di lei?". 

"Certamente. È un onore".

"Grazie infinite.". 


Anakin tornò sui propri passi alla ricerca dell'hangar 29. Fu facile per lui trovare la baia d'attracco 29, era il punto verso cui si stava dirigendo la maggior parte dei ribelli. Il caccia di Luke era il primo della sua fila - probabilmente nel posto riservato al comandante - e fortunatamente non era reclamato da nessun meccanico.

Eccetto uno, metallico e cinguettante.

Il cuore di Anakin si gonfiò di allegria alla vista del caro R2D2, finora unico punto di collegamento con il tempo che conosceva. "Per la Forza, R2! Sei proprio tu!" esclamò il Jedi battendo la mano sulla testa a cupola del droide appollaiato nel caccia di suo figlio. Il piccolo robot pigolò un commento puntiglioso e si agitò leggermente.

"Cosa ci faccio qui? È una storia complicata, R2, ma sono molto felice di vederti" rispose Anakin. "Sai far volare questo affare? Dimmi come andare al punto di partenza". Il droide emise uno squittio affermativo, lasciò che Anakin si accomodasse nella cabina di pilotaggio e iniziò a indicargli le istruzioni per usare l'X-wing.

                               * * *

Anakin trascorse circa un'ora al punto di ritrovo parlottando con R2D2, finché non arrivarono i primi piloti. Entro un breve tempo rientrarono tutti quelli compresi nell'appello, ma non Luke. 

Già terrorizzato dall'idea che suo figlio potesse essere morto, Anakin urtò un pilota di passaggio con una grossa colata di sangue dal naso. "Ehi, sai dov'è il comandante Skywalker?" disse con uno sguardo eloquente. "Non preoccuparti, amico, l'hanno schiantato ma è a posto. Pensa che ha distrutto un intero AT-AT da solo. Dovrebbe essere di ritorno tra poco. Ci vediamo a rendez-vous!". Il pilota salutò ed entrò nel suo caccia.

Effettivamente non ci volle molto prima che Luke tornasse, a piedi e con aria esausta. Non appena vide Anakin, tuttavia, si illuminò e corse ad abbracciarlo. "Mi hai fatto preoccupare!" gridò Anakin con voce arrabbiata ma sorridendo. Luke lo strinse più forte prima di staccarsi delicatamente. "Sali sul caccia, abbiamo fretta".


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