9-Oscurità

489 20 75
                                    

I giorni trascorsi su Dagobah furono lunghi e faticosi per entrambi gli Skywalker.

Il maestro Yoda era più intransigente di quanto ricordava Anakin: con lui era stato molto duro, gli parlava poco ed elencava in continuazione i pericoli del Lato Oscuro fino alla nausea. Sembrava voler evitare che Anakin cadesse nell'oscurità... due volte. Aveva meditato come mai nella sua vita e aveva ricevuto visioni angoscianti ogni giorno.

Anche Luke stava trovando parecchie difficoltà nell'addestramento. La meditazione non gli causava particolari problemi, ma ogni giorno Yoda pretendeva di poter cambiare il suo carattere per renderlo un Jedi migliore, cosa che lo demoralizzava sempre di più. L'allenamento fisico poi era logorante: Luke era sempre stato di corporatura leggera, ma adesso era sicuro di essere sensibilmente dimagrito.

In quel momento, circa dieci giorni dopo l'arrivo a Dagobah, ad Anakin fu ordinato da Yoda di entrare a meditare in una particolare caverna che si apriva minacciosa sotto un albero scuro e contorto. Si fidava del maestro Jedi, ma quel luogo sembrava intriso del Lato Oscuro. Quando tentò di ribattere, però, ricevette un'occhiata severa dal maestro, quindi preferì tacere.

L'ingresso alla grotta era ostacolato da rami fitti e intricati, che necessitarono della spada laser di Anakin per essere spezzati. L'interno, se possibile, era ancora più inquietante: i serpenti erano ovunque e nell'aria aleggiava un fastidioso odore di marcio accompagnato da lamenti animali.

Anakin prese un respiro profondo e si calò sottoterra.
Improvvisamente, nel silenzio irreale, udì un respiro ipnotico che non prometteva nulla di buono.

Si voltò e vide un uomo - se lo era - enorme, vestito completamente di nero, con una maschera e un lungo mantello che lo faceva somigliare a un gigantesco pipistrello.

Anakin inorridì percependo tracce della propria presenza nell'essere.
Era Darth Vader!

Sconvolto, Anakin indietreggiò solo per incontrare la parete della grotta.

"È inutile scappare, Skywalker" disse Vader "sono dentro di te... sono te.".

"Vai via..." balbettò Anakin, gli occhi sgranati nel terrore. Ma Vader non accennò minimamente ad ascoltarlo. "Non puoi fermare il destino, Skywalker" affermò avanzando minacciosamente "tu sei morto!".

Anakin scosse la testa, sconvolto dall'incontro con il suo futuro sè. "Io non permetterò al Lato Oscuro di prendermi!" trovò il coraggio di rispondere mentre continuava a cercare di indietreggiare.

"Quello che dici è impossibile, sciocco!" lo rimproverò il Sith "guarda il tuo futuro!".
Si aprì uno spiraglio di luce che illuminò un angolo a terra. Anakin si irrigidì e urlò per l'orrore: stesi nel fango c'erano i corpi morti di sua moglie e dei suoi figli, tutti e tre con ferite orribili, gli occhi spalancati alla debole luce che penetrava dall'alto, le bocche aperte...

Gridando Anakin si precipitò fuori dalla grotta, incapace di sopportare la vista di quello scempio. Corse alla cieca senza guardare dove andava, perdendo ogni cognizione di sè stesso.

Seduto su una spessa radice, Luke ripensava agli avvenimenti di quel giorno, tenendosi il viso tra le mani bagnate di lacrime. Yoda l'aveva mandato in una grotta maledetta che gli aveva mostrato Vader. Lui l'aveva decapitato, ma poi aveva visto il proprio viso nel suo elmo...

Cosa significava? Sarebbe passato al Lato Oscuro? Lui non voleva... lui era con la Ribellione, non si sarebbe mai consegnato al male...

Una figura lo travolse nel mezzo di una folle corsa. In un batter di ciglia Luke si ritrovò sballottato a terra con una grossa massa sopra di sé, a faccia in giù. Si voltò lentamente verso l'alto e incontrò lo sguardo blu di Anakin. Sembrava spaventato oltre ogni misura.

"Padre, cosa è successo?" chiese, la voce un po' soffocata dal peso di Anakin.

Notando che la cosa che aveva travolto era in realtà suo figlio, Anakin si affrettò a togliersi di mezzo e aiutarlo ad alzarsi. "Scusami, Luke, non ti avevo visto! Tutto a posto? Ti ho fatto male?" chiese con il fiato corto e un'espressione preoccupata.

"No, no, va tutto bene" lo rassicurò Luke notando il suo viso teso. "Qualcosa non va?".

Anakin rimase a guardare in faccia suo figlio come per accertarsi che non fosse morto, ansimando pesantemente.
"Ho visto cose orribili" riuscì a dire, ansia e terrore nella sua voce.

"Yoda ha mandato anche te nella grotta?" chiese Luke, preoccupato per suo padre. Se un uomo così forte rimaneva tanto sconvolto, la visione doveva essere stata veramente spaventosa.
Anakin annuì spostando lo sguardo a terra mentre scacciava rapidamente il pensiero di quello che aveva visto.

"È stato... terrificante" mormorò lasciandosi cadere seduto su una radice. Luke si sedette accanto a lui e cinse lentamente le sue spalle con il braccio, tenendolo stretto per tranquillizzarlo un po'. Ma Anakin sembrava irrecuperabile: piangeva incessantemente e singhiozzava parole spaventate tra le quali Luke intuì colpa mia e morti.

"Papà, adesso raccontami cos'hai visto" disse con gentilezza ma fermamente dopo alcuni minuti passati in quello stato "Non puoi essere rimasto così sconvolto per niente".

Per un momento Anakin alzò il suo sguardo acquoso su suo figlio, per poi tornare a piangere. "Non posso dirlo... Non posso..." gemette angosciato. Poco dopo si alzò e scomparve nella foresta. Luke voleva seguirlo, ma pensò che forse aveva bisogno di uno spazio personale.

Una voce improvvisa alle sue spalle lo fece sobbalzare. "Molto combattuto tuo padre è, Skywalker" borbottò Yoda "un compito gravoso la Forza gli ha affidato".

"C'è un modo per aiutarlo?" chiese Luke, mentre al contempo si chiedeva cosa tormentasse tanto Anakin.
Yoda scosse la testa facendo vibrare le sue grandi orecchie. "Da solo deve essere lasciato. Contro il Lato Oscuro deve combattere".

Il maestro Jedi se ne andò, lasciando Luke con più domande di prima.
Suo padre era sempre così buono con lui, perché doveva avere a che fare con il Lato Oscuro?
Cosa aveva visto nella grotta?
Qual era il compito che la Forza gli aveva affidato?
E la stessa visione di Luke cosa simboleggiava?
Sarebbe passato al Lato Oscuro?

Luke non si accorse nemmeno che pensando era arrivato all'accampamento, dove trovò R2D2.

"Ehi, ciao" salutò con poca energia. Il piccolo droide rispose con un pigolio felice e fece un verso interrogativo.

"No, R2, mio padre non tornerà stasera. Ha bisogno di pensare" rispose Luke mentre si sedeva vicino al focolare e attingeva alle provviste. R2 lanciò un cinguettio eloquente e Luke fu costretto a riconoscere che l'empatia di un droide poteva essere maggiore di quella di un uomo.

"Già" mormorò guardando nel vuoto "ne ho parecchio bisogno anch'io".

Star wars - Sempre in movimento è il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora