27-Addio

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Quando il pieno potere di Sidious si era scatenato su di lui, Luke aveva creduto con sicurezza che sarebbe morto: non poteva neanche immaginare un simile dolore, e non conosceva nessun modo per contrastarlo.

Poi, improvvisamente, sentì un'ondata di sollievo e delle urla disumane che provenivano dall'Imperatore. Alzò con fatica la testa e vide la fine della guerra sotto i suoi occhi.

Subito, però, l'incantesimo si spezzò. Vader rovinò sul pavimento, il respiro irregolare, il sistema di supporto vitale chiaramente danneggiato. Anakin era a terra riverso con la testa tra le mani, e solo la Forza poteva sapere quanto fosse rimasto integro della sua mente. Con uno sforzo immane Luke si alzò in piedi, pur con le gambe molli: non poteva stare a guardare, doveva aiutare suo padre... i suoi padri.

Subito si inginocchiò al fianco di Anakin e lo scosse leggermente: non ci fu nessuna reazione dal suo corpo tremante e bollente. Non sapendo più cosa fare, Luke appoggiò la testa sul petto di suo padre, piangendo, convinto che fosse finita. Gli inviò tutto l'amore che provava per lui in un ultimo abbraccio nella Forza, singhiozzi strozzati che gli impedivano di esprimerlo a parole.

All'improvviso Anakin si sollevò di scatto con un grido, come se si fosse appena svegliato dopo un incubo. La sua testa girava e la sua spalla sembrava voler esplodere, ma era vivo, e sapeva per certo che le emozioni trasmesse da suo figlio l'avevano tirato indietro con forza dalla parte del Bene. Senza emettere una parola il Jedi si aggrappò strettamente a Luke, consapevole di quanto l'affetto di quel ragazzo avesse dato una certezza alla sua anima persa a causa dell'intervento mentale di Palpatine.

Incredulo, Luke scoppiò in un nuovo pianto, questa volta di gioia, immergendo il viso nell'abbraccio di suo padre e godendosi la sua vicinanza. Senza preavviso, però, Anakin si alzò in piedi e si avvicinò a Vader: quello che era stato un Sith ora stava facendo vibrare la Forza in allarme. I fulmini di Sidious l'avevano danneggiato troppo, stava morendo.

"Sbrighiamoci, Luke" disse Anakin mentre iniziava a sollevare il pesante corpo di Vader con il braccio sano. "Non ha molto tempo". Luke lo raggiunse immediatamente e si infilò sotto l'ascella dell'ex Sith per spostarlo, evitando di pensare al dolore allucinante che la ferita al collo gli urlava di considerare.

I tre Skywalker si trascinarono allora attraverso scale e ascensori, lunghi corridoi e vasti hangar per tutta la Morte Nera, finché non arrivarono al punto da cui tutte le navi partivano per combattere i Ribelli. Quando furono giunti davanti a una navetta bianca abbandonata, senza nessun preavviso Luke si lasciò cadere sul pavimento, a malapena cosciente: i numerosi sforzi da sostenere stavano diventando troppo intensi per lui. Destabilizzato dall'improvvisa mancanza di sostegno a destra, anche Anakin finì sul pavimento, quasi travolto dalla mole del suo sé più anziano.

"Scusami, padre" mormorò Luke, cercando di tirarsi in piedi almeno un'ultima volta "possiamo ripartire. Prendiamo la navetta". Ma la mano di quello che era stato Vader afferrò la sua per fermarlo, e la sua voce flebile uscì di nuovo dall'elmo con una vulnerabilità mai sentita prima.

"Non ce la farò" constatò. "Per me è troppo tardi. Pensate a salvarvi voi". Anakin sgusciò fuori da sotto il corpo di Vader e si inginocchiò di fronte a lui per tenergli la mano. "Non dire queste cose" disse. "Ci siamo quasi, devi tenere duro solo per poco. Ti porteremo dai Ribelli e faremo in modo che tu venga curato".

L'Anakin più vecchio scosse lentamente la testa. "Non c'è nemmeno bisogno di salvarmi. Basta che tu torni alla tua cronologia, e questa mia morte, in un tempo nuovo, non sarà mai avvenuta" disse rivolto al Jedi che lo fissava esterrefatto.

Radunando le ultime forze che gli restavano, sollevò lentamente le mani e le portò ai lati della testa, dove sganciarono alcuni dei meccanismi che permettevano alla maschera di funzionare. Quello che era stato il suo unico volto per vent'anni cadde nel suo grembo, rivelando una testa pallida, calva, solcata da innumerevoli cicatrici e tormentata da vecchie ustioni. Ma la bellezza vibrante dei suoi occhi blu non era andata perduta, e Luke fu in grado di riconoscere lo stesso sguardo benevolo dell'altro uomo inginocchiato vicino a lui.

Un sorriso illuminò i lineamenti devastati del moribondo mentre le sue mani stringevano quelle dell'altro se stesso e di suo figlio.
"Finalmente" disse, quasi in un sussurro "Non volevo morire con questa maschera...".

E la sua voce si ruppe, palpebre diafane coprirono per sempre i suoi occhi brillanti prima che l'intero corpo si dissolvesse nella Forza.

Anakin rimase ammutolito davanti a quella che era la sua stessa morte, ma capì cos'altro stava per succedere grazie a un familiare tremito nella Forza. In fretta e furia, senza badare alla grave ferita alla spalla, sollevò Luke di peso per farlo alzare in piedi, lasciando perdere il fatto che stava impedendo a suo figlio di piangere sul proprio cadavere.

"Sto per andarmene" dichiarò senza mezzi termini. "La... mia morte ha creato uno squilibrio nella Forza abbastanza intenso da rimandarmi indietro nel tempo".

Luke lo guardò con gli occhi sgranati e già colmi di lacrime mentre gli si aggrappava alla camicia con tutte le sue forze, come se potesse impedirgli di andare via. "Perché proprio adesso?" chiese con voce rotta. "Voglio rimanere con te! Non lasciarmi da solo, papà, ti prego...".

"Non sei da solo" lo interruppe dolcemente Anakin. "Sarò sempre qui con te anche se non mi vedrai. Ora tornerò al mio tempo, ti vedrò nascere e sarò tuo padre per tutta la vita. Questo non è un addio".

Luke non diede cenno di voler ascoltare e nascose il viso nel suo petto; il padre lo strinse forte, capendo ciò che provava e sentendo intimamente la stessa emozione. Separarsi era doloroso, anche con la consapevolezza di un futuro migliore.

Anakin sentì che i suoi piedi stavano inizando a dissolversi, e capì che doveva fare in fretta. "Ti voglio bene, Luke, non dimenticartelo mai" disse mentre le lacrime gli salivano agli occhi. "Ti voglio bene e sono tanto orgoglioso dell'uomo che sei diventato, e sono sicuro che andrai alla grande anche senza di me. Me lo prometti?".

Luke annuì mentre sentiva scomparire il resto delle gambe di suo padre. "Ti voglio bene anch'io" rispose con il cuore in gola, sempre singhiozzando.

"Quando tornerai a Endor, di' a Leia che amo tanto anche lei e dalle un bacio da parte mia" si affrettò ad aggiungere Anakin nello stesso tempo in cui la parte inferiore del tronco lo abbandonava.

Incapace di formulare altre parole, Luke continuò ad annuire contro il petto di suo padre finché non avvertì il suo confortevole calore venire a mancare. Sentì un bacio leggero venire posato sulla sua fronte lasciando una sensazione di fresco sollievo alla ferita che ancora sanguinava. Il giovane Jedi alzò la testa appena in tempo per vedere lo sguardo di Anakin proprio mentre svaniva.

Forse era stata solo la sua immaginazione, ma avrebbe giurato di averlo visto sorridere.









In questo momento sto piangendo sulla tastiera... scrivere questo capitolo ha fatto davvero male! Spero che faccia emozionare voi quanto ha fatto emozionare me...
Buona lettura
pingoo00

Star wars - Sempre in movimento è il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora